Arcontici (IV secolo)

Una setta gnostica del IV secolo diffusa in Palestina ed in Armenia, fondata da un prete palestinese di nome Pietro da Cabarbaricha, il quale, deposto dal sacerdozio, si rifugiò in una comunità ebionita.

Intorno al 360, oramai in età avanzata, P. viveva, in estrema povertà, come un eremita in una caverna vicino a Gerusalemme, dove trasmise le sue dottrine ad un tale Eutatto, che le portò in Armenia.

Successivamente P. venne scomunicato da Sant'Epifanio, vescovo di Salamis (l'attuale Costanzia sull'isola di Cipro), principale fonte di informazione su questa setta.

La dottrina gnostica degli a. era basata su sette cieli, ognuno governato da un principe (in greco archon, da cui il nome della setta), circondato da angeli, carcerieri delle anime, mentre in un ottavo dimorava la Madre Suprema di Luce.

Il re o tiranno del settimo cielo era Sabaoth, il Dio dei Giudei, padre del demonio: quest'ultimo si era ribellato all'autorità del padre e aveva generato, unendosi ad Eva, Abele e Caino e quindi l'intera umanità.

Compito delle anime era di raggiungere la conoscenza (gnosi) in maniera da sfuggire il potere malvagio di Saboath e volare in ciascuno dei cieli fino a raggiungere la Madre Suprema.

Gli a. erano molto ascetici e rigoristi (digiunavano spesso e praticavano la povertà), negavano la resurrezione del corpo (ma non quella dell'anima) e condannavano i Sacri Misteri e il Battesimo, in quanto qualcosa introdotto dal tiranno Sabaoth, per tenere intrappolate le anime.

I loro testi sacri erano alcuni libri apocrifi, denominati Symphonia, Anabatikon e Allogeneis.