Arnaud, Henri (Enrico) (1641-1721) e il Glorioso Rimpatrio

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Henri Arnaud

 

La vita

Il pastore, e leader valdese, Henri (Enrico) Arnaud nacque nel 1641 a Embrun (nel Delfinato francese) e fu educato dapprima a Torre Pellice (in Val Pellice, in provincia di Torino), paese d'origine della sua famiglia, quindi a Basilea e all'accademia calvinista a Ginevra. In seguito A. divenne pastore valdese in varie valli valdesi, ed in particolare, nel 1685, nella stessa Torre Pellice.

Egli fu quindi il naturale riferimento dei Valdesi quando il duca di Savoia, Vittorio Amedeo II, detto la Volpe (Renard) (1684-1730), dovette cedere alle pesanti pressioni dello zio, il re di Francia, Luigi XIV (1654-1715), che aveva appena abolito l'editto di Nantes, e organizzò, nel 1686, una spedizione di 10.000 soldati contro le valli valdesi: nonostante l'accanita resistenza organizzata dal capitano Giosuè Janavel (detto Gianavello) (1617-1690) in luoghi strategicamente difendibili, come il vallone di Subiasco, la "crociata" si concluse con un bagno di sangue, tristemente noto come Massacro delle Pasque Piemontesi. Sopravvissero circa 3.800 persone, le quali, non accettando di conformarsi alla religione cattolica, ripararono in Svizzera. Anche A. andò in esilio con i suoi confratelli, e con essi tentò, inutilmente, per due volte (nel 1687 e 1688) di rientrare nelle valli.

Ma fu soltanto con il mutare della situazione politica europea che le condizioni per questa impresa furono rese più agevoli: in particolare con la deposizione del re cattolico inglese, Giacomo II (1685-1688) e la salita al trono del protestante Guglielmo III d'Orange (1689-1702), i Valdesi guadagnarono alla loro causa un potente alleato e nel 1689 fecero un ulteriore tentativo, finanziato da ambienti inglesi e olandesi, vicini a Guglielmo d'Orange.

Il Glorioso Rimpatrio

Il 27 agosto 1689, avvenne il Glorioso Rimpatrio (Glorieuse Rentrée): A., seguendo le istruzioni di Janavel (troppo vecchio per partecipare direttamente), condusse un piccolo esercito di 972 uomini, compresi alcuni ugonotti francesi, da Prangins, sul lago di Ginevra, verso le valli valdesi, attraversando la Savoia per 200 chilometri e scavalcando passi oltre 2.500 metri d'altezza.

All'altezza di Salbertrand (in Val Susa), i Valdesi furono intercettati dalle truppe franco-piemontesi, che sconfissero sonoramente, e poco distante, a Prali, in Val Germanasca, A., con la spada in una mano e la Bibbia nell'altra, poté finalmente celebrare una funzione religiosa in un tempio valdese. Proseguendo la marcia, i Valdesi arrivarono in Val Pellice, a Bobbio, e nella vicina Sibaoud, pronunciarono un solenne giuramento.

Tuttavia la reazione franco-savoiarda non si fece attendere e i circa 400 sopravvissuti dovettero arroccarsi a Balsiglia, in Val Germanasca, dove, tra l'ottobre 1689 e il maggio 1690, respinsero diversi attacchi dei 5.000 soldati nemici, comandati dal generale Catinat. Ma il 14 maggio, logorati dal cannoneggiamento nemico, essi abbandonarono le posizioni, approfittando della fitta nebbia e si dispersero sui monti sopra Torre Pellice.

A questo punto, la situazione internazionale volse a loro favore: proprio nel maggio 1690 il duca di Savoia abbandonò la sua alleanza con la Francia per firmarne uno con Inghilterra e Olanda e quindi gli divenne strategicamente utile impiegare i valdesi in funzione anti-francese. Liberò i prigionieri, favorì il rientro dalla Svizzera degli esiliati e offrì il cosiddetto Editto di reintegrazione, con il quale i Valdesi furono riconosciuti legittimi proprietari dei loro territori.

Nuove persecuzioni

Tuttavia la situazione rimase favorevole ai Valdesi solo fino al 1696, quando, grazie al trattato di pace firmato con la Francia, Vittorio Amedeo II si mise nuovamente a perseguitarli. 3.000 di essi, sotto il comando di A., si rifugiarono nel ducato di Württemberg, in Germania, sotto la protezione del duca Eberardo Luigi (1677-1733), e qui A. divenne pastore di Durrmenz-Schonenberg, vicino a Stoccarda, nel 1699.

Negli ultimi anni della sua vita, A. si dedicò alla stesura della sua Histoire de la glorieuse rentrée des Vadois dans leurs vallées (Storia del glorioso rimpatrio dei valdesi nelle loro valli), che fu pubblicata nel 1710.

A. morì a Schonenberg nel 1721.