Le Fèvre (o Lefèvre) d'Étaples, Jacques (o Jacobus Faber Stapulensis), (ca.1455-1536)  

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Jacques Le Fèvre d'Étaples

 

Jacques Le Fèvre, il famoso umanista noto anche come Jacobus Faber Stapulensis, era nato ad Étaples, in Piccardia (Francia) nel 1455 circa e si era laureato come magister artium all'università di Parigi. Dopo un viaggio in Italia, L. si stabilì a Parigi, entrando come docente nel collegio fondato nel XIII secolo dal Cardinale Lemoine (1250-1313), dove ebbe il riformatore Guillaume Farel ed il futuro vescovo di Meaux, Guillaume Briçonnet come discepoli.

Nel 1507, su invito dell'abate Brinonnet, L. pose la sua residenza presso il monastero di Saint Germain-des-Prés per approfondire i suoi studi sulla Bibbia. Questi portarono alla pubblicazione di diversi opuscoli, come lo Psalterium quintuplex, i Commentarii in epistolas Sancti Pauli (che tanto influenzarono Martin Lutero) e due lavori sulla figura di Maria Maddalena, dal titolo De Maria Magdalena e De tribus et unica Magdalena discepatio secunda, dove L. ipotizzò che le figure di Maria sorella di Lazzaro, di Maria Maddalena, e della donna pentita che aveva unto i piedi di Cristo, erano tre persone distinte.

I lavori su Maria Maddalena facevano tipicamente parte di quell'ampio dibattito, spesso foriero di tensioni, che nei secoli XV e XVI si sviluppò tra teologi cattolici e umanisti, come, ad esempio Lorenzo Valla, Johannes Reuchlin, Pico della Mirandola, Erasmo da Rotterdam, i quali introdussero un metodo di lettura critica delle Sacre Scritture. Purtroppo le critiche in tal senso non erano ben accette e gli umanisti dovettero subire censure e persecuzioni.

L. fu aspramente criticato per i suoi lavori su Maria Maddalena e condannato ufficialmente dall'università della Sorbona nel 1521: tuttavia già nel 1520, L. aveva abbandonato Parigi per recarsi a Meaux, dal vescovo Briçonnet, suo ex-allievo, che lo nominò vicario generale e nel 1521 fu seguito da un suo altro ex-allievo, il riformatore Guillaume Farel.

L. e Briçonnet avevano in mente un progetto di riforma, dall'interno e pur accettandone la gerarchia, della Chiesa cattolica, ma l'esperimento della chiesa riformata a Meaux durò solo fino al 1546, quando le persecuzioni della Controriforma decimarono i protestanti. A Meaux L. continuò nei suoi studi pubblicando i Commentarii in quartuor Evangelia e una traduzione del Nuovo Testamento e dei Salmi. In questi lavori, pur rifiutando la predestinazione e cercando di far convivere libero arbitrio e grazia, furono palesi le crescenti simpatie di L. verso le dottrine riformiste, che costarono un'ulteriore condanna nel 1523 da parte della Sorbona.

L. rimase comunque intoccabile sotto la protezione personale del re di Francia, Francesco I (1515-1547) e dell'influente sorella Margherita d'Angoulême. Tutto ciò fino alla battaglia di Pavia del febbraio 1525, nella quale Francesco I fu inopinatamente fatto prigioniero dall'imperatore Carlo V (1519-1558). L. pensò bene di darsi alla fuga e non rientrò in patria, se non dopo la liberazione del re, che lo nominò prontamente bibliotecario del suo castello di Blois nel 1526: qui L. completò la traduzione dell'Antico Testamento. Diventò inoltre insegnante della cugina/cognata del re, Renata di Francia, futura duchessa d'Este e protettrice della causa riformista a Ferrara.

Nel 1531 L. accompagnò la sorella del re, Margherita d'Angoulême, diventata, nel 1527, regina di Navarra, alla sua corte di Nérac (nella regione meridionale francese del Béarn), dalla quale non avrebbe mai più fatto ritorno a Parigi. A Nérac L. fu visitato nel 1534 da Calvino, in fuga da Noyon, dove era stato imprigionato.

L. morì a Nérac nel 1536.