Andreae (o Andrea), Johann Valentin (1586-1654)

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Johann Valentin Andreae

 

La vita

Johann Valentin Andreae nacque il 17 agosto 1586 a Herrenberg, nello stato tedesco del Württemberg, dal pastore luterano e alchimista Johann Andreae (1554-1601), figlio, a sua volta, del famoso teologo luterano e rettore dell'università di Tubinga, Jakob Andreae (1528-1590), noto come il Lutero del Württemberg e uno degli artefici della Formula di Concordia del 1577.

Alla morte del padre nel 1601, la madre Maria Moser (1550-1631) trasferì la famiglia a Tubinga, dove A. entrò alla facoltà di teologia, ottenendo il baccalaureato nello stesso anno e diventando magister nel 1605, tuttavia, solo due anni dopo, egli fu coinvolto in un losco giro di studenti universitari e prostitute, dando così il pretesto al severo rettore Mathias Enslin, fautore dell'assolutismo monarchico, di espellere l'ingenuo A., prendendosi così la rivincita sulla potente e influente famiglia Andreae, sua avversaria nella lotta per il potere in città.

A. decise allora di cambiare aria, andando a vivere per un anno a Strasburgo e visitando, nel contempo, Heidelberg, Francoforte, Mainz e Lauingen, ma già nel 1608 era di ritorno a Tubinga, diventando amico dell'avvocato Tobias Hess (1558-1614) e di Abraham Hölzel, entrambi legati a quelle correnti mistiche luterane, il cui riferimento era lo scrittore e teologo Johann Arndt, precursore del pietismo. Ancora una volta le discusse amicizie di A. permisero al rettore di Tubinga, questa volta Johann Friedrich, di imbastire un'inchiesta, con l'accusa di chiliasmo (millenarismo), contro A., il quale venne salvato dalla condanna solo grazie all'intervento diretto del duca Federico I di Württemberg (1593-1608), compagno di studi alchemici di suo padre.

Tuttavia, essendogli stato impedito l'accesso all'università, A. lasciò Tubinga, per visitare Berna, Friburgo, Losanna e Ginevra: in queste ultime due città egli poté accertarsi di persona delle differenze tra il calvinismo e il luteranesimo, che egli, come tanti altri studiosi mistici e pietisti, considerava troppo legato ad un'osservanza rigida e superficiale della vita religiosa.

Nel suo continuo pellegrinare A. visitò anche Lione, Parigi, Zurigo, Basilea, e, in Italia, Venezia, Padova, Verona e Roma. Finalmente, nel 1612, A. rientrò a Tubinga, dove il professore di teologia Matthias Hafenreffer (1561-1619), amico della sua famiglia, riuscì a fargli continuare i suoi studi di teologia e a farlo nominare pastore luterano a Vaihingen, un piccolo centro del Württemberg (Tuttavia fu solo nel 1641 che A. fu nominato dottore, honoris causa, in teologia).

Il manifesto dei Rosa Croce

Nel 1614 comparve a Cassel, in Germania, il manifesto base di un misterioso movimento mistico occultistico, denominato Confraternita della Rosa+Croce, dal titolo Allgemeine und General Reformation der ganzen weiten Welt (Riforma generale ed universale di tutto il mondo). Questo fu seguito l'anno successivo da un ulteriore manifesto dal titolo Fama Fraternitas R. C. All'epoca ambedue gli scritti apparvero come anonimi, ma la loro paternità, come quella (certa) del successivo libro alchemico, Le nozze chimiche di Christian Rosenkreutz, pubblicato nel 1616, fu attribuita all'A., che, secondo lo storico Paul Arnold, smentì di averli scritti e anzi dichiarò, in seguito, di aver concepito Le nozze chimiche per ridicolizzare un diffuso interesse dell'epoca verso l'occultismo.

Altre interpretazioni moderne propendono, invece, verso un maggior coinvolgimento di A., sebbene mediata da una stesura a più mani dei testi e concepita all'interno del cosiddetto Cerchio di Tubinga, un circolo mistico-occultista di circa trenta aderenti, comprendenti, fra gli altri, lo stesso A., Tobias Hess (1558-1614), Johann Arndt, Wilhelm von Wense (m. 1641), Tobias Adami (m. 1643) e Christophe Besold (1577-1638), amico fraterno di A..

Ispiratore delle idee dei rosacrociani fu il pensiero di due scrittori italiani: Traiano Boccalini (1556-1613), autore di un testo satirico chiamato Ragguagli di Parnasso, tradotto da Christophe Besold, e il filosofo domenicano utopista Tommaso Campanella, i cui scritti furono portati in Germania da Tobias Adami nel 1613.

Reazioni in Europa al manifesto

Comunque il riferimento nei manifesti ad una supposta società segreta provocò una grande eccitazione in tutta l'Europa (soprattutto in Francia, Inghilterra, Austria e Paesi Bassi): famosi occultisti, come l'inglese Robert Fludd (1574-1637) o il tedesco Michael Maier (1568-1622) o perfino il grande filosofo francese René Descartes (Cartesio)(1586-1654), chiesero pubblicamente di essere contattati dai misteriosi rosacrociani o, meglio, affermarono addirittura di essere già entrati nella società.

Ovunque sorsero gruppi auto-nominatisi rosacrociani, sebbene nel frattempo, nel 1616, gli stessi autori, spaventati dall'incredibile impatto dei loro manifesti e dalle reazioni negative delle chiese ufficiali, decisero di non uscire allo scoperto e di osservare il più rigoroso anonimato, abbandonando quindi alla riprovazione pubblica l'unico tra loro che aveva avuto il coraggio di firmare un testo: il nostro A.

Andreae si dissocia dalla Confraternita

Forse da qui si capisce come mai A., per tutto il resto della sua vita, si desse tanto da fare per negare decisamente ogni appartenenza alla Confraternita, attaccando amici e nemici. Tra il 1617 ed il 1618 A. pubblicò l'Invitatio ad Fraternitatem Christi (Invito alla Confraternita di Cristo), dove egli cercò di lanciare un movimento innovatore, una specie di "Città Cristiana" (Christianopolis), una Nuova Gerusalemme posta direttamente sotto la protezione di Dio.

Nel 1619 egli organizzò una serie di conferenze contro il calvinismo, su commissione del duca Giovanni Federico di Württemberg, detto il Pacifico (1608-1628), e qui conobbe il grande pedagogo e teologo moravo Jan Komensky, detto Comenio.

Nel 1620 A. fu nominato sovrintendente dell'abbazia di Calw, ma a causa della guerra dei Trent'anni (1618-1648), che imperversava nella Germania del sud, un incendio distrusse parte dell'abbazia e alcuni manoscritti, tra cui il Theophilus, sui quali A. stava lavorando. La guerra in atto convinse A. della necessità di soprassedere al suo progetto della città cristiana per dedicarsi, nel frattempo, alla fondazione di una società di soccorso cristiano (Christliche Gottliebende Gesellschaft), per aiutare operai, studenti, malati e poveri. In seguito alla battaglia di Stadtlohn del 1623 e alla successiva pace tra l'Unione Evangelica e la Lega Cattolica, la situazione politica migliorò momentaneamente e A. ne approfittò per pubblicare un nuovo manifesto Verae unionis in Christo specimen, nel quale, attaccando Calvinisti, Anabattisti, Schwenckfeldiani, e i suoi ex-amici Rosacrociani, egli esortò alla formazione di una Società Cristiana.

Guerra dei Trent'anni

Ma poco dopo scoppiò la cosiddetta fase svedese della Guerra dei Trent'anni con l'intervento del re svedese Gustavo II Adolfo (1611-1632): il conflitto fu particolarmente violento nella Germania meridionale (quindi anche nel Württemberg) e l'abbazia di Calw fu rasa al suolo nel 1634. A. fu impegnato per quattro anni nel ricuperare fondi per la sua ricostruzione, sebbene fu assalito da comprensibili momenti di scoramento, come rivelò nelle missive al suo ammiratore Comenio.

Nel 1637 si recò a Strasburgo per incontrare il duca, in esilio, Eberardo III di Württemberg (1628-1674), di cui favorì il rientro in patria l'anno successivo. Come compenso per i suoi servigi, fu dal duca nominato nel 1639 predicatore di corte e consigliere del concistoro a Stoccarda e nel 1650 sovrintendente generale e abate della scuola del chiostro di Bebenhausen.

L'ultimo incarico fu quello di abate di Adelberg nel 1654, ma in quell'anno stesso egli morì a Stoccarda il 27 giugno.