Barbelognostici o borboriani (I secolo)

Setta gnostica che credeva in Barbelos, Eone della saggezza (secondo altri testi nota come Sophia).

Ne scrisse anche Sant'Ireneo (ca. 140-200) nel suo Adversos haereses (un elenco di eresie dell'epoca), dove egli fece un accenno al testo base di questa setta, gli Apocrifi di Giovanni, solo recentemente rinvenuti a Nag Hammadi.

Negli Apocrifi, Barbelos fu descritta come la prima emanazione della Monade, "l'invisibile sopra tutti" o "la luce, pura, santa, immacolata e incommensurabile".

A sua volta, Barbelos generò Ennoia, il primo pensiero e il Demiurgo Iadalboath, creatore del mondo materiale. Ma quest'ultimo le rubò la luce, e Barbelos per compensare questa perdita, cercò continuamente di sedurre gli altri Eoni per carpirne la Luce.

A loro volta, i barbelognostici raccoglievano lo sperma dagli atti sessuali per produrre l'energia vitale per l'universo, ed in questo assomigliano ad un'altra setta gnostica, quella del fibioniti.

In alcuni testi di Nag Hammadi, dove compare il nome di Barbelos, come la Protennoia trimorfica, vi sono riferimenti cristiani alla Santa Trinità, ma in altri, come lo Zostrianos, prevale un testo sostanzialmente pagano, perciò è difficile oggi definire se i barbelognostici fossero o meno una eresia cristiana.