Severo di Antiochia (ca. 465 - 538) e monoergetismo

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Icona raffigurante Severo d'Antiochia

 

La vita

Severo, patriarca monofisita di Antiochia, nacque nel 465 ca.  a Sozopolis nella Pisidia (una regione a sud ovest della odierna Turchia) da una famiglia in vista (suo padre era un senatore) della città. Da giovane ebbe un'educazione laica: fu inviato a studiare retorica ad Alessandria, nella quale arte si distinse particolarmente e nel 486, S. iniziò gli studi di legge a Beritus (in Libano) assieme all'amico Zaccaria Scolastico, suo biografo.

Solo poco dopo, nel 488 a Tripoli, S. decise a farsi battezzare ed intraprese la vita monastica a Maïuma (l'attuale Gaza) e sottoponendosi a digiuni e veglie. Zaccaria riporta che non fece più un bagno per tutta la sua vita, considerandolo una peccaminosa abitudine. Successivamente, sempre a Gaza, fece costruire a sue spese un monastero per asceti.

Intorno al 508, S. si recò con un gruppo di monaci a Costantinopoli, aderendo all'Henoticon, il documento di compromesso tra cattolici e monofisiti, messo a punto dall'imperatore Zenone (474-475 e 476-491) nel 482, e particolarmente voluto dal successivo imperatore Anastasio (491-518): Quest'ultimo favorì S., diventato suo consigliere, facendolo nominare patriarca di Antiochia nel 512. Qui S. continuò nelle sue rigorosissime abitudini ascetiche, facendo distruggere i bagni del palazzo vescovile e licenziando i cuochi. Tuttavia, la nomina nel 518 ad imperatore del cattolico Giustino (518-527) portò alla destituzione di S., che fuggì in esilio ad Alessandria, dove si impegnò in una polemica contro gli aftartodocetisti di Giuliano di Alicarnasso.

Durante il regno dell'imperatore Giustiniano (527-565), S. poté, come altri monofisiti, confidare nella protezione dell'imperatrice Teodora, e nel 532 fu reinstallato nella sua sede vescovile, ma un sinodo del 536 a Costantinopoli, presieduto da Papa Sant'Agapito (535-536), segnò il momento più basso per il monofisismo: furono deposti vari vescovi monofisiti, tra cui S. e molti suoi seguaci, denominati severiani, tra cui Teodosio di Alessandria. Quest'ultimo fu l'artefice della nomina, nel 542, a vescovo di Edessa di Giacomo Baradeo, l'uomo che guidò la riscossa dei monofisiti in tutto il Medioriente.

S., dopo la deposizione, ritornò alla sua vita d'eremita in Egitto, dove morì l'8 Febbraio 538.

La dottrina

S. fu un monofisita alquanto atipico: rifiutò infatti la corrente di pensiero di Eutiche, considerandola eretica. Egli fu fondatore della corrente monofisita dei severiani (o fartatolatri o corrutticoli, come furono chiamati ironicamente dai loro avversari aftartodocetisti) che propugnava il monoergetismo, sostenendo che in Cristo, durante l'incarnazione, si fossero combinato le due nature, umana e divina, per ottenere un'unica ipostasi. In realtà, l'eterodossia di S. non fu molto elevata, casomai egli fu più uno scismatico, che, però, rifiutò ostinatamente di accettare i dogmi del Concilio di Calcedonia.