Dàvid, Ferenc (1510-1579) e Chiesa Unitariana di Transilvania

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Aladár Körösföi-Kriesch : Ferenc Dávid alla Dieta di Torda

(particolare)

La gioventù

Ferenc Dàvid nacque nel 1510 circa a Kolozsvár (in romeno Cluj e in tedesco Klausenburg), l'allora capitale ufficiosa del principato di Transilvania, da una famiglia borghese probabilmente d'origine sassone. 35 anni più tardi, proprio in Kolozsvár fu pubblicata per la prima volta la traduzione completa della Bibbia in ungherese a cura di Gaspar Heltai (m.1574), punto fondamentale per lo sviluppo della Riforma nel paese.

Il giovane D. studiò alla scuola dei frati francescani di Kolozsvár, ed in seguito si recò alla scuola della cattedrale di Gyulafehérvár (Alba Julia), dove fu particolarmente brillante negli studi e dove fu impiegato al servizio della chiesa per un breve periodo. Egli finì i suoi studi in università estere, prima a Wittenberg poi a Padova e finalmente nel 1551 rientrò in Ungheria per trovare una situazione politica molto seria.

Situazione politica dell'Ungheria nel XVI secolo

Infatti, dopo la disfatta degli ungheresi contro i turchi a Mohacs nel 1526, il paese magiaro era stato di fatto spartito nel 1533 in tre zone: la parte principale all'impero ottomano, una striscia a nord-ovest agli Asburgo e la parte orientale alla Transilvania del voivoda (poi principe) Giovanni I Zapolya (1529-1540), che si era proclamato re d'Ungheria nonostante l'opposizione degli Asburgo. A Giovanni I era succeduto il figlio minorenne Giovanni II Sigismondo Zapolya (1541-1571, eccetto il periodo 1551-1556 quando il trono venne reclamato da Ferdinando d'Asburgo), ma, a causa della sua giovanissima età, il suo regno venne governato fino al 1559 dalla reggente, la madre Isabella (figlia di Sigismondo I Iagellone di Polonia e di Bona Sforza) e la sua corte era posta a Gyulafehérvár.

Dàvid luterano

Tornando a D., dapprima egli si stabilì in Transilvania, diventando rettore della scuola cattolica di Besztercze (in romeno Bistrita) e successivamente parroco in una cittadina della zona, ma verso il 1554, D. si accostò alle dottrine luterane e fu nominato pastore nella sua città natale, Kolozsvár, e solo l'anno dopo, grazie alla sua notevole popolarità, diventò rettore della scuola luterana nel 1555 e pastore capo nell'anno successivo.

Nel 1557 arrivò al vertice della sua carriera luterana, quando fu considerato capo della Riforma in Transilvania e sovrintendente dei luterani ungheresi. Egli incontrò in vari dibattiti pubblici il modalista Francesco Stancaro ed esponenti del calvinismo locale, da cui ne uscì vincitore, ma fu un momento di riflessione sulle proprie convinzioni religiose.

Dàvid calvinista

Infatti poco dopo entrò in crisi dopo aver riflettuto sulla visione calvinista della Cena del Signore e fu convertito nel 1559 alla fede riformata da Peter Juhász (nome umanistico Melius)(ca. 1536-1572). Fu espulso per questo dalla Chiesa luterana nel 1560, sebbene cercò di evitare, purtroppo inutilmente, la spaccatura tra le due principali anime della Riforma ungherese, il che avvenne irreparabilmente nel 1564. Sempre nel 1564 D. fu eletto vescovo della Chiesa Riformata di Transilvania, una delle poche chiese calviniste con un sistema episcopale, e divenne cappellano personale del re Giovanni II Sigismondo.

Dàvid antitrinitriano

Nel frattempo, nel 1562, era giunto a Gyulafehérvár (Alba Julia), proveniente dalla Polonia, il medico italiano e dissidente religioso Giorgio Biandrata, che divenne amico di D. e gli fece leggere una copia della famosa Christianismi restitutio (La restaurazione del Cristianesimo) di Miguel Serveto, introducendolo all'antitrinitarismo o unitarismo.

La conversione di D. alla nuova fede fu evidente nel 1566, quando egli fece rimuovere un professore della scuola di Kolozsvár per aver osato insegnare la dottrina della Trinità: ma il docente licenziato, assieme al calvinista Melius, chiese ed ottenne dal re la convocazione di un sinodo nazionale a Gyulafehérvár, che si svolse nello stesso 1566 per essere poi aggiornato in una nuova sede, a Torda (sempre in Transilvania). Il sinodo si risolse poi in un trionfo per gli unitariani: D. e Biandrata poterono battere così la concorrenza di Melius, che si consolò con la conferma, al sinodo di Debrecen, dell'ortodossia calvinista nella rimanente parte dell'Ungheria.

Nel frattempo Biandrata fece pubblicare il libro di D. De vera et falsa unius Dei, Filii et Spiritus Sanctii cognitione (Della falsa e vera conoscenza dell'unità di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo), nel quale il riformatore transilvano ridicolizzava la dottrina della Trinità e perorava la causa della tolleranza religiosa per tutte le fedi. Questo discorso fu poi ripreso durante la Dieta di Torda nel gennaio 1568, dove Giovanni II Sigismondo riconobbe la piena libertà a tutte le confessioni religiose: fu la prima dichiarazione, al mondo, di tolleranza religiosa mai pronunciata da un regnante. Oltre a questo, il re aderì apertamente all'unitarismo con molti nobili della corte e D. divenne il capo della Chiesa Unitariana di Transilvania.

Nel 1570 D. entrò in contatto, e ne fu influenzato, con lo studioso italo-greco Giacomo Paleologo e il suo discepolo locale, il rettore del ginnasio di Kolozsvár, János Sommer (1540-1574). Paleologo polemizzava con un altro famoso antitrinitariano, Fausto Sozzini, a riguardo della figura di Gesù Cristo, che, per il Sozzini, era un vero uomo crocefisso, il cui compito era di rivelare Dio agli uomini, permettendo loro di raggiungere così la salvezza, seguendo il Suo esempio. Il Paleologo, invece, negava il ruolo di guida del Cristo, per i fedeli verso la salvezza, e rifiutava, conseguentemente, ogni forma di adorazione di Gesù Cristo. Per questo, il Paleologo e i suoi seguaci, tra cui si associò anche D., vennero denominati antitrinitariani non-adoranti in contrapposizione al pensiero sociniano di tipo adorante. Alla corrente non-adorante aderì anche l'ex vescovo cattolico e ambasciatore (di madre italiana) Andrea Dudith-Sbardellati.

Purtroppo il momento magico per D. finì solo tre anni dopo, nel 1571 con la morte a soli 31 anni di Giovanni II Sigismondo e la salita al trono del cattolico Stefano I Báthory (1571-1586), divenuto in seguito anche re di Polonia dal 1576 al 1586. Stefano I Báthory tolse a D. l'incarico di cappellano personale del re e gli impedì di pubblicare altri scritti: fu un momento molto amaro per D., che oltretutto, pochi anni dopo, entrò in conflitto sia con Sozzini, che con l'ex amico Biandrata, per la sopramenzionata polemica tra adoranti e non-adoranti. Dopo essere stato accusato di blasfemia da parte di Biandrata nell'aprile 1579, fu fatto arrestare in giugno e imprigionare nella fortezza di Déva dove, a causa del clima rigido e del fisico debilitato, D.  morì il 15 novembre dello stesso anno.

La Chiesa Unitariana di Transilvania, fondata da D., pur attraverso mille traversie, spietate persecuzioni da parte degli Asburgo cattolici e spedizioni punitive da parte di fanatici rumeni ortodossi, esiste ancora oggi, formata da 125 chiese, sebbene divisa dal 1918 in un troncone ungherese (di circa 70/80.000 fedeli) ed uno rumeno.