Avvakum Petrovich (ca.1620-1682) e i Vecchi Credenti o Chiesa Antica Ortodossa

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Immagine di Avvakum Petrovich

 

Premessa

La Chiesa Ortodossa Russa non ha conosciuto, al proprio interno, scismi di grande portata, paragonabili a quello che è stata la Riforma protestante per il Cattolicesimo. Tuttavia degna di nota è stata la scissione (raskol, in russo) dei cosiddetti Vecchi Credenti, avvenuta nella seconda metà del `600 per opera dell'arciprete Avvakum, come protesta contro la riforma, principalmente liturgica, attuata del patriarca di Mosca Nikon.   

La vita

L'arciprete e scrittore Avvakum Petrovich nacque nel 1620 ca. a Grigorovo, tra le odierne San Pietroburgo e Nizhny Novgorod, nella Russia settentrionale, dal pope Piotr e dalla moglie Marija. Dopo la morte del padre, A. sposò una povera ragazza orfana del suo paese, Nastasya Markovna, e diventò diacono della Chiesa Ortodosso Russa a 21 anni e prete a 23 anni.

In seguito A. fu nominato arciprete della cattedrale di Kazan e qui si scontrò con il crescente potere di Nikita Minin, detto Nikon (1605-1681), Patriarca di Mosca e della Chiesa Russa Ortodossa dal 1652, e suo ex-confratello durante la loro comune militanza in una organizzazione religiosa denominata i Guardiani (o i Zeloti) della Pietà.

Nikon aveva messo mano ad un ambizioso piano di riforma della Chiesa Ortodossa in Russia per riportarla verso gli originali canoni dell'antica Chiesa Ortodossa di Costantinopoli, convocando un sinodo nel 1654 ed un concilio nel 1656, dove fu deciso di rivedere i messali e le cerimonie religiose, abbattere le chiese in stile non conforme per ricostruirle nello stile "Vecchio Bizantino", distruggere le icone non in linea con le nuove direttive.

Il dissenso interno alla Chiesa Ortodossa fu notevole, ma Nikon trattò gli avversari con pugno di ferro, per esempio facendo dimettere, scomunicare, e mandare in esilio Pavel, il vescovo di Kolomna, vicino a Mosca (secondo alcune fonti dei Vecchi Credenti, Pavel finì bruciato sul rogo). Tuttavia il gruppo dei dissidenti, denominato Staroverji (Vecchi Credenti) o Staroobrjadtsyi (Vecchi Ritualisti) o, come in seguito essi decisero di chiamarsi, Drevlepravoslavnyi (Antichi Ortodossi), si organizzò sotto la guida di A.

Nonostante che nel 1658 Nikon cadesse in disgrazia agli occhi dello zar Alessio (1645-1676), una serie di successivi concili confermarono sostanzialmente le riforme del patriarca e nel sinodo del 1666, i Vecchi Credenti, o Raskolniki (separatisti) come oramai erano stati denominato dalle autorità, furono scomunicati: chi non riuscì a fuggire nell'impero austriaco o in Romania (soprattutto nella Dobrugia settentrionale), fu giustiziato o deportato in Siberia.

Questo fu anche la sorte di A., deportato con la famiglia a Tobolsk, in Siberia, e successivamente a Dauria, vicino al confine con la Mongolia. Le condizioni di vita erano disumane e due dei figli di A. morirono di fame: lo stesso A., per aver osato protestare contro le crudeltà del governatore locale Afanasy Pashkov, fu frustato a sangue, incatenato all'aperto sotto la gelida pioggia autunnale ed infine gettato nudo in una cella.

Ciononostante A. poté scrivere in esilio centinaia di pagine di dottrina, ma soprattutto la sua autobiografia (Zhitiye Protopopa Avvakuma: Autobiografia dell'arciprete Avvakum), considerata un capolavoro della letteratura russa del `600.

Dal 1670 egli fu imprigionato in una cella sottoterra a Pustozjerk, dove infine, il 14 Aprile 1682, per ordine dello zar Teodoro IV (1676-1682), egli fu rinchiuso con i suoi compagni di sventura in una baracca di legno e bruciato vivo.

I Vecchi Credenti o Chiesa Ortodossa d'Antico Rito

Dopo la morte di A., i Vecchi Credenti si sono riorganizzati soprattutto fuori dei confini dell'impero russo, cioè in Bucovina (ai tempi parte dell'impero austriaco, oggi in Ucraina) e in Dobrugia (parte dell'impero ottomano, oggi in Romania), sebbene abbiano poi dovuto subire una frammentazione tra popovtsyi (sacerdotali), che non rifiutano il sacerdozio e che accettano i sacramenti impartititi da preti della Chiesa Ortodossa Russa "riformata", e bepopovtsyi (asacerdotali), che negano il sacerdozio e rifiutano ogni contatto con la Chiesa ufficiale.

Soprattutto i sacerdotali in Bucovina, approfittando della libertà di culto stabilita nel 1783 da Giuseppe II d'Austria, si organizzarono, prendendo come riferimento il monastero di Belo-Krinitsa (Fontana Bianca), fondato dai Vecchi Credenti in esilio. Nel 1846 essi nominarono Metropolita Ambrogio (1791-1863), che già svolgeva questo ruolo a Sarajevo, dando origine alla gerarchia ecclesiastica che tuttora permane, e in quell'anno si costituì il gruppo più numeroso, attualmente esistente, vale a dire la Concordia di Belo-Krinitsa.

Attualmente, nel mondo, i Vecchi Credenti [il cui capo, eletto nel 2005, è il metropolita di Mosca Kornily (n. 1947)] sono tra i 2 e i 3.000.000 fedeli, presenti soprattutto nella Federazione Russa e in Romania (dove esiste una sede metropolita autonoma nella città di Braila). Esistono parrocchie di Vecchi Credenti anche in USA (in Oregon), Canada, Australia ed Europa occidentale. In Italia vi è una piccola comunità di qualche centinaio di fedeli a Torino.

Negli ultimi anni, vi sono dei segnali di riavvicinamento con la Chiesa Ortodossa ufficiale: dal 1970 quest'ultima ha tolto la scomunica ai Vecchi Credenti e permesso ai propri pope di amministrare i sacramenti in caso di necessità.