Franzoni, abate Giovanni Battista (n. 1928)

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Giovanni Battista Franzoni

Giovanni Battista Franzoni (nome di battesimo: Mario) è nato l’otto novembre 1928 a Varna, in Bulgaria, e cresciuto a Firenze. Ha studiato all’Almo Collegio Capranica di Roma tra il 1947 ed il 1950, anno in cui è entrato nell’ordine benedettino, cambiando il proprio nome da Mario in quello di Giovanni Battista (anche se viene più spesso riportato la versione semplificata di Giovanni). Successivamente ha studiato teologia al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma e nel 1955 è stato ordinato sacerdote.

Negli anni ’60 F. ha insegnato storia e filosofia nel collegio di Farfa (in provincia di Rieti), collegato alla famosa abbazia benedettina. Il 3 marzo 1964, per sostituire il dimissionario Cesario D’Amato (abate: 1955-1964), il Capitolo dei monaci benedettini propose la candidatura (accettata dalla Santa Sede) di F. come abate della basilica di San Paolo fuori le Mura, una carica equiparata a quella di vescovo. Questa basilica è la più importante delle basiliche patriarcali extraterritoriali di Roma (vale a dire, fisicamente non nel territorio del Vaticano) ed è retta da un abate delegato pontificio, e non da un cardinale (o vescovo) come nel caso delle altre basiliche maggiori di Roma (San Pietro, San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore).
Nella sua veste di “ordinario” dell’abbazia, l’abate F. ha partecipato di diritto alla terza e quarta sessione del Concilio Vaticano Secondo, che si è concluso nel dicembre 1965.

In seguito, interpretando l’enciclica Populorum progressio di Papa Paolo VI (1963-1978) del 26 marzo 1967, F. scelse di stare più vicino alla società e ai suoi problemi: furono, infatti, fondati i gruppi di studio, che si consolidarono nella Comunità cattolica di San Paolo. Tuttavia, da lì a poco ci si rese conto che la rotta di collisione con la gerarchia ecclesiastica sarebbe stata inevitabile, considerati i temi scottanti, affrontati dall’intraprendente abate: la denuncia della guerra in Vietman, la solidarietà con gli operai che occupavano una fabbrica nel quartiere Ostiense a Roma; la denuncia del militarismo, l’interesse verso la teologia della liberazione, la denuncia del Concordato del 1929 per i privilegi accordati alle istituzioni ecclesiastiche. Il 27 febbraio 1971 F. fu aggredito durante una conferenza da teppisti, che furono successivamente assolti con formula piena, e tra il 1971 ed il 1973 dovette subire tre visite (vale a dire, ispezioni), la prima “canonica”, e le altre due “apostoliche”, ma solo la terza fece capire che la maggioranza dei benedettini di San Paolo fuori le mura non voleva F. come superiore.

Il 9 giugno 1973 l’inizio della crisi finale: fu pubblicata la sua lettera pastorale La terra di Dio, forte denuncia di F. contro la speculazione edilizia a Roma, che vedeva coinvolti Democrazia Cristiana e Vaticano. Nonostante la solidarietà di alti prelati, come il cardinale e arcivescovo di Torino, Michele Pellegrino (1903-1986), il 20 agosto 1973 F. si dimise da abate della basilica di San Paolo e si trasferì dai camaldolesi di San Gregorio al Celio.

Nell’aprile 1974 F. intervenne nel dibattito sul referendum per l’abolizione della legge sul divorzio: il 14 egli scrisse Il mio regno non è di questo mondo, contro l’”interferenza” della CEI che esortava al voto abrogativo, e la reazione non si fece attendere. Fu, infatti, sospeso a divinis latae sententiae (senza la possibilità, cioè, di celebrare i sacramenti) il 26 aprile 1974. La sentenza fu così commentata sull’Osservatore Romano del 3 maggio 1974: “Per anni egli ha rimproverato alla Chiesa di essere supporto del sistema capitalistico e di ispirarsi a modelli di potere oppressivo, contrapponendovi l'immagine di una Chiesa utopistica, vagamente carismatica, ma impegnata nella lotta di classe di ispirazione marxistica. Venne così a concepire una Chiesa a sfondo prevalentemente sociale, oppure con caratteristiche soltanto spiritualistiche, astratte e soggette al relativismo morale e religioso, secondo il mutare dei tempi. “

Il 19 luglio F. fu dimesso dall’ordine benedettino, e rimase in una strana situazione di prete sospeso, ma attivo, fino alla Pasqua dell’anno dopo (30 marzo 1975), quando celebrò la messa e presiedette l’Eucaristia.
Egli è stato, infine, ridotto allo stato laicale il 2 agosto 1976, dopo essersi pronunciato a favore della legalizzazione dell'aborto e dopo aver pubblicamente (con un articolo sulla rivista Com - Nuovi Tempi) fatto dichiarazione di voto per il Partito Comunista Italiano.
Negli ultimi anni, F. ha pubblicato svariati libri e nell'aprile del 1990 si è sposato con rito civile, a Tokio, con la pedagoga giapponese Yukiko Ueno.
Nel 2000, ha fondato, con altri, l’associazione laica Campo de’ Fiori 2000, in ricordo di Giordano Bruno e degli altri dissidenti repressi nei secoli, e, recentemente, nel 2006, è intervenuto per commemorare il ventennale della morte dell’amico cardinale Michele Pellegrino, uno dei pochi, come si è detto, che lo aveva difeso nei momenti bui.