Hermes, Georg (1775-1831) e hermesianismo

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Georg Hermes

 

La vita e le opere

Il filosofo e teologo cattolico tedesco Georg Hermes nacque il 22 aprile 1775 a Dreyerwalde, vicino a Theine (nella regione della Vestfalia) e studiò filosofia all'università di Münster dal 1792 al 1794, ma poi scelse di iscriversi a teologia nella stessa università. Dopo la laurea, nel 1797 egli divenne professore al liceo di Münster e nel 1799 fu ordinato sacerdote.

Nel 1805 egli pubblicò il suo primo lavoro Untersuchung über die innere Wahrheit des Christentums (Ricerca sulla verità del Cristianesimo), la cui favorevole accoglienza gli permise di essere nominato professore di teologia all'università di Münster. Qui H. fu eletto per ben tre volte decano dell'ateneo fino al 1819. Tuttavia il seguito che ebbero le sue lezioni, l'uso della lingua tedesca (e non del latino canonico) durante l'insegnamento, in pratica i suoi metodi poco ortodossi svilupparono una certa ostilità da parte della lobby ultracattolica della città, e lo spinsero, dopo diverse offerte respinte, di accettare, nel 1820, la cattedra di teologia dogmatica alla neonata università di Bonn.

Nel frattempo, egli aveva pubblicato, nel 1819, la prima parte [Die philosophische Einleitung (Introduzione filosofica)] della sua opera principale Einleitung in die christkatholische Theologie (Introduzione alla teologia cristiano-cattolica), per la quale l'università di Breslavia gli conferì un ulteriore dottorato in teologia honoris causa. I tre interrogativi, ai quali H. si proponeva di dare una risposta definitiva nel suo primo lavoro, erano:

  • Dio esiste e quali sono i suoi attributi?

  • E' possibile una Verità?

  • E' possibile una Rivelazione divina, e in quali condizioni?

Questo lavoro gli diede grande popolarità, tuttavia H. rifiutò l'elezione a Rettore Magnifico dell'università di Bonn, la cui facoltà di filosofia gli conferì, in ogni caso, una laurea honoris causa. Dovette inoltre respingere le generose offerte dall'università di Breslavia, che lo voleva a tutti i costi nel proprio corpo docente. Molti studiosi di fama accorrevano alle sue lezioni, ma altri, come i già citati avversari di Münster, cercarono di ostacolare la sua irresistibile crescita, con scarso successo: entro pochi anni, i suoi allievi, denominati hermesiani, avevano occupato tutte le posizioni strategiche in Vestfalia, a livello universitario ed ecclesiastico.

Nel 1829 H. pubblicò la seconda parte della sua opera Positive Einleitung (Introduzione positiva). Qui, le domande erano cinque:

  • I libri del Nuovo Testamento sono storicamente veri?

  • La tradizione orale è storicamente vera?

  • L'interpretazione della dottrina di Cristo è infallibilmente corretta?

  • Gli insegnamenti di Gesù, contenuti nei libri del Nuovo Testamento, sono intrinsecamente veri?

  • Gli insegnamenti di Gesù, tramandati seconda la tradizione orale, sono intrinsecamente veri?

L'Introduzione alla teologia rimase incompiuta, mentre l'ultimo lavoro di H. fu la Christkatholische Dogmatik (Dogmatica cristiana cattolica), pubblicata dai suoi studenti tra il 1831 ed il 1834, quindi dopo la sua morte, avvenuta il 26 maggio 1831.

Gli hermesiani

Dopo la scomparsa di H., il dibattito tra i suoi sostenitori e le voci dissidenti si fece infuocato, tant'è che dovette intervenire la Santa Sede, che risolse, dopo un accurato esame dei teologi gesuiti, la questione a favore dei critici. Grande quindi fu lo choc per gli hermesiani, quando Papa Gregorio XVI (1831-1846), con un breve il 26 settembre 1835, condannò il sistema hermesiano, mettendo all'Indice l'Introduzione alla teologia e la prima parte della Dogmatica cristiana cattolica. La condanna per la seconda e terza parte della Dogmatica seguì nel 1836.

Gli hermesiani accusarono il colpo e cercarono protezione da parte del governo prussiano, ma il nuovo arcivescovo di Colonia, Clement August von Droste-Vischering (1773-1845) (avversario di H. dai tempi di Münster), succeduto all'hermesiano barone Ferdinand August von Spiegel (1764-1835), deceduto nell'agosto 1835, reagì con il pugno di ferro, esigendo la sottomissione dei teologi dell'università di Bonn, proibendo la partecipazione degli studenti alle loro lezioni e facendo sottoscrivere una dichiarazione d'ortodossia anti-hermesiana al clero sospettato di simpatie per il professore di Bonn. Lo stesso atteggiamento fu tenuto dal successore Johannes von Geissel (1796-1864), arcivescovo di Colonia succeduto a von Droste-Vischering nel 1845, dopo la morte di quest'ultimo.

I teologi, con Peter Joseph Elvenich (1796-1886) in testa, si recarono a Roma nel 1836 per far revocare la condanna, ma tutto fu inutile, ed anche il nuovo Papa Pio IX (1846-1878) reiterò la censura nel 1847. Elvenich si dimise dal suo incarico nel 1844 e nel 1870 entrò nel movimento vecchio-cattolico.

Il pensiero

Il pensiero teologico di H. è essenzialmente razionalista (la corrente fondata da Johann Salomo Semler), ma risente dell'influenza della filosofia di Immanuel Kant (1724-1804) e di Johann Gottlieb Fichte (1762-1814), pur essendo contrario ad essa per alcuni aspetti. Partendo non solo dal dubbio metodico, ma anche dal dubbio positivo, H. riteneva che la ragione teoretica accettasse l'origine divina dei fenomeni straordinari, semplicemente perché ignorava le leggi della natura, mentre la ragione pratica kantiana era l'unico criterio per accettare le verità soprannaturali.

Il dubbio, quindi, è il punto di partenza per una discussione teoretica sull'esistenza di Dio e sul significato delle rivelazioni contenute nelle Scritture: si deve avere il coraggio di continuare a dubitare finché non si sono stabiliti dei fondamenti solidi per sviluppare un proprio credo basato sulla ragione (in tedesco Vernunftglaube) in opposizione all'Herzensglaube (l'accettazione delle rivelazioni basata sulla volontà, sul cuore).