(San) Fozio di Costantinopoli (ca.810- 897)

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Icona moderna di (San) Fozio di Costantinopoli

(artista: Nicholas Papas)

Fozio nacque nel 810 ca. da una famiglia in vista di Costantinopoli: lo zio, (San) Tarasio, ne era il Patriarca. F. ebbe un'ottima educazione e fu apprezzato come un uomo di vasta cultura, filologo, esegeta ed esperto della Patristica e fu avviato ad una carriera laica come docente di filosofia e teologia e come uomo di stato. In questa sua seconda funzione, grazie alla parentela con la famiglia reale (suo fratello aveva sposato la zia dell'imperatore), F. occupò ben presto posizioni di altissimo prestigio, come quello di Segretario Capo di Stato e Capitano delle guardie del corpo.

Il tutto fino al fatidico 857, quando l'imperatore Michele III, detto l'Ubriaco (842-867), succeduto al padre Teofilo nel 842 e vissuto sotto la reggenza della madre, l'imperatrice Teodora, fino al 856, esiliò il Patriarca Ignazio, con il pretesto di aver rifiutato la Comunione a Bardas, zio dell'imperatore stesso. Michele, allora, decise di nominare F., a quell'epoca ancora un semplice laico, patriarca di Costantinopoli e per fare ciò, lo si dovette elevare alla dignità di vescovo in soli cinque giorni: fu infatti nominato patriarca il giorno di Natale dello stesso 857. Tuttavia la situazione fu complicata dal fatto che il predecessore Ignazio non aveva la minima intenzione di abdicare: intervenne quindi Papa San Nicolò I Magno (858-867), il quale, in un sinodo tenuto nel 863 in Laterano, dichiarò:

  • L'illegittimità della deposizione di Ignazio,

  • La scomunica dei legati pontifici, da lui inviati da Costantinopoli nel 861 per decidere sulla questione e che, invece, si erano fatti corrompere.

  • La scomunica di F., se questi avesse insistito nella sua usurpazione del seggio patriarcale.

Tuttavia, non solo F. non si adeguò alle disposizioni papali, ma, forte dell'appoggio dell'imperatore, scomunicò a sua volta, nel 867, il papa. Inoltre egli inviò un'enciclica a tutti i vescovi orientali, spiegando alcuni punti di divergenza con la Chiesa di Roma, la quale imponeva:

  • L'aggiunta del filioque al Credo: secondo F. invece "lo Spirito Santo procedeva unicamente dal Padre"

  • Il celibato per i preti

  • La proibizione per i preti di celebrare la Cresima

  • Il digiuno di Sabato

  • L'inizio della quaresima dal Mercoledì delle ceneri

Nello stesso anno, però, un evento inaspettato cambiò le carte in tavola: Michele fu assassinato e divenne imperatore Basilio I il Macedone (867-886). Basilio fece un'epurazione di tutti i sostenitori del precedente imperatore, compreso F. e reinstallò al suo posto Ignazio, decisione ratificata anche dal Concilio di Costantinopoli del 869, voluto da Papa Adriano II (867-872). F. fu esiliato in un monastero sul Bosforo, da dove rientrò a corte, dopo diversi anni, come insegnante di Costantino, uno dei figli dell'imperatore.

Alla morte di Ignazio del 877, la popolarità di F. era così elevata che egli fu rinominato patriarca di Costantinopoli finalmente con l'approvazione ufficiale di Papa Giovanni VIII (872-882). Il culmine del trionfo di F. si ebbe con il Concilio di Costantinopoli del 879-880, dove F. revocò le decisioni del precedente Concilio del 869, reiterò i punti di controversia con Roma e inoltre dichiarò che la Bulgaria, dove il Cristianesimo era stato dichiarato, pochi anni prima (nel 865), religione di stato dal principe regnante Boris, dovesse far parte della sfera d'influenza del Patriarcato di Costantinopoli.

Una pronta scomunica da parte di Papa Giovanni VIII non sortì alcun effetto se non quello di creare l'ennesimo scisma con le Chiese d'Oriente; tutto ciò fino al 886, quando il nuovo imperatore Leone VI, detto il Filosofo (886-912), sulla base di accuse pretestuose, depose F. per favorire la nomina di suo fratello, Stefano, procedura irregolarissima che Papa Stefano V (885-891) stigmatizzò con un'ulteriore scomunica.

F. morì, segregato in un monastero, in Armenia, nel 897. E' stato proclamato santo dalla Chiesa Ortodossa.

Nonostante lo scisma rientrasse con il Patriarca Antonio II, oramai era chiaro che il forte movimento scismatico, voluto da Fozio, aveva messo le sue radici nelle Chiese d'Oriente e attendeva il momento propizio per staccarsi da Roma: questo momento arrivò nel 1054 durante il Patriarcato di Michele Cerulario (1043-1058).