Umiliati (dalla fine del XII secolo)

Fare clic per visualizzare la foto

L'abbazia di Viboldone, vicino a Milano, sede dell'Ordine degli Umiliati

 

Il movimento spontaneo degli Umiliati nacque alla fine del XII secolo per opera di tessitori e lavoratori della lana lombardi, uomini e donne, che espressero il desiderio di vivere come una comunità laica, praticando la penitenza, la continenza e aiutando i poveri. Alcuni autori anglosassoni fanno invece risalire la fondazione del movimento degli U. al giurista piacentino Ugo Speroni, stravolgendo così l'origine popolare di questa setta.

Avendo chiesto il riconoscimento del loro movimento a Papa Alessandro III (1159-1181), gli U. furono accettati ma con la proibizione di predicare. Tuttavia si diffusero alcune dottrine eretiche ritenute pericolose dalla Chiesa, come il rifiuto dei sacramenti, portate da elementi catari, patarini e arnaldisti infiltrati nel movimento. Questo ed il contemporaneo non rispetto del divieto di predicare convinsero Papa Lucio III (1181-1185) a scomunicare gli U. con la bolla Ad abolendam nel 1184 durante il Concilio di Verona.

Successivamente gli U. si divisero tra:

  • Quelli che mantennero un atteggiamento eterodosso, scegliendo di confluire nel movimento valdese e

  • Chi, invece, cercò con successo un'approvazione ufficiale dalla Chiesa cattolica, previo atto d'obbedienza.

Questi ultimi, con a capo Giacomo Rusca (diventato poi Fra' Giacomo di Rondineto) e Lanfranco di Lodi (o di Viboldone), furono riconosciuti nel 1199 da Papa Innocenzo III (1198-1216) come regolare Ordine, le cui comunità prosperarono, nei secoli successivi, nella produzione di tessuti. Queste comunità seguirono le regole Benedettine e durarono fino al 1571, anno in cui l'Ordine, ormai in declino, fu soppresso.