Bèze (o Bèza o Bèsze), Théodore de (1519-1605)

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Un ritratto giovanile di Bèze

 

La vita

Il teologo calvinista Théodore de Bèze nacque a Vézelay, in Borgogna (Francia) nel 1519 da una nobile e ricca famiglia di religione cattolica. Nel 1548 egli si convertì alla Riforma e nell'anno successivo fu chiamato come professore di greco in un collegio di Losanna, in Svizzera, dove rimase fino al 1558.

Durante gli anni di Losanna, B. entrò in contatto con Giovanni Calvino, di cui difese l'operato nel 1554 in occasione dell'esecuzione di Michele Serveto, soprattutto contro l'attacco dell'umanista Sébastien Castellion, che aveva scritto, sotto lo pseudonimo di Martin Bellius, il suo libro più famoso, De haereticis, an sint persequendi (Gli eretici devono essere perseguiti?), un appello alla tolleranza ed alla libertà religiosa. B. rispose con il suo scritto polemico De haereticis a civili magistratu puniendis (Gli eretici devono essere puniti dal magistrato civile?) in cui denunciò la "carità diabolica, e non cristiana" di Castellion.

Nel periodo 1557-58, durante la polemica sull'Eucaristia, B. si impegnò a raggiungere un compromesso con i luterani tedeschi, accordo denominato Conciliatio calvinica. Questa capacità mediatrice e diplomatica la mantenne anche in seguito: quando, dopo la morte di Calvino, si profilò il pericolo di uno scontro con le idee di Johann Heinrich Bullinger sulla dottrina eucaristica, B. operò nuovamente per mantenere l'unità della Chiesa riformata.

Nel 1559 Calvino decise di assegnare a B. l'importantissima posizione di rettore nella neonata Accademia di Ginevra, fucina per molti predicatori riformisti.

L'impegno di B. nei confronti del calvinismo in Francia fu molto elevato: nel 1561 B. partecipò con autorevolezza al colloquio di Poissy organizzato da Caterina di Medici tra i teologi protestanti e quelli cattolici nonostante l'ambiente fortemente ostile da parte dei cattolici: si racconta che quando B. e i suoi colleghi entrarono nella sala dove si teneva la riunione, un cardinale pronunciasse la frase "Ecco i cani ginevrini". Al che B. rispose "Il gregge del Signore ha bisogno di cani fedeli per allontanare i lupi"! Anche nell'aprile 1571 egli si recò in Francia per presiedere il Sinodo calvinista francese, tenutosi a La Rochelle, probabilmente accompagnato dal puritano inglese Thomas Cartwright, che soggiornava a quel tempo a Ginevra.

Nel 1564, dopo la morte di Calvino, B. diventò il capo del calvinismo ginevrino, impostando un metodo più democratico del suo predecessore: come moderatore del consiglio dei pastori, stabilì che il suo incarico fosse dibattuto e confermato ogni anno, cosa che avvenne fino al 1580, data in cui B. si ritirò a vita privata. Durante il suo operato, dovette spesso scontrarsi con le autorità civili della città (il consiglio dei Duecento), ma la sua educazione, tatto e capacità diplomatica fece superare le principali frizioni, consolidando la Riforma a Ginevra e d'altra parte, egli stesso non impose più quella rigida disciplina ecclesiastica fortemente voluta dal suo predecessore.

B. morì a Ginevra nel 1605.

Le opere

Nel 1565 B. pubblicò la sua edizione critica del Nuovo Testamento (la nota Bibbia di Ginevra), per la quale egli aveva consultato ben 17 manoscritti in greco antico. Di questi manoscritti, B, nel 1581, ne regalò uno del V secolo all'università di Cambridge: il testo porta il nome di Codex Bezae, in onore del riformatore. Inoltre le sue opinioni teologiche furono da B. stesso raccolte nell'opera Tractationes Theologicae, da B. scritta tra il 1570 ed il 1582.