Duarte Costa, Carlos (1888-1961) e Chiesa Cattolica Apostolica Brasiliana

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Carlos Duarte Costa

 

I primi anni

Il fondatore della Chiesa Cattolica Apostolica Brasiliana, Carlos Duarte Costa nacque il 21 luglio 1888 a Rio de Janeiro (Brasile) da Joao Matta Francisco Costa e dalla moglie Maria Carlota Durte da Silva Costa, ma il parente più influente - che ebbe una notevole influenza sul suo futuro - fu certamente lo zio materno Eduardo Duarte da Silva (1851-1924), vescovo di Uberaba (nello stato brasiliano del Minas Gerais), che lo condusse, all'età di nove anni, a Roma per studiare nel Pontificio Collegio Pio Latino Americano.

Nel 1905, ritornato in Brasile per motivi di salute, D. entrò nel Seminario agostiniano di Uberaba, dove finì i suoi studi e fu ordinato sacerdote (la sua prima messa fu celebrata il 4 maggio 1911). Successivamente, egli ritornò a Roma, alla Pontificia Università Gregoriana, dove si laureò in teologia.

Aiutato dall'influente zio, di cui assolse le funzioni di segretario, il giovane e brillante D. fece un'irresistibile carriera ecclesiastica: nominato, in breve tempo, monsignore, egli divenne protonotario apostolico e segretario generale dell'Arcidiocesi di Rio de Janeiro fino al 1923. L'anno successivo, Papa Pio XI (1922-1939) lo nominò vescovo di Botucatu (nello stato di San Paolo): D. fu consacrato all'età di 36 anni, l'otto dicembre 1924, nella cattedrale di Rio de Janeiro, dal vescovo di Orthosia (e futuro arcivescovo di Rio de Janeiro), Sebastiao Leme da Silveira Cintra (1882-1942).

L'impegno sociale e i primi problemi con Roma

Gli anni '30 e '40 videro un impegno crescente di D. verso i poveri (vendette parte delle proprietà della diocesi, per aiutare i più indigenti) e nelle lotte politiche e costituzionali del proprio paese. Nel frattempo, egli cercò di portare avanti un audace pacchetto di riforme ecclesiastiche, che presentò al Papa Pio XI durante un suo viaggio a Roma nel 1936: esse comprendevano la messa e l'amministrazione dei sacramenti in lingua locale, o perlomeno in portoghese; la possibilità del matrimonio per il clero; l'abolizione della confessione auricolare a favore di una di tipo comunitario; la somministrazione della comunione sotto ambedue le specie; l'istituzione di un diaconato speciale per i laici sposati; il coinvolgimento dei laici nella predica, nell'evangelizzazione e nella somministrazione dell'eucaristia; la celebrazione della messa "versus populi", cioè rivolto verso i fedeli; l'organizzazione di un Consiglio di vescovi per governare la Chiesa, assieme al papa.

Tutti argomenti scottanti, che solo (quasi) trent'anni dopo, sarebbero stati dibattuti e - parzialmente - adottati dalla Chiesa cattolica, in seguito al Concilio Vaticano II (1963-1965). Invece, nel 1936 la risposta del Papa a D. fu negativa, ed, anzi, egli fu messo sotto accusa per l'alienazione dei beni della diocesi a favore dei poveri della città. Oltre a ciò, ci furono anche le pressioni del dittatore brasiliano Getulio Domelles Vargas (1882-1954) sul Vaticano perché D. fosse rimosso dalla sua diocesi, a causa della veemente campagna di quest'ultimo contro la corruzione del governo di Vargas.

A D. furono estorte le dimissioni (pare con un trucco), e Pio XI le accettò nel 1937, nominandolo vescovo titolare della diocesi (estinta) di Maura, oltre a mantenere il titolo di vescovo emerito di Botucatu. Dovette quindi trasferirsi a Rio de Janeiro, dove risedette sotto la protezione dell'arcivescovo Sebastiao Leme da Silveira Cintra.

Le dimissioni forzate non stemperarono, tuttavia, lo spirito polemico di D. nei confronti della Chiesa cattolica: criticò le encicliche Rerum Novarum (1891) di Leone XIII (1878-1903), Quadragesimo Anno (1931) (sulla solidarietà sociale) e Divina Redemptoris (1937) (sul comunismo ateo) di Pio XI, nel 1942 egli si pronunciò contro il clero brasiliano di simpatie fasciste, e nel 1943 criticò apertamente la benedizione di Pio XII (1939-1958) delle truppe naziste e fasciste in Piazza San Pietro a Roma.

Finché rimase sotto la protezione dell'arcivescovo da Silveira Cintra, D. non ebbe problemi, ma il 17 ottobre 1942 il suo mentore morì, ed il successore, Jaime de Barros Câmara (1894-1971), che non lo aveva certo in simpatia, iniziò a prenderlo di mira, proibendogli, nel luglio 1944, di predicare e di confessare i fedeli. Oltre a ciò, nel giugno dello stesso anno, D. fu imprigionato, per ordine del governo, con l'accusa di essere un simpatizzante comunista. Si dice che ciò fosse avvenuto su istigazione del Nunzio Apostolico: sicuramente né il Vaticano né l'alta gerarchia cattolica brasiliana chiesero la sua liberazione, che avvenne tre mesi dopo, solo grazie alle pressioni internazionali del Messico, dell'USA e della Gran Bretagna.

La scomunica e la formazione della Chiesa Cattolica Apostolica Brasiliana

Ma la proverbiale goccia arrivò nel 1945, quando D. accusò la Chiesa Cattolica di favorire la fuga di gerarchi nazisti [per esempio Adolf Eichmann (1906-1962) e Josef Mengele (1911-1979)] in Sud America, fornendo loro passaporti diplomatici del Vaticano: il 2 luglio 1945 arrivò la bolla di scomunica. Quattro giorni dopo, D. costituì la Chiesa Cattolica Apostolica Brasiliana (ICAB, Igreja Catolica Apostolica Brasileira), un nome scelto in memoria dell'omonima chiesa fondata nel 1913 del canonico (pare morto avvelenato) Manoel Carlos de Amorim Correia. Sempre nel 1945, egli emanò un comunicato stampa per criticare la Chiesa Cattolica e presentare la sua nuova formazione: ne scaturì, il 24 luglio 1946, un decreto di excommunicando vitando, vale a dire un ordine perentorio per qualsiasi cattolico di non intrattenere alcun rapporto con lo scomunicato D.

Nell'agosto 1945, D. consacrò il suo primo vescovo, Salomão Barbosa Ferraz (1880-1969), seguito nel tempo da altre sette consacrazioni: Antidio Jose Vargas e Jorge Alves de Souza nel 1946, Luis Fernando Castillo Mendez (n. 1922) nel 1948, Diamantino Augusto Pereira da Costa nel 1953, Pedro Luiz Hernandez nel 1955, Pedro Santos Silva e Orlando Arce Moya nel 1956. E' interessante far rilevare che, quando, nel 1958, Ferraz decise di riconciliarsi con la Chiesa Cattolica, egli fu nominato vescovo cattolico d'Eleuterna nel 1963, più tardi vescovo ausiliario di Rio de Janeiro e partecipò perfino al Concilio Vaticano II, pur essendo ancora sposato e non avendo mai ricevuto una nuova consacrazione (neppure sub conditione, cioè a regolarizzazione di quella precedente)!

Nel 1948, D. dovette accettare davanti alla Corte d'Appello brasiliana di modificare le vesti talari e i riti (rispetto a quelli della Chiesa Cattolica), per non indurre in confusione i fedeli, ma questo non gli impedì di diffondere la sua chiesa sul territorio brasiliano, introducendo quelle riforme liberali, per le quali si era sempre battuto, come l'abolizione del celibato per il clero, la riconciliazione per i fedeli divorziati, la liturgia in lingua locale, la presenza del clero, che si sosteneva con un mestiere secolare, vivendo tra la gente più umile (da cui il soprannome di Chiesa dei Poveri).

Molti punti della dottrina della Chiesa di D. la rendono simile alle chiese vecchio-cattoliche dell'Unione di Utrecht, della quale l'ICAB, tuttavia, non ha mai fatto parte.

D. rimase alla guida dell'ICAB, fino alla sua morte, avvenuta il 26 marzo 1961 a Rio de Janeiro, e nel 1970 fu canonizzato, come San Carlo del Brasile, dal sinodo della sua stessa chiesa.

L'ICAB dopo la morte di Duarte

Il successore di D. è tuttora il venezuelano Luis Fernando Castillo Mendez (teologicamente e politicamente più conservatore del predecessore), che è anche il primate delle Chiese Nazionali Cattoliche Apostoliche (Igreja Catolica Apostolica Nacionais) (ICAN, sito: http://ican.forumwise.com/), un'unione di chiese autonome in 13 paesi diversi, e tutte generate dalla linea apostolica di D. L'ICAB dichiara un seguito di circa due milioni di fedeli, mentre l'unione delle chiese nazionali dice di avere circa 10 milioni di aderenti.

I siti Internet sono http://www.igrejabrasileira.com.br/ e http://www.icab.org.br/.

La successione apostolica

Come già accennato, dalle consacrazioni di Duarte Costa, similmente a quelle di altri vescovi vaganti, scaturisce un impressionante elenco di chiese, alcune aderenti all'ICAN e altre autonome, i cui vescovi hanno ottenuto da lui, direttamente o indirettamente, una successione apostolica valida. Alcuni esempi sono: