Marcione (ca. 85- ca. 160)

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Marcione di Sinope

La vita

Marcione era figlio del vescovo di Sinope della provincia del Ponto, nato, secondo la maggior parte degli autori, nel 85 ca. (ma secondo altri nel 100 o addiritura nel 110). In età adulta diventò alquanto benestante, facendo l'armatore e, grazie alla sua vita di castità e ascetismo, fu nominato vescovo. Tuttavia fu scomunicato dal suo stesso padre, probabilmente per le sue idee religiose, rimanendo priva d'ogni fondamento una versione piccante, riportata da Epifanio, di un'infatuazione di M. per una giovane vergine.

Nel 140, M. si recò a Roma, giungendo nel periodo di sede vacante tra Papa Igino (136-140) e Papa Pio I (140-155), e cercando di entrare nella comunità cristiana locale, anche per mezzo di generose elargizioni: donò, infatti, l'enorme cifra di 200.000 sesterzi, denaro che però gli fu restituito quando si rese concreto il suo definitivo strappo dalla Chiesa Cattolica.

Egli, infatti, diede luogo al primo scisma nella storia del Cristianesimo nel 144: la sua chiesa dei marcioniti organizzata e strutturata, ebbe il suo massimo splendore durante il papato di Aniceto (155-166), e continuò, con una certa risonanza, fino al VI secolo, soprattutto nella parte orientale dell'impero.

M. ebbe, in seguito, molti allievi degni di nota, tra i quali spiccò Apelle e morì, probabilmente, nel 160.

La dottrina

Dal punto di vista dottrinale, M., oppositore del mondo giudaico, negò l'importanza per i cristiani del Vecchio Testamento e propugnò il concetto dualista di due Dei, il Dio del Vecchio Testamento (che peraltro egli totalmente rigettava), vendicativo e terribile Demiurgo creatore del mondo, e il Dio del Nuovo Testamento, descritto dal Cristo come buono e misericordioso e che aveva mandato Suo Figlio per riscattare il genere umano.

Inoltre M. riteneva che tutta la materia fosse male e seguì la dottrina del Docetismo, in cui il corpo di Cristo era del tutto immateriale in contrasto con i Cattolici, che credevano nella totale incarnazione del Cristo. In ciò M. si avvicinò alle posizioni del gnostico Cerdo, sebbene, d'altra parte, M. non si possa definire totalmente un gnostico, in quanto la salvezza per lui non derivava dalla gnosi, ma dalla grazia.

I testi canonici per i marcioniti

Per M., gli unici testi canonici accettati furono quelli depurati di quelle parti che facevano riferimento alla tradizioni ebraica, come 10 delle lettere di S.Paolo (escludendo le pastorali) e una forma abbreviata del Vangelo di Luca (mancante di parti come, ad esempio la nascita di Gesù).