Potay, Michel (n. 1929) ed i Pellegrini di Arès

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Michel Potay

Il francese Michel Potay è nato nel 1929 da una famiglia atea comunista, a Suresnes, nella periferia di Parigi. Rimasto orfano di padre a 13 anni, egli ha studiato come fisico e ingegnere, specializzandosi in termodinamica e meccanica dei fluidi, ed ha mantenuto per anni lo stesso agnosticismo di sinistra, ereditato dal padre. Ma tra il 1964 ed 1966, dopo studi esoterici ed occultisti, P. ritrovò la fede cristiana, optando per la Chiesa Ortodossa (probabilmente in ricordo della positiva accoglienza che aveva ricevuto da questa chiesa, tanti anni prima, il nonno spretato e colpito da ostracismo dalla gerarchia cattolica), dalla quale venne ordinato sacerdote nel 1969, l’anno dopo il suo matrimonio (i preti ortodossi possono sposarsi). Nel 1971 P. ha accettato di diventare il rappresentante della Chiesa Ortodossa Vivente (o Rinnovata) (la frazione che nel 1925 aveva riconosciuto il regime sovietico), ma nel 1973 ruppe con questa denominazione, per i legami troppo stretti con la propaganda sovietica in occidente.

Decise allora, nel gennaio 1974, di trasferirsi ad Arès (nella Gironda), dove s’installò con la moglie Christiane, le prime due figlie (Nina ed Anne, la terza – Sara - sarebbe nata nel 1975) ed una famiglia di seguaci, i Brouillet, in un complesso di edifici, facenti parte di un albergo-ristorante abbandonato. Qui, la notte del 15 gennaio 1974, secondo il suo racconto, egli ebbe la prima di una serie di visioni (in tutto 40 apparizioni, fino al 13 aprile dello stesso anno) di Gesù Cristo, una figura alta di aspetto levantino e dall’aspetto nobile, che gli dettò il testo di quello che P. chiamerà Il Vangelo dato ad Arès. Gesù gli apparve con tre stimmate, e non quattro, perché fu spiegato a P. che uno dei piedi di Cristo fu semplicemente legato per la mancanza di un chiodo. Tre anni dopo, tra il 2 ottobre ed il 22 novembre 1977, P. assistette a cinque teofanie (manifestazioni di Dio), sotto forma di “battaglia celeste” in un cielo luccicante, alla quale seguì la visione di un bastone abbagliante, da cui usciva la Voce di Dio, che gli dettò Il Libro e lo investì, come “Fratello Michel”, di una missione profetica, simile a quella di Abramo, Mosè, Gesù e Maometto.

I due testi dettati (Il Vangelo dato ad Arès ed Il Libro) formeranno quello che, dal 1984, si definirà La Rivelazione di Arès, i cui punti chiave sono i seguenti:

  1. I dogmi e le prescrizioni religiose sono superstizioni e non sono influenti nella salvezza dell’uomo.
  2. Le buone azioni sono più importanti della fede.
  3. Ogni uomo giusto, anche se non credente, è giustificato.
  4. La salvezza dell’uomo e del mondo nasce dalla propria ricostruzione spirituale, libera da ogni vincolo. Infatti, la libertà assoluta rende di più in termini di bontà e felicità, rispetto a qualsiasi sistema.
  5. Il Padre ha fiducia nell’uomo come un individuo capace di diventare Dio, e che nessuna istituzione, clero o legge ha diritto di rappresentare o comandare l’uomo.
  6. Considerando che comunque è l’uomo che inizia il male, egli ha il libero arbitrio di decidere di impegnarsi per il proprio bene.

I punti discordanti con l’ortodossia cristiana sono numerosi: sono, per esempio, esclusi, tra i libri sacri, il Vangelo di Giovanni, l’Apocalisse, le lettere di Giovanni, Pietro e Paolo. È incluso, invece, il Corano mussulmano, oltre, ovviamente, alla stessa Rivelazione d’Arès. Sono rigettati la Santa Trinità, la natura divina di Cristo, la Messa (sostituita da una “memoria del sacrificio”), l’uso dell’acqua benedetta, il sacramento della confessione, il culto dei santi (ma non quello della Madonna). La polemica contro la Chiesa, le religioni (il “re bianco”) e i loro rappresentanti (preti, vescovi e teologi) è molto accesa, come lo è anche quella contro il potere della politica, dell’economia e della cultura (il “re nero”).

Dal momento del ricevimento dei testi, P. s’impegna a diffondere questi messaggi, attirando un certo numero di seguaci, denominati i Pellegrini d’Arès dal fatto che, tutte le estati (tra il 21 giugno ed il 15 agosto), essi vengono in pellegrinaggio alla città girondina. Un nome quasi identico viene dato al periodico, fondato da P. nel 1978 (e che dal 1988 è pubblicato anche in inglese): Le Pèlerin d’Arès (Il pellegrino d’Arès), che ha pubblicato La Rivelazione, dopo che 47 editori francesi, interpellati da P., si sono rifiutati di pubblicarlo o lo hanno semplicemente ignorato.

Il movimento (che non si definisce una religione) è continuamente monitorato dalle organizzazioni anti-sette francesi (come, ad esempio, l’UNADFI, l’Unione Nazionale delle Associazioni per la Difesa della Famiglia e dell’Individuo), che non hanno rilevato al momento niente di particolare, probabilmente grazie anche alle capacità carismatiche e di comunicazione di “Fratello Michel”. Maggiori polemiche (sotto forma di scontri e contestazioni) hanno però suscitato le conferenze organizzate da P. e i suoi missionari nel 1988, attraverso la loro associazione L’oeil s’ouvre (L’occhio si apre), sciolta nel 2001.
Il numero dei Pellegrini di Arès è valutabile in circa 5.000 adepti, soprattutto in Francia e nei paesi francofoni (Belgio e Svizzera) e con membri sparsi in Germania, Gran Bretagna, Ungheria, Irlanda, Polonia, Russia, ed in Africa, Australia, Nuova Zelanda, Canada e Stati Uniti.

Il sito Internet è www.adira.net/, ma sono attivi anche i siti www.freespirituality.net/MP-RdA/ e www.revelation-ares.info/accueil/.