Cola di Rienzo (o Rienzi) (1314-1354)

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Girolamo Masini: Monumento a Cola di Rienzo (1887)

(Roma, Piazza del Campidoglio)

Nicola (detto Cola) di Lorenzo (o Rienzo o Rienzi) nacque a Roma nel 1314, figlio di un oste di Trastevere (quartiere popolare di Roma), sebbene la leggenda gli abbia attribuito un padre di nobilissime origini: niente di meno che l'imperatore Enrico VII di Lussemburgo (imperatore 1312-1313). Alla morte della madre, egli fu allevato da alcuni parenti ad Anagni, dove studiò Lettere e Latino, approfondendo la conoscenza degli autori classici, come Seneca, Tito Livio e Cicerone. Alla morte del padre, C. si recò a Roma, diventando un notaio, ma successivamente, vista la penosa situazione di degrado in cui versava la città oramai priva della sede papale dal 1309, egli si recò nel 1343 ad Avignone da Papa Clemente VI (1342-1352) per perorare la causa del ritorno del pontefice nella città capitolina.

Clemente lo nominò notaro (cioè segretario) della Camera Capitolina per informarlo sulle vicende della città, ma egli ne approfittò  per formare un governo popolare il 19 maggio 1347, di cui egli assunse la carica di tribuno. L'iniziativa ebbe uno straordinario successo e fu approvata da Clemente, che diede a C. il titolo di Rettore di Roma in condivisione con il vicario pontificio Raimondo, vescovo di Orvieto. Tuttavia, dopo pochi mesi, il potere iniziò a dargli alla testa ed egli si mise in mente di poter reinstaurare l'impero Romano, liberando le città italiane dal giogo degli imperatori tedeschi.

Era un grande sognatore idealista e ambizioso e quando assunse l'altisonante qualifica di Candidatus Spiritus Sancti, di questo se ne approfittarono i nobili romani (i Colonna e gli Orsini), da lui scacciati qualche mese prima, per fomentare la rivolta contro il tribuno. Lo stesso Raimondo di Orvieto gli voltò le spalle, addiritura scomunicandolo. C. dapprima si rifugiò a Castel Sant'Angelo e poi fuggì dalla città nel Dicembre 1347. Tuttavia, poco dopo, C. si fece influenzare dalle visioni gioachimite dell'eremita francescano spirituale Fra' Angelo, da lui conosciuto sulla Maiella, e si recò quindi a Praga nel 1350 a perorare la propria causa presso il re di Boemia (e futuro imperatore) Carlo IV (imperatore 1355-1378). Carlo lo fece rinchiudere come eretico (o forse come squilibrato) e successivamente lo spedì dal Papa ad Avignone per essere giudicato. Qui C. fu condannato a morte nel 1352, sentenza trasformata in carcere per intercessione del grande poeta Francesco Petrarca, suo estimatore.

Nel 1353, il nuovo Papa Innocenzo VI (1352-1362) lo inviò a Roma al seguito del Cardinale Egidio Alvarez Carillo de Albornoz (1310-1367), abile politico e diplomatico, che doveva preparare il terreno per il rientro del papa nella sede di Roma. C. fu nominato senatore di Roma, ma i suoi sogni di gloria mai sopiti ed una politica di tassazioni iniqua fece rivoltare il popolo romano. L'8 Ottobre 1354 la folla assaltò il Senato e linciò C., abbandonato cinicamente dal cardinale Albornoz, in quanto non più utile ai suoi scopi.