Giovanna d'Arco (Jeanne d'Arc), detta la Pulzella d'Orléans (1412-1431)

Fare clic per visualizzare la foto

Jean A.D. Ingres: Giovanna d'Arco all'incoronazione di Carlo VII

(Louvre - Parigi)

Il periodo storico

Nel 1415 scoppiò per la terza volta la guerra, detta dei Cent'anni (1339-1453), tra Inghilterra e Francia, e questa volta, essa iniziò nella peggiore maniera per i francesi, sconfitti pesantemente ad Azincourt, in Artois, per opera degli inglesi, mentre il re d'Inghilterra Enrico V (1413-1422), fu nominato erede ufficiale da suo suocero, il re di Francia Carlo VI, detto il folle (1380-1415, m. 1422).

Tuttavia l'investitura di Enrico, appoggiata dal Duca di Borgogna, non fu accettata dal Duca di Orléans e dal suo alleato, il Conte di Armagnac. I due nobili nominarono invece nel 1422 il delfino Carlo, re di Francia con il nome di Carlo VII, ed egli fu successivamente soprannominato il Vittorioso (1422-1461).

Tuttavia l'inizio del regno di Carlo VII fu tutt'altro che vittorioso, poichè le truppe del nuovo re d'Inghilterra, Enrico VI (1422-1471), occuparono tutte le terre a nord della Loira e posero d'assedio Orléans nel 1428.

Giovanna d'Arco

Giovanna d'Arco, quintogenita di un contadino locale, di nome Jacques, nacque, probabilmente il 6 Gennaio 1412, a Domremy in Champagne, nella Francia orientale. Ella condusse una vita del tutto normale fino all'estate del 1425, quando disse di sentire delle voci e ad avere delle visioni, in cui vedeva e parlava con Santa Caterina, Santa Margherita e San Michele.

Solo nel 1428 la fanciulla si convinse che le visioni la incitavano a correre in aiuto del re Carlo VII. G. quindi abbandonò Domremy per recarsi a Chinon (vicino a Tours), dal re, che ella riconobbe senza esitazione, nonostante che il sovrano, per metterla alla prova, si fosse travestito come uno dei suoi attendenti. Pur convincendosi dell'investitura divina della fanciulla, Carlo la inviò a Poitiers per essere esaminata da un collegio di vescovi e solo dopo aver superato anche quest'esame, a G. fu permesso di vestirsi da guerriera e di adottare una bandiera bianca come distintivo.

L'effetto di G. sulla morale delle truppe francesi fu galvanizzante: l'8 Maggio 1429, nonostante la Pulzella venisse ferita da una freccia al petto, l'assedio inglese di Orléans fu levato e il 18 Giugno i francesi vinsero la battaglia di Patay. G. portò di vittoria in vittoria le truppe, e i loro (spesso) recalcitranti comandanti, tra cui il famigerato Gilles de Rais (1404-1440) (in seguito passato alla storia, per i suoi orrendi delitti, come il famigerato Barbablù), fino a Riems, dove il 17 Luglio 1429, Carlo VII fu incoronato solennemente. Nel Settembre dello stesso anno, però, un tentativo d'assedio di Parigi fallì e G. fu nuovamente ferita, questa volta al fianco.

L'anno successivo, durante la difesa della città di Compiègne dall'attacco delle truppe del Duca di Borgogna, alleato degli inglesi, G. fu fatta prigioniera durante una sortita, il 24 Maggio 1430. Purtroppo fu qui che si evidenziò che G. non aveva certo molto credito alla corte francese: infatti l'ingrato Carlo VII non mosse un dito per cercare di salvarla, per esempio avrebbe potuto proporre un baratto tra G. e dei prigionieri inglesi di alto rango.

Nel frattempo i borgognoni la vendettero agli inglesi, i quali, a loro volta, la consegnarono agli inquisitori e al suo principale accusatore, il vescovo di Beauvais, Pierre Cauchon (m. 1442), con l'accusa di eresia e stregoneria. L'interrogatorio, che si svolse a Rouen, durò dal 21 Febbraio al 17 Marzo 1431, dove ben 72, ridotti poi a 12, capi d'accusa furono pronunciati contro la Pulzella. Fu, infatti, accusata, tra l'altro, di riferire direttamente a Dio mediante le sue "voci", di rifiutare la gerarchia ecclesiastica, di essersi vestita di abiti maschili contro la legge divina, di aver evocato i demoni, di essere una blasfema contro Dio e i santi. A questo punto gli inquisitori misero in atto una sottile pressione psicologica, anche mediante tortura, per convincerla ad abiurare, cosa che G. finalmente fece il 23 Maggio in pratica davanti al rogo pronto per lei.

Ma, il 27 Maggio successivo, G. comparì davanti agli inquisitori in vestiti maschili, non si sa se volontariamente o perché le erano stati tolti quelli femminili. Comunque questo era un formidabile pretesto perché gli inquisitori, pressati dagli inglesi, la dichiarassero relapsa, in altre parole una persona che aveva ritrattato l'abiura. G. fu quindi bruciata sul rogo il 30 Maggio 1431 e durante la sua esecuzione, fu ridotta l'altezza delle fiamme per far vedere al popolo "tutti i segreti che possono e dovrebbero essere in una donna". Le sue ceneri furono poi gettate nella Senna.

Nel 1456 si svolse il suo processo di riabilitazione, che annullò la sentenza del vescovo Cauchon e infine nel 1920 G. fu dichiarata Santa da Papa Benedetto XV (1904-1922).