Bogomilismo (X secolo)

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Un francobollo della Bulgaria commemora la condanna a morte di Basilio, capo dei bogomili bulgari.

La storia

Il bogomilismo, la più importante eresia della fine del I millennio, nacque verso il 930 in Bulgaria. Esso derivò da influenze dualiste, portate nel IX secolo dai missionari pauliciani armeni stanziati su ordine dell'imperatore bizantino Costantino V Copronimo (718-775), dal 754, nella zona cuscinetto della Tracia, tra l'impero bizantino ed il territorio dei bulgari. Ai pauliciani, probabilmente si unirono i manichei, sempre più perseguitati dai bizantini: essi, per sopravvivere, si erano portati oltre i confini dell'impero: verso il Turkmenistan e la Cina ad est, e verso la penisola balcanica ad ovest. Quest'influenza manichea fece sì che, nel Medioevo i b. ed i successivi catari fossero genericamente denominati, per l'appunto, "manichei" dai loro avversari.

Tornando al b., si fa tradizionalmente risalire la fondazione della setta ad un prete, o pope, di nome Bogomil, la cui etimologia é la stessa del nome greco Teofilo, vale a dire "amato da Dio". Di lui si fece menzione in alcuni documenti, tra cui un lavoro del vescovo Cosma, risalenti al regno di Pietro, zar dei Bulgari (927-969). E perfino quest'ultimo monarca lasciò una personale testimonianza scritta sul nascente movimento in due sue lettere indirizzate, intorno al 940, al Patriarca di  Costantinopoli, Teofilatto, con relativa risposta del prelato, il quale definì il b. come un'eresia neomanichea. Nel 1014, la Bulgaria occidentale fu invasa dalle truppe bizantine dell'imperatore Basilio II Bulgaroctono (976-1025), ma così facendo, il b. poté diffondersi anche nell'impero.

Al 1118 risalì l'incauta predicazione di Basilio, capo dei b., che, invitato ad esporre le sue idee davanti all'imperatore Alessio I Comneno (1081-1118), si espresse liberamente. Sfortunatamente per lui, nascosti da una tenda, gli scrivani di corte trascrissero ogni sua parola, analizzata successivamente dai teologi e questi  convinsero facilmente l'imperatore a far imprigionare Basilio. L'imperatore, esperto teologo lui stesso, fece varie visite a Basilio in prigione per convincerlo ad abiurare, ma avendo solo ricevuto dei dinieghi, lo fece condannare al rogo. Il tutto venne descritto nell'Alessiade, scritta dalla figlia dell'imperatore, Anna Comnena e nella Panoplia dogmatica, redatta dal monaco Eutimio Zigabeno, che chiamò i b. sprezzantemente fundagagiti o fundaiti, cioè vagabondi.

Durante il regno del nipote di Alessio, Manuele I Comneno (1143-1180), il b. si diffuse nell'impero, tant'è che anche lo stesso Patriarca di Costantinopoli, Cosma Attico, fu destituito nel 1147, a causa di una "pericolosa" amicizia con il "perfetto" bogomilo, Nifone. In questo periodo iniziarono, da parte dei bizantini, le persecuzioni, fino al 1204, quando gli effetti devastanti sullo stato bizantino provocati dalla IV Crociata permisero un allentamento della repressione dei b.

Ci fu, nel frattempo, una vasta diffusione del b. nel secondo Regno Bulgaro, resosi indipendente nel 1185. Qui, nonostante che lo zar Boris (1207-1218) avesse convocato un concilio a Tarnovo nel 1211 per condannare il b., il successivo zar, Ivan Asen II (1218-1241) trattò con tolleranza il movimento. Nel frattempo, la Chiesa bogomila si era scissa in cinque chiese locali, denominate C. di Bulgaria (detta ordo Bulgariae), C. di Romania, C. di Melinguia (in Macedonia), C. di Dalmazia (tutte dualiste moderate) e C. di Dragovitza (in Bosnia), l'unica che propagandava un dualismo più radicale e che forse risentiva di una forte influenza pauliciana. In Bosnia il b. toccò il massimo livello di diffusione e fu perfino accettato nel 1199 come religione di stato sotto il ban Kulin (1180-1214). I cattolici della zona, facendo base dai possedimenti veneziani in Dalmazia, tentarono addiritura una crociata per abbattere lo stato bogomilo della Bosnia, ma furono respinti.

Non altrettanta fortuna ebbero i b. in Serbia, perseguitati dal principe Stefano Nemanja (1168-1196) oppure in Ungheria, dove furono sterminati nel 1200 per ordine del re Imre (1196-1204), su sollecitazione di Papa Innocenzo III (1198-1216). Ma, come si é già detto, fu la Bosnia la nazione più favorevole per il b.: era originario di Dragovitza quel vescovo, Niceta, responsabile, secondo alcuni, addirittura dell'introduzione del catarismo in Italia settentrionale ed in Francia meridionale o, più probabilmente, dell'evoluzione in senso assolutista della stessa eresia catara. Infine, con l'invasione dei Turchi, rispettivamente nel 1396 della Bulgaria e nel 1463 della Bosnia, il b. si estinse come setta nelle zone balcaniche e venne riassorbito dall'Islam.

La dottrina

La dottrina, stabilita da Bogomil, si basava su un concetto dualista moderato: Dio aveva due figli, Cristo e Satana (Satanael). Quest'ultimo, il figlio ribelle, veniva dai b. identificato con il demiurgo o il Dio dell'Antico Testamento ed era responsabile della creazione del mondo materiale e dei corpi degli uomini, all'interno dei quali erano stati imprigionati gli angeli (un concetto simile a certe dottrine gnostiche o marcioniste).

Satanael aveva creato Adamo ed Eva ed avuto relazioni sessuali con quest'ultima, generando Caino. Successivamente, sotto forma di serpente, aveva fatto sì che Eva tentasse Adamo per generare Abele, successivamente ucciso da Caino. Per tutto ciò, Satanael era stato punito, ma non sconfitto, da Dio Padre.

La missione, quindi, di Cristo sulla terra era di sconfiggere definitivamente Satanael e di liberare gli angeli intrappolati nei corpi umani. Per fare ciò, Egli aveva preso, ma solo in apparenza, una natura umana (pur rimanendo sempre puro spirito: un concetto docetista) entrando, come spirito, in Maria Vergine attraverso l'orecchio e nascendo sempre attraverso lo stesso organo. Cristo, per i b., era morto sulla croce, ma solo in apparenza, sceso agli inferi per sconfiggere definitivamente Satanael e togliere la desinenza divina "el" dal suo nome, diventato Satana, ed infine era salito al cielo dal Padre. Ovviamente il Male, rappresentato dalla materia, era il nemico da combattere e quindi i b. più osservanti rifiutavano i rapporti sessuali ed il matrimonio, erano vegetariani e non bevevano il vino. Infatti, oltre al celibato, essi si astenevano dal consumare qualsiasi cosa che avesse avuto origine da un atto sessuale, come carne, formaggio, uova.

Inoltre i b. odiavano la croce, simbolo dell'omicidio apparente di Cristo ed erano iconoclasti verso tutte le immagini sacre. Essi ritenevano inutili i sacramenti, eccetto il Consolament, il battesimo spirituale, che poteva essere dato una sola volta nella vita, e rifiutavano le festività ecclesiastiche e la maggior parte delle preghiere, escluso il Padre Nostro, l'unico da loro accettato e recitato ben otto volte il giorno.

Come i manichei, e successivamente i catari, anche i b. avevano un'organizzazione sociale basata sui "perfetti", che seguivano con estrema coerenza i dogmi della setta ed erano impegnati nell'attività missionaria.

I testi

I b. rinnegavano tutto l'Antico Testamento e tutti gli studi di Patristica, concentrandosi solo sul Nuovo Testamento (con particolare riferimento all'Apocalisse), al quale ovviamente fu data un'interpretazione allegorica d'ispirazione docetista. Svilupparono, invece, una ricca produzione apocrifa, di cui si possono citare l'Interrogatio Iohannis, (le domande di Giovanni evangelista), il Vangelo di Nicodemo ed il suo derivato, il Legno della Croce, e la Visione di Isaia. Soprattutto il primo testo è stato considerato la base dottrinale della setta, ma anche del catarismo: fu portato dalla Bulgaria in Italia da Nazario, vescovo cataro di Concorrezzo e divenne il secretum (libro segreto) degli albigesi.