Arnauld (o Arnaut o Arnault), famiglia (XVII secolo)

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Scuola di Jean-Baptiste de Champaigne:

Ritratto di Antoine Arnauld

Museo Ingres (Montauban)

Famiglia di giansenisti francesi del XVII secolo.

Di questa famiglia si ricordano cinque dei venti figli dell'avvocato Antoine Arnauld (1560-1619):

1) Arnauld d'Andilly, Robert (1588-1674)

Il primogenito fu un poeta e traduttore di testi classici religiosi ed ebbe una certa influenza sulla casa regnante francese, essendo un favorito di Anna d'Austria, reggente (1643-1651) del trono del figlio minorenne, re Luigi XIV (1643-1715). Robert visse per molti anni in ritiro a Port-Royal-des-Champs.

2) Arnauld, Jacqueline (Madre Marie Angélique) (1591-1661)

Fu nominata nel 1602, ancora bambina, badessa, con il nome di Madre Marie Angélique de Sainte Madeleine, del convento cistercense di Port-Royal, che essa gestì con disciplina tollerante fino al 1608, anno in cui, in seguito ad un sermone di San Francesco di Sales (1567-1622), mise in pratica una gestione più rigida e drastiche riforme interne: l'abbazia divenne un esempio di disciplina conventuale e le sue suore furono note per la loro pietà.

Nel 1623 Jacqueline fu convertita al giansenismo da Jean Du Vergier de Hauranne, abate di Saint Cyran, e la sua dedizione alla causa fece sì che il convento diventasse il centro di riferimento del giansenismo francese. Nel 1626, a causa del clima insalubre (ma anche per essere più vicino al cuore strategico della Francia), Jacqueline fece trasferire il convento dalla sede in campagna (27 km. ad ovest di Parigi e per questo detto Port-Royal-des-Champs) nella città stessa di Parigi. Nel 1630 la sorella Agnès fu nominata badessa, ma Jacqueline continuò ad esercitare una grande influenza sulle decisioni concernenti l'abbazia. Jacqueline morì nel 1661.

3) Arnauld, Agnès (1593-1671)

Scrittrice e badessa del convento di Port-Royal dal 1630, subentrando alla sorella maggiore Jacqueline, Nel 1661 ella dovette gestire il convento in un momento drammatico: infatti, in seguito all'ennesima bolla papale di condanna del giansenismo [Ad sanctam beati Petri sedem del 1656 di Papa Alessandro VII (1655-1667)], il sinodo del clero di Parigi aveva deciso di ordinare a tutti gli aderenti al movimento giansenista (suore, sacerdoti, studiosi) di firmare un documento di condanna delle idee di Cornelius Jansen. Tuttavia l'intervento autorevole del famoso filosofo e scienziato Blaise Pascal convinse i più dubbiosi, come Antoine Arnauld e Pierre Nicole, a non sottoscrivere il documento: il tutto fu rinforzato dalla presa di posizione di Agnès, che, pur non essendo stata particolarmente favorevole al giansenismo fino a quel momento, si rifiutò anch'essa, assieme a tutto il convento, di sottoscrivere la condanna. Tuttavia la presa di posizione portò nel 1665 alla chiusura della sede parigina del convento. Agnès, ritiratasi a Port-Royal-des-Champs, morì nel 1671.

4) Arnauld, Henri (1597-1692)

Vescovo di Angers dal 1649 e influente rappresentante del giansenismo a livello episcopale per ben 43 anni.

5) Arnauld, Antoine (1612-1694)

L'esponente giansenista più autorevole della famiglia fu l'ultimogenito Antoine. Nato il 6 (o 8) febbraio 1612 a Parigi e destinato alla carriera legale, decise invece di iscriversi alla facoltà di teologia (il collegio Lisieux) all'università della Sorbona. Dopo la laurea nel 1641, egli fu convertito al giansenismo leggendo i testi di Jean Du Vergier de Hauranne, abate di Saint Cyran, e le sue idee furono riassunte nell'opera De la fréquente communion del 1643, dove attaccò il pensiero e l'opera dei gesuiti.

In seguito Antoine intervenne con due lettere nel caso del Duca di Liancourt, un frequentatore di Port-Royal, al quale era stata negata l'assoluzione da parte del curato di Saint Sulpice per aver rifiutato la condanna dell'Augustinus di Cornelius Jansen. Antoine venne, per questo, condannato (sulla condanna gravò una pesante interferenza dei gesuiti) da parte dell'università della Sorbona nel 1655 ed espulso dalla stessa nel febbraio 1656. Nulla poté neanche l'intervento di Blaise Pascal, che, nell'occasione, scrisse a sua difesa una delle sue opere maggiori: le famose Lettere provinciali.

Durante questo difficile periodo, Antoine fu ospite di amici altolocati, come la duchessa di Logueville, la cognata del re Luigi XIV e riuscì anche a comporre nel 1662, con Pierre Nicole, La Logique ou l'art de penser (La logica, o arte di pensare), noto anche come La logica di Port-Royal, un testo popolarissimo ai tempi, ristampato ben cinque volte, che trattava temi di logica, linguaggio, teoria della conoscenza e della metafisica, ed era un'appassionata difesa delle idee gianseniste confrontate con l'ortodossia cattolica e le idee protestanti.

Dodici anni più tardi (1667), però, Antoine fu tra gli artefici della cosiddetta Pace della Chiesa, una temporanea sospensione delle ostilità tra cattolici e giansenisti in Francia. Nel 1669 Antoine, sempre con Nicole, scrisse il ponderoso tomo La Perpetuite de la foi de l'eglise catholique touchant l'eucharistie (la perpetuità della fede della chiesa cattolica a proposito dell'eucaristia) a difesa della transustanziazione contro le idee calviniste.Tuttavia la tregua si ruppe nel 1679, il movimento fu perseguitato con sempre più accanimento e Antoine non poté fare altro che rifugiarsi all'estero, dapprima in Olanda e poi in Belgio, e qui, a Bruxelles, egli morì l'8 agosto 1694.

Diversi episodi della sua vita testimoniano la sua tenacia ed energia nel portare avanti le sue idee: a Nicole, che si lamentò di essere stanco di fuggire dalla persecuzione cattolica, Antoine rispose "Sei stanco quando hai tutta l'eternità per riposarti? " Tra il 1683 ed il 1685, egli s'impegnò in una lunga diatriba sulla relazione tra teologia e metafisica con il filosofo e scienziato Nicolas Malebranche (1635-1715), che si lamentò con un conoscente che Antoine l'avesse frainteso, al che gli fu risposto "Mio caro signore, chi Vi aspettate che Vi capisca, se non lo fa M. Arnauld?".