Enrico di Losanna (o di Tolosa o di Le Mans o Enrico il monaco) (att. 1° ½ XII secolo)

Se sulla vita di Pietro di Bruis, suo precursore, si sanno poche notizie, se ne conoscono ancora meno su questo ex monaco diacono dell'ordine di Cluny. Anche per questo motivo egli viene citato spesso con i vari nomi delle città dove predicò, come si può notare nel titolo. Nel 1116, dopo aver lasciato il convento, Enrico iniziò la sua carriera nella città di Le Mans, nel nord della Francia, dove, ottenuto il permesso di predicare in pubblico da parte del vescovo Ildeberto di Lavardin (1056-1133), riuscì a creare, con le sue prediche contro la corruzione del clero, un tale insurrezione da parte del popolo, da obbligare lo stesso vescovo a scacciarlo, con fatica, dalla città.

E. proseguì allora come predicatore errante per tutta la Francia (Poitiers, Bordeaux) e in quegli anni incontrò colui che avrebbe influenzato il suo pensiero: Pietro di Bruis. Come Pietro, E. rifiutava il battesimo dei bambini e quindi il peccato originale, considerato un problema solo di Adamo ed Eva, e non di tutta l'umanità. Sempre, come il suo maestro, E. contestò anche gli altri sacramenti, i riti, come la messa, il ruolo dei preti e del clero, le ricchezze dei vescovi.

Egli credeva nella predestinazione, per cui i morti erano immediatamente salvati o dannati, indipendentemente dalle preghiere e dalle messe di suffragio, ma anche dai meriti acquisiti in vita, come credeva invece Pietro di Bruis. Inoltre rispetto a quest'ultimo, E. non attuò mai quella sistematica distruzione delle croci, né rifiutò parti del Vecchio e Nuovo Testamento, fatto che contraddistinse i petrobrusiani.

Nel 1134, E. fu arrestato su ordine dell'arcivescovo di Arles ed inviato al sinodo di Pisa, dove abiurò le sue credenze ed accettò di ritornare in monastero a Citeaux. Invece, una volta tornato in Francia, E. si guardò bene di recarsi nel monastero e riprese la predicazione, in particolare nella zona di Tolosa, appoggiato da Ildefonso, conte di Saint-Gilles. Preoccupati, le autorità religiosi locali chiamarono in soccorso San Bernardo nel 1145, che recatosi in Linguadoca si rese conto dell'enorme diffusione di dottrine eretiche, sia portate da E. stesso, che dai catari. Ildefonso fu convinto da Bernardo e dal legato pontificio Alberico di Beauvais a non appoggiare più E., che fu infine catturato e di lui non si seppe più nulla: si suppone che sia morto da lì a poco.

I suoi seguaci, denominati enriciani sopravvissero fino al 1152 ca.