Gaspari, Luigi (1926-1995)

Luigi Gaspari nacque il 9 aprile 1926 a San Felice sul Panaro (in provincia di Modena), ultimo dei 10 figli di Augusto e Ida Gaspari, una coppia religiosa e molto devota a Padre Pio, che aveva dato utili consigli alla famiglia, nei momenti di difficoltà. E fu proprio il rapporto che G. instaurò con il cappuccino beneventano che contraddistinse la sua vita: all’età di 14 anni (nel 1940), la madre lo condusse con sé a San Giovanni Rotondo per incontrare Padre Pio. Dopo un’iniziale sgridata, quest’ultimo decise di accogliere G. come suo “figlio spirituale” e, poco dopo, gli fece pervenire messaggi d’incoraggiamento allo studio (G. si laureò in Farmacia) e d’esortazione alla preghiera.

Soltanto 14 anni dopo, tuttavia, dopo la morte del proprio padre, G. rilesse le lettere e decise di dedicarsi, come sua missione, a Padre Pio. A 30 anni, tuttavia, G. pensava già di abbandonare quest’idea, ma Padre Pio, saputo delle sue intenzioni, lo dissuase (anche spaventandolo) con le seguenti parole: “Dio parlerà attraverso te il linguaggio di salvezza per la Chiesa e per il mondo e, senza di te, Dio non farà nulla per salvare il mondo…se tu rinunciassi alla missione che Dio ti dona, Dio non ti sostituirà e abbandonerà il mondo”.
Dal 1957 al 1968 G. visitò mensilmente San Giovanni Rotondo, recandosi ogni tanto a Roma, dove, a suo dire, Padre Pio lo inviava per ottenere finanziamenti dalla Cassa del Mezzogiorno per la costruzione della Casa Sollievo della Sofferenza. Nel frattempo, nel suo paese di residenza, San Matteo della Decima (frazione di San Giovanni in Persiceto, in provincia di Bologna), G. organizzava, con un gruppo di collaboratori, viaggi di pellegrini a San Giovanni Rotondo.

Il 1968 fu un anno decisivo per G.: nella notte fra l’8 ed il 9 aprile (il giorno del suo 42° compleanno: alcuni rilevano che era lo stesso numero delle generazioni da Abramo a Cristo, ed era il terzo episodio rilevante del suo rapporto con Padre Pio, l’un l’altro distanziati esattamente di 14 anni), il suo “padre spirituale”, si manifestò con una bilocazione e lo ispirò a scrivere il libro Quaderno d’Amore (il primo di una serie), che fu composto sotto dettatura dello Spirito Santo e che ricevette l’approvazione dello stesso Padre Pio, il quale lo definì “Testamento-Promessa di grazia che si doneranno, attraverso lo spirito di queste parole, allo spirito dell’uomo che vorrà accoglierle con tutto l’amore del suo cuore”, e le cui parole andavano letteralmente “mangiate”, come in quel passo dell’Apocalisse di Giovanni (10, 10): “Presi quel piccolo libro dalla mano dell’angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l’ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l’amarezza”.

Nonostante l’esortazione del frate cappuccino di dare massima divulgazione all’opera, il libro incontrò tuttavia il divieto ecclesiastico di distribuzione presso i pellegrini che si recavano a San Giovanni Rotondo.
Nei due giorni che precedettero la morte di Padre Pio, avvenuta il 23 settembre 1968, questi palesò la sua “presenza” al figlio spirituale mediante sogni profetici, in cui G. venne istruito a diventare l’ambasciatore in tutto il mondo. Con quest’obbiettivo egli provvide alla traduzione nelle principali lingue del mondo (al momento è stato tradotto in 12 lingue) del Quaderno d’Amore, al quale viene attribuita dai seguaci di G. una capacità di ottenere grazie e miracoli, e divenne molto popolare: lo scrittore mistico viaggiò molto tra il 1968 ed il 1995 (anno della sua morte), tenendo più di 156 conferenze in tutta Europa ed ovunque si formasse un gruppo di preghiera, ispirato a Padre Pio. A riguardo G. ebbe contatti, in questo periodo, con un altro “figlio spirituale” di Padre Pio, vale a dire Saverio Casarin, fondatore dell’associazione “Luce di Vita”, ispirata agli insegnamenti del taumaturgo Basilio Roncaccia

L’impegno nell’apostolato a favore della figura di Padre Pio, tuttavia, si scontrò con l’ostracismo da parte della gerarchia ecclesiastica e di monsignor Riccardo Ruotolo (n. 1928) [che G. paragonò al famigerato inquisitore Tomàs de Torquemada (1420-1498) o a Stalin!], direttore generale della Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo, di cui è poi diventato vescovo ausiliario nel 1995. Questi prese le distanze dalle iniziative di G., il quale, si precisava, non faceva parte dei gruppi di preghiera ufficiali, né era autorizzato di compiere conferenze per conto della Casa Sollievo della Sofferenza. A questo si aggiunse un richiamo a vigilare che, presso i pellegrini di Padre Pio, circolassero gli autentici scritti del futuro santo.

G. morì il 18 novembre 1995 a Cesenatico (provincia di Forlì), e poco dopo è stato fondato da Silvio Causo, e da altri fedeli, il Comitato per la Diffusione delle Opere del dott. Luigi Gaspari (CDOLG) (sito: http://www.archiviogaspari.it/html/index1.htm oppure http://www.quadernodellamore.net/html/index1.htm), il cui scopo è proprio di continuare la divulgazione degli scritti del “figlio spirituale” di Padre Pio.