Pusey, Edward Bouverie (1800-1882) e puseyismo

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Una caricatura dell'epoca di Edward Bouverie Pusey

 

I primi anni

Il teologo anglicano Edward Bouverie Pusey nacque a Pusey, vicino ad Oxford, il 22 agosto 1880, secondogenito di Philip Bouverie (1746-1828) e della moglie Lucy Sherard (m. 1858). Philip, a sua volta, era il 7° figlio di Jacob de Bouverie (1694-1761), 1° visconte di Folkestone, ed aveva adottato il cognome di Pusey, quando era venuto in possesso della tenuta paterna sito in quel luogo. Il primogenito di Philip e fratello maggiore di Edward, Philip junior (1799-1855), fu un personaggio abbastanza noto nella vita politica dell'epoca, come parlamentare e co-fondatore della Royal Agricultural Society.

Tornando al nostro, dopo aver studiato al collegio di Eton, P. entrò al collegio universitario di Christ Church ad Oxford, diventando poi professore al collegio Oriel nel 1824. Dopo un periodo di tre anni all'estero, all'università di Göttingen, per studiare lingue orientali e teologia tedesca, nel 1828 P. si sposò con Maria Catherine Barker (m. 1839) e fu nominato professore regius (in altre parole, un titolo istituito dalla Corona britannica) di lingua ebraica al Christ Church, collegata all'omonima cattedrale, della quale divenne canonico.

P. ed il movimento di Oxford

Benché P. mostrasse un certo interesse per le idee del movimento di Oxford e collaborasse con John Henry Newman alla pubblicazione dei 90 Tracts for the Times (Trattati, od opuscoli, per il tempo attuale), egli non entrò a farne parte che nel 1835.

Nel 1841, dopo la pubblicazione del 90° ed ultimo trattato, in cui Newman affermò che i Trentanove articoli del 1571 della Chiesa d'Inghilterra erano in perfetta sintonia con il Cattolicesimo, le violentissime polemiche che ne seguirono portarono alla fine di queste pubblicazioni e aprirono la strada della conversione - avvenuta nel 1845 - di Newman alla Chiesa cattolica romana.

P. rimase quindi - assieme a John Keble - l'unico leader del movimento di Oxford, ma nel 1843 il suo sermone The Holy Eucharist a Comfort to the Penitent (La Sacra Eucaristia come conforto al penitente) fu condannato dal Vice Cancelliere e da sei teologi dell'università oxoniense: la dottrina della reale presenza del corpo e del sangue di Cristo nell'Eucaristia contrastava con il dogma calvinista, imperante nella Chiesa anglicana dell'epoca, della loro presenza meramente simbolica.

Il puseyismo

P. fu sospeso dalla possibilità di predicare per due anni, tuttavia la sua popolarità salì alle stelle (furono vendute 18.000 copie del sermone incriminato!) ed egli divenne, in pratica, il capofila del puseyismo, una corrente anglo-cattolica, che mirava alla "via media", vale a dire una posizione dottrinale dell'anglicanesimo mediata tra cattolicesimo e protestantesimo.

Tra l'altro, si ricordano il suo impegno per l'introduzione degli ordini religiosi nell'anglicanesimo, e, soprattutto, i suoi due sermoni del 1846, dal titolo The Entire Absolution of the Penitent (La piena assoluzione del penitente), nei quali egli affermava la possibilità della confessione auricolare e la validità dell'assoluzione data dal clero anglicano: proprio a questo periodo risale, infatti, l'introduzione della pratica della confessione nella Chiesa d'Inghilterra.

Uno degli obiettivi di P. era la maggiore concordanza (e forse di una fusione) tra anglicani e cattolici, ma la decisione, nel 1869-70, di papa Pio IX (1846-1878) di far approvare il dogma dell'infallibilità papale da parte dell'assemblea del Primo Concilio Vaticano chiuse definitivamente le porte al dialogo tra cattolici e anglicani.

La morte di P.

Dopo anni di studio, la vita di P. fu funestata dalla morte dell'unico figlio nel 1880: la salute di P. subì un colpo, dal quale egli non si riebbe mai più. Il 16 settembre 1882, dopo una breve malattia, P. morì ad Ascot Priory, nella contea inglese del Berkshire. Egli fu sepolto nella cattedrale di Oxford, di cui era stato canonico per 54 anni.