Calvinismo e Ugonotti

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Francois Dubois: Il massacro del giorno di San Bartolomeo (particolare)

Museo cantonale di Losanna

Calvinismo

Dopo la morte di Giovanni Calvino nel 1564, la sua dottrina si diffuse rapidamente in diversi paesi europei all'infuori della Svizzera, soprattutto in seguito alla Seconda Confessio Helvetica del 1566, scritto da Heinrich Bullinger in risposta ad una richiesta dell'Elettore-Palatino Federico III, detto il Pio (1559-1576), che aveva annunciato la sua adesione al c. nel 1563:

  • In Scozia, per mezzo dell'opera del riformatore John Knox, dove i fedeli furono denominati presbiteriani.

  • In Francia, dove il c. prosperò fino alla strage della notte di San Bartolomeo del 1572, gli aderenti presero il nome di Ugonotti (vedi sotto).

  • In Olanda, grazie al lavoro di Guy de Brès (o Bray), che pubblicò la Confessio Belgica nel 1561.

  • In Germania, come già precedentemente detto, il c. si diffuse soprattutto nei territori del Palatinato, grazie alla (precedentemente menzionata) conversione del principe Federico III. Successivamente, e non senza pesanti frizioni con i luterani, il c. si espanse nelle contee di Nassau, Brema, Lippe, nell'Assia-Cassel, nei ducati di Schleswig-Gotthorp, Meclemburgo, Slesia, Brieg e Liegnitz e soprattutto nell'importante principato del Brandeburgo, dove più volte si tentò senza successo una fusione con il luteranesimo.

  • In Polonia s'instaurò una situazione piuttosto fluida, dove convivevano c., sociniani (unitariani), anabattisti e cattolici, soprattutto grazie alla tolleranza del re Stefano Bàthory (1575-1587). La situazione cambiò radicalmente con il successore Sigismondo III (1587-1632), il quale reintrodusse a forza il cattolicesimo, perseguitando ogni forma di protestantesimo.

  • In Ungheria buona parte della nobiltà aderì al c. secondo la Confessio Hungarica del 1557, adottata nel sinodo di Czenzer.

  • Per quanto concerne l'Inghilterra, Calvino aveva scritto al giovane re inglese Edoardo VI (1547-1553) e al suo tutore, il conte di Somerset, per aiutarli nella revisione del Book of Common Prayer (il libro delle preghiere utilizzato dalla Chiesa Anglicana), e nella seconda edizione del 1552 si sentì l'influenza del riformatore ginevrino. Tuttavia Edoardo morì a soli 15 anni nel 1553 di tubercolosi, e dopo la parentesi di 5 anni di regno della sorella cattolica Maria Tudor (soprannominata Maria la Sanguinaria per le feroci persecuzioni contro i protestanti), la nuova regina, la famosa Elisabetta I (1558-1603), preferì una formula di compromesso tra c. e cattolicesimo, adottando in pratica la teologia del primo e l'organizzazione del secondo.

Ugonotti e calvinismo in Francia

Fu soprattutto in Francia dove si giocò una partita senza esclusione di colpi tra c. e cattolicesimo. Benché l'inizio della diffusione della Riforma in Francia avesse prevalentemente un indirizzo luterano, in seguito fu il c. a prendere il sopravvento finché, intorno al 1560, i regnanti francesi incominciarono a preoccuparsi della diffusione del nuovo credo: alla fine del 1561 vi erano più di 670 chiese calviniste in Francia. I protestanti francesi, oramai un quarto della popolazione, si denominavano ugonotti (dal tedesco eidgenosse = confederato) e avevano posto le basi per un vero e proprio partito ugonotto, che, raccogliendo le richieste borghesi, faceva opposizione alla politica del re.

Già nel 1534 l'affissione di manifesti (placards) protestanti contro la Messa, posti perfino sulla porta della stanza da letto del re Francesco I (1515-1547), aveva provocato una violenta campagna anti-protestante. In quel periodo la reazione cattolica aveva portato sul rogo diversi protestanti, tra cui il noto uomo d'affari Étienne de la Forge, e lo stesso Calvino, di passaggio nella capitale francese in quel momento, riuscì, un po' avventurosamente, a scappare dalla Francia per recarsi nel gennaio 1535 a Basilea. Nel 1559 morì il re Enrico II (1547-1559), persecutore degli ugonotti, e nel 1561 la vedova Caterina de Medici cercò di organizzare una riunione, senza risultato utile, a Poissy tra i teologi cattolici e quelli protestanti, cui partecipò il noto teologo di Ginevra Théodore de Béze.

Nonostante che i protestanti fossero finalmente riusciti ad ottenere un primo riconoscimento dei loro diritti nell'Editto di Saint-Germain del 1562, proprio da quell'anno scoppiò una guerra civile senza quartiere tra le fazioni ugonotte, guidate da Luigi di Navarra, principe di Condé (catturato e ucciso nel 1569), e i cattolici, guidati dai Duchi di Guisa. Il pretesto fu uno scontro tra le opposte fazioni il 1 marzo 1562 a Vassy, nella Champagne, dove la scorta armata dei Guisa attaccò un gruppo di protestanti riuniti per una funzione religiosa, uccidendone 48. Dopo otto anni di dura lotta, contraddistinta da atrocità da una parte e dall'altra, nel 1570 i cattolici giunsero ad una fragile pace a Saint-Germain con i protestanti guidati dall'ammiraglio Gaspard de Coligny (1519-1572), calvinista dal 1560, il cui prestigio e influenza a corte era tale da convincere la Francia ad aiutare gli olandesi nella loro lotta per la libertà contro gli spagnoli.

I cattolici tentarono diverse volte di eliminare Coligny, ma l'occasione d'oro per Caterina e i Guisa per organizzare un regolamento di conti con gli ugonotti si presentò in coincidenza del matrimonio tra Margherita di Valois, sorella del re Carlo IX (1560-1574), ed il protestante Enrico di Borbone e Navarra (il fratello del principe di Condé). Tutta la nobiltà protestante venne a Parigi per le nozze, cadendo nell'atroce trappola, che scattò nella notte del 23 agosto 1572 (la notte di San Bartolomeo), dove i cattolici scatenarono una vera e propria caccia all'uomo, uccidendo de Coligny, massacrando più di tremila protestanti a Parigi, tra cui l'umanista Pierre de la Ramée (Petrus Ramus), autore di riferimento per il Puritanesimo inglese, e quasi trentamila (secondo alcuni autori, anche oltre quarantamila) ugonotti in tutta la Francia. La guerra civile riprese, più violenta che mai, e durò fino al 1576.

Il nuovo re Enrico III (1574-1589), pressato da più parti per favorire ora i cattolici ora i protestanti, alla morte prematura nel 1584 dell'erede al trono, il fratello Duca d'Angiò, nominò suo successore il cognato protestante Enrico di Borbone, ma i cattolici, organizzati dai Guisa nella Santa Unione, o Lega, obbligarono il re a fuggire da Parigi nel maggio 1588 e lo forzarono a nominare un nuovo erede nel cardinale di Borbone. Il re si vendicò dell'umiliazione, facendo assassinare i due fratelli Duchi di Guisa nel dicembre 1588, ma fu, a sua volta, ucciso dal pugnale di un fanatico domenicano, Jacques Clément, nell'agosto 1589.

Gli successe allora proprio Enrico di Borbone, con il titolo di Enrico IV (1589-1610), ma la lega cattolica non lo riconobbe come sovrano, facendo incoronare il cardinale Carlo di Borbone con il titolo di Carlo X (1523-1590, re: 1589-1590). Enrico IV, abile politico e militare, riuscì comunque a riunificare la Francia in pochi anni. Resisteva solo la città di Parigi, roccaforte cattolica: per poter entrare nella capitale e farsi incoronare, Enrico dovette abiurare dalla propria fede riformatrice nel 1593 per convertirsi al cattolicesimo. Fu in quell'occasione che avrebbe pronunciato (ma la cosa non è storicamente accertata) la famosa frase "Parigi vale bene una messa!".

Tuttavia nell'Editto di Nantes del 1598, il re proclamò una tolleranza abbastanza ampia per i suoi ex compagni di fede, che potevano ricoprire cariche pubbliche, aprire scuole, avere un esercito e delle roccaforti di difesa e perfino godere di un contributo statale per il mantenimento dei pastori. L'editto rimase valido fino al 1685, anno in cui il re Luigi XIV (1654-1715) lo abolì, scatenando una campagna repressiva contro gli ugonotti talmente crudele che lo stesso Papa Innocenzo XI (1676-1689) criticò i metodi addottati.