Teodoreto di Ciro (ca. 393- ca.457)

Fare clic per visualizzare la foto

Copertina della Opera Omnia di Teodoreto di Ciro,

pubblicata ad Halle nel 1770

Teodoreto, vescovo di Ciro e teologo, nacque ad Antiochia nel 393 ca. Fu, già da piccolo, educato per la carriera ecclesiastica e teologica, avendo studiato gli scritti di Diodoro di Tarso, San Giovanni Crisostomo e Teodoro di Mopsuestia. All'età di 23 anni, nel 416, T. entrò nel monastero di Nicerte, vicino ad Apamea e nel 423 fu nominato vescovo di Ciro, in Siria.

Dal 430, T. fu coinvolto nella controversia cristologica tra Nestorio e Cirillo d'Alessandria, schierandosi contro quest'ultimo nel Concilio di Efeso del 431, nel quale chiese la deposizione e scomunica di Cirillo e contro il quale scrisse nel 436 la sua Anatropé (Confutazione): in essa T. ribadì la dualità della natura di Cristo e accusò Cirillo di mischiare le due nature di Cristo per formare una singola natura divina.

Nel 437 scese nuovamente in campo contro Cirillo, quando quest'ultimo chiamò in causa Diodoro di Tarso e Teodoro di Mopsuestia come padri del nestorianesimo. Né si ebbe un momento di pace dopo la morte di Cirillo nel 444, poiché il successore al seggio d'Alessandria fu quel Dioscoro, acceso sostenitore di Eutiche e del monofisismo. Dioscoro si mise a perseguitare T. con tutti i mezzi possibili e accusandolo di nestorianesimo: T. rispose scrivendo il suo libro più importante, l'Eranistes (il mendicante), in cui attaccava il monofisismo, accusato di mendicare le idee da eresie precedenti.

Nel famigerato Concilio di Efeso del 449 [il latrocinium, secondo Papa Leone Magno (440-461)], a T. fu perfino proibito di partecipare ed egli fu condannato assieme a tutti gli altri teologi della scuola di Antiochia (Domno di Antiochia, Eusebio di Dorileo e Iba di Edessa) con l'accusa di nestorianesimo e l'insegnamento monofisita di Eutiche venne dichiarato ortodosso. Papa Leone Magno annullò le decisioni di questo Concilio, ma in contrasto con il pensiero papale, l'imperatore lo ritenne valido.

Tuttavia l'inattesa morte dall'Imperatore Teodosio II (450) e l'esecuzione capitale del potente protettore di Eutiche, il ministro eunuco Crisafio, rimisero in gioco gli Ortodossi, che ottennero dall'imperatrice (Santa) Pulcheria, essa stessa fervente cattolica ortodossa, e dall'imperatore Marciano (450-457), la convocazione di un Concilio a Calcedonia nell'Ottobre 451. In questo concilio furono condannati sia il monofisismo sia il nestorianesimo, e, sebbene malvolentieri, T. accettò di votare la condanna di quest'ultima eresia.

T. morì a Ciro nel 457 ca.

Quasi 100 anni dopo la sua morte, T. fu associato a Nestorio e condannato postumo, nel 544, dall'editto dell'imperatore Giustiniano (527-565) contro i Tre Capitoli, gli scritti, cioè di T. stesso, Teodoro di Mopsuestia e Ibas d'Edessa. In seguito a questa condanna T. fu dichiarato eretico dal II Concilio di Costantinopoli del 553, sebbene questo pronunciamento fu il risultato di una fortissima pressione esercitata da Giustiniano sul Papa Vigilio (537-555), letteralmente sequestrato affinché approvasse la scomunica decretata dal Concilio.