Berengario di Tours (ca. 999-1088)

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Una stampa raffigurante Berengario di Tours

(dal sito http://www.michaelfinney.co.uk)

Berengario, famoso esponente della scuola Scolastica, nacque a Tours, nella valle della Loira in Francia, nel 999 (secondo altre fonti nel 1010), studiò dapprima alla scuola della città, e successivamente alla famosa scuola di teologia di Chartres, sotto la guida del vescovo Fulberto (vescovo: 1007-1029). Alla morte di quest'ultimo nel 1029, B. tornò a Tours, diventando il direttore della locale scuola di San Martino.

Nel 1039, B. fu nominato arcidiacono d'Angers dal vescovo Uberto, ma continuò a vivere e a lavorare a Tours.

Nel 1047 B. entrò in discussione con Lanfranco, abate del monastero di Le Bec in Normandia e futuro arcivescovo di Canterbury (n. 1005, arcivescovo: 1070-1089), a proposito della natura dell'Eucarestia. Questa era una polemica, per la verità, già affrontata circa 200 anni prima da:

  • Pascasio Radberto, secondo cui, nella sua opera più importante, De corpore et sanguine Domini (Del corpo e sangue del Signore), l'essenza (ovviamente non l'apparenza) del pane e del vino realmente si trasformava in quel Corpo e in quel Sangue, che era nato da Maria e aveva patito sulla croce,

  • Ratramno di Corbie, il quale insisteva sul fatto che la presenza di Cristo nell'Eucarestia fosse un mistero, non riducibile ad una trasformazione alla lettera del pane e del vino, e

  • Giovanni Scoto Eriugena, il quale dichiarò che la trasformazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo durante la messa era da intendersi in senso simbolico.

Lanfranco si allineò al pensiero di Pascasio Radberto e B. a quello di Scoto Eriugena, affermando che, dal punto di vista razionale, gli sembrava inconcepibile l'effettiva trasformazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo, denominata transustanziazione.

Tuttavia in seguito alla denuncia del suo avversario, B. fu fatto imprigionare su ordine del re Enrico I di Francia (1031-1060) e successivamente condannato dal concilio di Vercelli del 1050.

Gli anni successivi di B. si caratterizzarono per le frequenti convocazioni di concili, che condannavano puntualmente le sue tesi e che spesso portavano il teologo di Tours a ritrattare ufficialmente, salvo poi smentire tutto poco dopo.

Indubbiamente gli fu utile, più di una volta, l'amicizia con Ildebrando di Soana, il potente ed influente arcidiacono, che ebbe un ruolo decisivo nella politica papale tra il 1050 ed il 1073, anno in cui diventò lui stesso papa con il nome di Gregorio VII (1073-1085).

Le condanne contro B. furono pronunciate al concilio di Parigi (1051), Tours (1055), Roma (1059), Poitiers (1075), Saint Maixeut (1076) ed infine nuovamente a Roma nel 1078, dove, in un concilio convocato in Laterano dall'amico Ildebrando, diventato nel frattempo Papa Gregorio VII, B. firmò un atto di fede, in cui affermava di credere:

  • "che, dopo la consacrazione, il pane diventa il vero Corpo di Cristo, quel corpo nato dalla Vergine",

  • "che il pane ed il vino sull'altare, grazie al mistero della preghiera santa e delle parole del nostro Salvatore, vengono convertiti in sostanza nel Corpo e Sangue del Signore Gesù Cristo".

In cambio, Gregorio stabilì che B. non potesse essere perseguitato per le sue idee. Tuttavia, tornato in Francia, B., come al solito, ritrattò, ma fu infine convinto a firmare una definitiva rinuncia alle sue idee al concilio di Bordeaux del 1080.

B. morì in solitudine sull'isola di San Cosma, vicino a Tours nel 1088. 127 anni dopo la sua morte, nel 1215, al Quarto Concilio Laterano, la transustanziazione divenne un dogma della fede.