Laski, Jan (1499-1560) e Chiesa Riformata Polacca

Fare clic per visualizzare la foto

Jan Laski

 

La vita

Il riformatore polacco Jan Laski, nacque a Varsavia nel 1499 e fu detto il Giovane per distinguerlo dal famoso zio, Jan Laski il Vecchio (1456-1531) arcivescovo, primate di Polonia, uomo politico e consigliere personale del re di Polonia, Sigismondo I Iagellone (1506-1548). Jan il giovane, figlio del voivoda di Sieradia, Jaroslaw Laski (m. 1523) e sotto la tutela dello zio arcivescovo, poté seguire gli studi a Gniezno (Polonia) e successivamente all'università di Bologna e, all'età di soli 22 anni, divenne diacono della cattedrale di Varsavia.

Negli anni seguenti L. viaggiò attraverso l'Europa per conto della Chiesa Cattolica, che intendeva utilizzare la sua eloquenza contro i riformatori, ma ottenne l'effetto contrario: L. divenne amico di Erasmo da Rotterdam e di Ulrich Zwingli, da cui imparò a conoscere le dottrine riformiste svizzere.

Nonostante ciò, dopo il suo rientro in patria nel 1526, L. prese i voti ricoprendo varie posizioni di prestigio nella Chiesa Cattolica, come arcidiacono di Varsavia, vescovo di Vesprem (Ungheria), canonico di Cracovia e segretario del voivoda di Transilvania e re dell'Ungheria (orientale) Giovanni Zapolya (1529-1540), ma nel 1541 rinunciò a tutti gli incarichi e benefici pur di non separarsi dalla donna, che aveva segretamente sposato. Anche se il re Sigismondo I di Polonia decise di proteggerlo e di reintegrarlo nelle sue funzioni, L. pensò più prudentemente di emigrare in Germania nel 1543, dove pur essendo di scuola zwingliana, aderì, forse per opportunità, alla confessione luterana di Augusta.

In Germania L. divenne un predicatore itinerante, coerentemente zwingliano, finché non si stabilì nella regione della Frisia orientale, dove ebbe un dibattito pubblico con l'anabattista Menno Simons, e nel 1545, sotto la protezione della contessa Anna d'Oldenburg, diventò il primo sovrintendente della Chiesa Riformata della Frisia. Nello stesso tempo mantenne contatti epistolari con i principali riformatori dell'epoca e con regnanti passati alla Riforma, come Alberto di Brandeburgo-Ansbach (poi di Prussia).  

Nel 1550 L. accettò l'invito dell'arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer, a recarsi in Inghilterra (già visitata fugacemente nel 1548) per aiutarlo a migliorare, dal punto di vista dottrinale, il Book of Common Prayer (il libro delle preghiere), compilato nel 1549 su richiesta di Cranmer stesso per semplificare i libri di preghiere e di funzioni religiose in latino e risalenti al periodo medioevale. .

Tuttavia fu soprattutto grazie al Lord Protettore, John Dudley (1502-1553), conte di Warwick e al vescovo di Londra Nicholas Ridley, che diverse personalità della Riforma svizzera zwingliano-calvinista, come Martin Bucero da Strasburgo, l'italiano Pietro Martire Vermigli, professore ad Oxford, ed il nostro L., furono chiamate in Inghilterra a dare il proprio contributo a questo lavoro di revisione.

L. divenne ben presto molto popolare (gli inglesi lo chiamavano John à Lasco), fino alla salita al potere della regina cattolica Maria Tudor (1553-1558) nel 1553: L. fu uno dei primi riformatori stranieri ad essere espulsi nel settembre dello stesso 1553. Imbarcato con i suoi seguaci su una nave in rotta per la luterana Danimarca, L. esperimentò sulla propria pelle l'intolleranza dei suoi fratelli protestanti luterani. Gli fu, infatti, proibito di sbarcare a Copenhagen, Lubecca, Wismar, Amburgo e Rostock, tutte città luterane che evidentemente non gradivano la presenza di questo noto predicatore zwingliano. Per tutto l'inverno 1553 dovette quindi vagare da porto a porto e, solamente nel marzo 1554, la protettrice di sempre, Anna d'Oldenburg, accolse a braccia aperte il suo ex sovrintendente ad Emden. In seguito L. si trasferì a Francoforte sul Meno, dove formò una chiesa locale, d'ispirazione calvinista, per i profughi olandesi.

Infine, dopo 13 anni d'esilio, nel 1556 L. tornò in Polonia, nonostante la condanna per eresia pronunciata dal clero cattolico polacco nel 1554, e fu ben accolto dal re Sigismondo II Iagellone, detto Augusto (1548-1572), sotto il cui regno la Polonia stava conoscendo la sua "età d'oro" con la massima estensione territoriale, il massimo splendore nell'arte e nella cultura, il più alto livello di tolleranza religiosa.

Approfittando del momento favorevole, L. creò la Chiesa Riformata Polacca, di cui egli fu il supervisore, ma ebbe, strano a dirsi, più opposizione da parte degli antitrinitariani che dalla Chiesa cattolica locale. Tale fu l'ostinato attaccamento ai propri principi dell'antitrinitariano Francesco Stancaro che L. esasperato, durante un confronto pubblico, gli lanciò contro una Bibbia!

Ormai anziano e debilitato nel fisico, L. si ammalò improvvisamente nel gennaio 1560, morendo poco dopo a Pinczow.

La Chiesa Riformata Polacca

Il successivo precipitare della situazione interna della Chiesa Riformata Polacca portò, dal sinodo di Piotrkòw del 1565, alla separazione tra un'ecclesia major calvinista ed un'ecclesia minor di fede antitrinitariana, seguita, con il patto di Sandomierz del 1570, alla riunificazione tra gruppi protestanti (calvinisti, luterani e Fratelli Boemi) ed infine, con la dieta di Varsavia del 1573, si proclamò la pari dignità tra cattolici e protestanti.

Ma il periodo di forti incertezze politiche dopo alla morte nel 1572 di Sigismondo II (con l'estinzione della dinastia degli Iagelloni) fu seguito dal regno del principe cattolico transilvano Istvan (Stefano) Bathory (1576-1586) con avanzate incontrastate della Controriforma, rappresentata dalla sua punta di diamante: l'ordine dei gesuiti.

Già all'inizio del XVII secolo, sotto il regno dello svedese Sigismondo III Vasa (1587-1632), la Polonia era ritornata saldamente in mano ai cattolici e ai pochi riformatori superstiti toccò emigrare nei territori della Lituania e Lettonia per sopravvivere.