Apollinare di Laodicea (il Giovane) (ca.310-390) e Apollinarismo

La vita

Apollinare nacque nel 310 ca. e compì i suoi studi in Alessandria, e successivamente in Antiochia, diventando vescovo di Laodicea (attualmente in Turchia) nel 360.

Fu dapprima altamente apprezzato da Padri della Chiesa, come S. Girolamo e S. Atanasio, per la sua lealtà al Credo Niceno, ma poi nella sua lotta anti-ariana, dal 352, iniziò ad enfatizzare eccessivamente la natura divina di Cristo (vedi sotto).

Fino al 376, A. non fu particolarmente preso di mira, ma fu successivamente condannato dai sinodi di Roma nel 377 e 381, di Alessandria nel 378, di Antiochia nel 379 e dal Concilio Eucumenico di Costantinopoli nel 381: quest'ultima condanna fu avvallata da Papa Damaso (366-384).

Perfino le altre eresie cristiane dell'epoca, come il nestorianesimo, si opposero tenacemente all'apollinarismo.

Infine l'imperatore Teodosio I (379-395), con una ordinanza imperiale nel 388, fece condannare ed esiliare A., che morì nel 390.

Alla sua morte, i seguaci di A. (tra cui Vitale e  Polemone) non sopravvissero molto a lungo: entro il 416 o erano rientrati nella Chiesa Cattolica o avevano aderito al monofisismo.

Molti degli scritti di A. sono andati persi: quelli sopravvissuti li conosciamo dai libri scritti contro A. dai Padri della Chiesa, come S. Atanasio, S. Gregorio di Nissa e S. Gregorio Nazianzeno.

La dottrina

Partendo dalla concezione platonica tricotoma dell'uomo [formato, cioè di corpo (sarx), anima (psyche) e intelletto razionale (nôus)], secondo A., per salvaguardare la divinità di Gesù Cristo, il Logos aveva preso la parte spirituale della sua anima: Cristo non aveva quindi un'anima come gli altri uomini, in quanto mancava dell'intelletto razionale (il nôus).

E poiché l'uomo era mortale e la carne umana profondamente corrotta, l'esperienza terrena di Gesù ne risultava essere immune, venendo a mancare la parte della volontà ed intelletto.

Il vero problema era che in questo modo l'incarnazione del Verbo non era stata integrale: in sostanza, A. non accettava la piena ed intera umanità di Cristo, che a questo punto non poteva redimere il genere umano nella sua interezza, ma solo nei suoi elementi spirituali.