Gavazzi, Alessandro (1809-1889) e Chiesa Cristiana Libera in Italia

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Busto commemorativo di Alessandro Gavazzi

 

I primi anni

Alessandro Gavazzi nacque il 21 marzo 1809 a Bologna, uno dei 20 figli di un rispettabile giudice della città emiliana. Dopo aver studiato all'Università della sua città natale, entrò nell'ordine dei barnabiti, dove sviluppò una fraterna amicizia con il confratello e sacerdote patriota Ugo Bassi (1801-1849). Successivamente G. divenne professore a Napoli, ma si mise in cattiva luce con le autorità religiose, quando osò denunciare le mancate riforme dello stato pontificio e le repressioni dei moti rivoluzionari da parte del papa Gregorio XVI (1831-1846): queste critiche costarono al focoso barnabita un anno di confino in un convento.

Alla morte di Gregorio XVI, fu eletto papa Pio IX (1846-1878), inizialmente osannato come un pontefice riformatore, ma che non seppe poi gestire la gran sete di rinnovamento dei suoi sudditi.

Rivoluzionario e garibaldino

All'inizio del 1848, il papa scampò ai moti di piazza, dopo aver dichiarato che non sarebbe mai sceso in armi contro l'Austria, ma la scintilla della rivolta anti-austriaca era stata accesa. Infatti nell'aprile dello stesso anno ad Ancona confluirono 12.000 volontari delle truppe pontificie comandati dal generale Andrea Ferrari ed incitati dallo stesso G., in qualità di cappellano maggiore, e dall'amico di sempre Ugo Bassi, i quali organizzarono in zona una campagna di arruolamento.

Il risultato sfavorevole della Prima Guerra d'Indipendenza portò poi all'espulsione di G. dallo Stato Pontificio: tuttavia egli non rimase inoperoso per molto, infatti, da lì a poco, nel 1849, rispose all'appello per la difesa della Repubblica Romana da parte di Giuseppe Garibaldi (1807-1882). La storia c'insegna che, nonostante la strenua difesa della repubblica, gli insorti dovettero soccombere contro un'azione combinata degli eserciti austriaci, francesi, spagnoli e del regno di Napoli. Garibaldi e Bassi fuggirono verso la Romagna, mentre G., oramai ex prete, fu nascosto dal console americano (e pittore) James Freeman (1808-1884), che gli permise, sotto la protezione di un passaporto americano di mettersi in salvo in Inghilterra nel luglio 1849. Sicuramente peggio andò all'amico Bassi, che catturato a Comacchio, fu fucilato l'8 agosto 1849 a Bologna dagli austriaci, senza che l'arcivescovo della città Gaetano Bedini (1806-1864) avesse potuto (o voluto) fare qualcosa per salvarlo.

Tornando a G., dapprima egli soggiornò a Londra e ad Edimburgo fino al 1851, imparando la lingua inglese e predicando con il suo solito stile irruente. Successivamente fu invitato in Stati Uniti nel 1853 e qui si scontrò con quel Gaetano Bedini (diventato nel frattempo nunzio papale in Brasile), che G. accusava di essere il principale responsabile della morte di Ugo Bassi. In tutte le tappe del viaggio di Bedini in Stati Uniti, G. organizzò manifestazioni di piazza contro il prelato: furono talmente violente le proteste a Cincinnati nel dicembre 1853 che le autorità americane espulsero nel 1854 G., il quale ritornò a Londra.

Nel 1859 G. rientrò in Italia, a fianco di Garibaldi come cappellano militare, sia nella seconda guerra d'indipendenza dello stesso anno che nell'impresa dei Mille nel 1860.

La conversione

Durante quest'ultima campagna militare, secondo alcune fonti nell'agosto 1860, egli venne in contatto con le idee evangeliste del patriota calabrese Antonio Greco (1816-1881) e, in seguito, si accostò alla dottrina dei Fratelli delle Chiese Cristiane Libere, fondate in Italia dal conte fiorentino Piero Guicciardini e dall'evangelico abruzzese Teodorico Pietrocola Rossetti (1825-1883).

Nel contempo G. conobbe a Firenze lo scozzese John Richardson Mc Dougall (1831-1900) pastore della Free Church of Scotland, nata nel 1843 da una scissione operata dal pastore scozzese Thomas Chalmers nei confronti della Chiesa (presbiteriana) di Scozia.

La Chiesa Cristiana Libera in Italia

Nel 1865 egli convocò a Bologna un'Assemblea delle Chiese Cristiane Libere che sono in Italia, durante la quale il movimento dei Fratelli subì una scissione. Avvenne infatti una frattura tra il gruppo (di maggioranza) fedele a Guicciardini e Rossetti, ed il gruppo di G., che si denominò Chiesa Cristiana Libera in Italia sulla falsariga della sopramenzionata Free Church of Scotland, dandosi, come quest'ultima, una struttura di stampo presbiteriano, quindi quanto di più distante ci poteva essere dai Fratelli dal punto di vista organizzativo.

Dopo le campagne militari, sempre a fianco di Garibaldi, nel 1866 (terza guerra d'indipendenza) e nel 1867 (tentativo fallito di liberare Roma), poco prima della breccia di Porta Pia del 1870, G., sempre più in rotta con i guicciardiniani, tenne a Milano un'assemblea a Milano il 22 giugno 1870, dove furono stabiliti i principi dogmatici della sua chiesa presbiteriana, vale a dire la giustificazione per fede, l'autorità delle Sacre Scritture, il sacerdozio universale dei credenti, la dottrina wesleyana della santificazione e la parusia (seconda venuta di Cristo), un tema caro ai darbiti. Inoltre, contrariamente ai seguaci di Guicciardini, G. pretese una certa istruzione per i propri pastori ed un Comitato centrale di Evangelizzazione, formato da sette membri, di cui ben tre erano stranieri: il pastore Mc Dougall e gli americani William Clark e Abraham Rynier Van Nest (1823-1892).

Nel 1872 G. fece un viaggio in Stati Uniti per raccogliere fondi per la sua chiesa e nel 1878 riuscì nel colpo di portare al suo movimento l'illustre patriota, politico e letterato pugliese Bonaventura Mazzarella (1818-1882), membro della chiesa libera di Genova, anche se, all'onor del vero, solo due anni dopo Mazzarella e i suoi seguaci decisero di passare ai guicciardiniani.

Infine G. morì a Roma il 9 gennaio 1889 e fu sepolto nel cimitero protestante della capitale. La sua chiesa non sopravvisse molto al proprio fondatore: i vari seguaci furono man mano riassorbiti dai guicciardiniani, dai metodisti e dai battisti, presenti attivamente sul territorio italiano alla fine del XIX secolo.