Hattem, Pontian van (1641-1706) e hattemisti

Pontian van Hattem (1641-1706) era un ministro di culto calvinista della provincia olandese dello Zealand, che era rimasto molto influenzato dal pensiero di Baruch Spinoza (1632-1677), ma che, proprio per questo motivo, fu inquisito e successivamente degradato dalla sua posizione pastorale. Ciononostante, egli raccolse un certo numero di seguaci, denominati hattemisti.
Egli deduceva dalla dottrina spinoziana del determinismo assoluto che l’uomo fosse fatalmente e incontrollabilmente destinato al bene o al male, ma questa forma estrema della dottrina calvinista della predestinazione, diventava un tipo di fatalismo.
Egli negava la differenza tra il bene ed il male e la corruzione della natura umana, da cui deduceva che l’uomo non aveva obblighi di correggersi o di obbedire alle leggi divine. Inoltre egli negava la funzione della morte di Gesù Cristo come espiazione dei peccati dell’uomo: nessuna delle azioni dell’uomo, sia nel bene sia nel male, poteva alterare o turbare la maestà divina. In caso contrario, ciò avrebbe significato, come affermava Spinoza, dotare Dio della veste antropomorfica del patriarca con la barba bianca, contento o scontento dell’operato dell’uomo, e quindi nominarlo giudice in senso umano, ma tutto il concetto di religione, secondo H., consisteva non nell’agire (fare il bene, obbedire alle leggi di Dio), ma nel soffrire: Dio, infatti, non punisce gli uomini per i loro peccati, bensì sono essi stessi che vengono puniti dai loro peccati, soffrendo per le proprie colpe, direttamente in questo mondo.