Templari (Poveri cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone) (1118-1311)

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Cavalieri templari

 

Le origini

Alla fine della prima Crociata conclusosi con la conquista di Gerusalemme il 15 Luglio 1099, molti crociati considerarono esaurito il proprio compito e quindi ritornarono in patria, lasciando però la difesa delle precarie conquiste ad un esiguo contingente militare, letteralmente circondato dai mussulmani.

Fu così che nel 1118, durante il regno di Baldovino II di Gerusalemme (1118-1131), un cavaliere di Troyes, nella regione francese dello Champagne, Ugo di Payens (o Payns o Paganis) (m. 1136) e otto suoi compagni, fecero voto di difendere i viaggi dei pellegrini nel pericoloso tratto tra il porto di Jaffa e la città di Gerusalemme, obbligandosi anche alla regola di povertà, castità e obbedienza, un primo caso quindi di veri monaci guerrieri. Si potrebbe obbiettare che nove cavalieri erano un po' pochi per difendere il percorso tra Jaffa e Gerusalemme, ma bisogna considerare che ciascun cavaliere aveva, ad ogni buon conto, un discreto seguito di "fratelli attendenti" o "sergenti", ossia di cavalleria leggera.

Furono accettati, immediatamente e con gratitudine, da re Baldovino e dal Patriarca Stefano de la Feré e alloggiati presso la moschea di al-Aqsa, dove una volta sorgeva il tempio di re Salomone, e, per i loro voti pronunciati e quest'ubicazione, furono denominati Poveri cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone o più semplicemente Templari.

Nel 1128, al concilio di Troyes, voluto da Papa Onorio II (1124-1130), i T. furono riconosciuti come ordine e San Bernardo di Chiaravalle (1090-1153) ne giustificò l'uso delle armi e ne compilò la Regola, come quella dei Benedettini, riformata dai Cistercensi. Similmente a questi ultimi, i T. portarono un mantello bianco, al quale nel 1147 fu autorizzata da Papa Eugenio III (1145-1153) l'aggiunta di una croce rossa.

I T. incontrarono immediatamente i favori sia dei Papi, ai quali giurarono sempre eterna obbedienza, che dei regnanti dell'epoca e, grazie alla concessione di privilegi, lasciti e donazioni, il tutto esentasse, diventarono ben presto potentissimi e influenti. Essi svilupparono un'organizzazione ben strutturata, comandata da un Maestro dell'Ordine e divisa in provincie territoriali e molti valenti cavalieri dell'aristocrazia europea fecero a gara per entrare nei loro ranghi. Svilupparono infine il primo sistema bancario del Medioevo e garantirono per l'emissione delle prime lettere di credito.

La difesa della Terrasanta

I T. si distinsero nelle varie battaglie combattute contro i mussulmani negli anni successivi alla fondazione del loro ordine e spesso i Maestri dell'Ordine cadevano combattendo, come Bernardo di Tremelay all'assedio di Ascalona nel 1153.

Il formidabile avversario, che essi si trovarono a fronteggiare, era il famoso sultano d'Egitto Salah Al-Din (Saladino) (sultano:1176-1193), il quale in pochi anni riuscì a mettere in ginocchio i regni cristiani in Terrasanta, approfittando anche degli intrighi e congiure tra le file degli occidentali, dai quali non erano esenti neanche i T. stessi. Questi, con il Maestro Gerard di Rideford in testa, vanificarono gli sforzi di Raimondo III, conte di Tripoli, di ottenere un patto di convivenza con gli arabi. L'esito fu disastroso: nella battaglia del Monte Hattin del 1187 (seguita dalla caduta di Gerusalemme), l'esercito cristiano fu pesantemente sconfitto e tutti i T. presenti furono massacrati, eccetto Gerard, che si dice avesse abiurato, diventando mussulmano. I T. allora cambiarono tattica: presiediarono i punti nevralgici asserragliandosi nelle loro grandiose fortezze, come il Krak dei Cavalieri e uscendone per compiere veloci sortite, ma purtroppo anche azioni di vero e proprio taglieggiamento delle carovane di pasaggio.

Negli anni successivi, dal 1189 al 1228, furono organizzate altre tre crociate (III, IV, V), ma, nonostante tutti gli sforzi, nel 1244 il regno di Gerusalemme diventò definitivamente mussulmano. Nello stesso 1244, i T., con il Maestro Armand di Périgord, pur alleandosi momentaneamente con gli odiati rivali dell'Ordine degli Ospitalieri e perfino con il sultano di Damasco, non riuscirono ad evitare la sconfitta ad opera dei Mongoli nella battaglia di Gaza , dove lasciarono sul campo 312 cavalieri, compreso il Maestro stesso.

Le due ultime disastrose Crociate (VI e VII), organizzate da re (San) Luigi IX di Francia (1226-1270) accelerarono la caduta dell'ultimo baluardo cristiano in Terrasanta di San Giovanni d'Acri nel 1291. Molti T. furono uccisi durante l'assedio, compreso il Maestro, Guglielmo di Beaujeu, e i superstiti riuscirono a fuggire a Cipro.

Il declino

Persa la Terrasanta, contrariamente agli altri ordini cavallereschi, i quali si posero un altro obiettivo geografico per la difesa della Cristianità (i Teutonici a Nord-Est e gli Ospitalieri di San Giovanni a Rodi), i Templari superstiti rimasero militarmente "disoccupati", se si esclude la Spagna dove combatterono contro i Saraceni. E' sì vero che i T. difesero Cipro, ma il processo in Francia fece sì che a questa difesa fu data una bassa priorità, e già nel 1310 essi abbandonarono l'isola in seguito alla riconquista del potere da parte del re Enrico II di Cipro e Gerusalemme, spalleggiato dagli Ospitalieri.

In Europa incominciò a diffondersi l'idea che era stata colpa dei T. la perdita della Terrasanta e quindi che era inutile mantenere in vita l'Ordine, idea corroborata oltretutto dal fatto che la potenza dei T., veri e propri banchieri mercantili, nella finanza e nella diplomazia incominciava a dare fastidio a molti. Inoltre la fedeltà esclusivamente verso il Papa fu invisa dal clero secolare, particolarmente dai vescovi, che mal sopportavano la loro totale autonomia d'azione sul territorio.

Comunque il destino dei t. fu segnato dalle lotte tra il Papa Bonifacio VIII (1294-1303) ed il re di Francia Filippo IV, detto il Bello (1285-1314), scomunicato da Bonifacio nel 1302 per una diatriba sui limiti dei poteri della Chiesa e dello Stato. Era un momento negativo per Filippo, che, oltretutto, era stato sconfitto dai Fiamminghi a Courtrai nel 1302 ed era sull'orlo della bancarotta, dal quale si poté risollevare solo attingendo a pesanti prestiti da parte dei T. e fu proprio allora che Filippo concepì il suo piano: indebolire il papato ed incamerare i beni dei T.

Per la prima parte del suo piano, fece sequestrare e maltrattare Bonifacio nel suo palazzo di Anagni (il cosiddetto "schiaffo di Anagni") da parte della sua anima nera, Guglielmo di Nogaret. Benché Bonifacio venisse liberato dal popolo indignato, morì per lo choc riportato qualche settimana dopo.

Il nuovo Papa, Benedetto XI (1303-1304) non durò molto: morì infatti il 7 Luglio 1304 per una indigestione di fichi...avvelenati con polvere di diamante da Guglielmo di Nogaret. Della morte fu ingiustamente incolpato il francescano Bernard Délicieux, che aveva incautamente scritto al medico del Papa, Arnaldo di Villanova, che dalle profezie di Gioacchino da Fiore si poteva desumere la morte del papa per il 1304. In realtà il regista dell'assassinio fu il solito Filippo il Bello, a cui era rimasta "indigesta" una bolla papale con una sua condanna come mandante per il famoso episodio dello "schiaffo di Anagni".

Finalmente un anno dopo Filippo riuscì a far eleggere il "suo" Papa, Clemente V (1305-1314), un uomo debole e influenzabile, e a far trasferire la sede papale sotto la sua "protezione" ad Avignone. Con Clemente, Filippo giocò pesante minacciando di allestire un processo per giudicare postumo Bonifacio, accusato d'eresia e magia nera. Pare che, pur di salvare l'onore della Chiesa, Clemente acconsentì a procedere contro i Templari, l'altra spina nel fianco di Filippo.

La fine

Il 13 Ottobre 1307 (un venerdì 13!), tutti i T. sul territorio francese, compreso il Gran Maestro Giacomo di Molay (1243-1314), furono arrestati su ordine di Filippo. L'accusa fu di eresia, basata sulle farneticanti dichiarazioni di un tal Esquieu de Floryan, testimone diretto di una "confessione" di un T. espulso dall'ordine e suo compagno di cella nel carcere di Béziers. Quest'ultimo aveva narrato di un cerimoniale basato sul rinnegamento di Cristo, di sputi sulla Croce, di sodomia e baci osceni, di riti magici e tanto bastò a Guglielmo di Nogaret per imbastire un clamoroso processo a carico del più potente Ordine religioso dell'epoca.

Iniziarono i primi interrogatori con ampio utilizzo della tortura, nonostante i deboli tentativi di protesta da parte di Clemente V: tuttavia Giacomo di Molay si rivelò un osso molto più duro del previsto, fermo nella difesa dell'ortodossia dell'Ordine.

Nel 1310 le prime vittime: 54 T. ritrattarono le confessioni estorte con la tortura, furono quindi considerati relapsi e immediatamente bruciati sul rogo. Nel 1311 fu indetto il Concilio di Vienne (nel Delfinato) per dirimere la questione, ma durante il suo svolgimento, Clemente, che non si decideva mai a prendere posizione tra il parere dei vescovi favorevoli a mantenere l'Ordine e quello del re favorevole ad una pesante condanna dell'Ordine, decise nel 1312 per una sentenza (bolla Vox in excelso) degna di Ponzio Pilato. Fu infatti ratificata la soppressione (ma non la condanna) dell'Ordine con passaggio dei beni dei T. agli Ospitalieri, che dovettero sganciare ben un milione di lire tornesi a Filippo per venirne in possesso.

Tuttavia, a carico dei principali responsabili, la commissione cardinalizia (tutti fidati alleati di Filippo) emise il 18 Marzo 1314 un verdetto di condanna al carcere a vita, previa confessione pubblica. La sentenza fu letta a Giacomo di Molay e al gran precettore di Normandia, Geoffroy di Charnay, oltre ad altri due T. di prestigio, ma, a sorpresa, sia Giacomo che Geoffroy presero la parola per ritrattare le loro confessioni ottenute con le solite torture. Filippo allora, senza consultare il Papa, convocò quel giorno stesso il consiglio di stato, dove fu pronunciata l'immediata sentenza di morte per i due capi T.: essi morirono sul rogo la sera del 18 su un'isoletta sulla Senna, alle spalle di Notre Dame.

Una leggenda vuole che Giacomo predisse la morte sia di Clemente che di Filippo prima della fine dell'anno ed effettivamente i due morirono rispettivamente nell'Aprile e nel Novembre del 1314, tuttavia è facile creare la leggenda di una profezia dopo che il fatto predetto è già accaduto!

Negli altri paesi europei non si procedette con lo zelo dei francesi, e spesso i re (per esempio Eduardo II d'Inghilterra), solo dopo richiami ripetuti del Papa ai loro doveri, imbastirono dei processi molto formali contro i T., che furono di sovente assolti. In Spagna e in Portogallo, per esempio, essi confluirono in due ordini religiosi: l'Ordine dei Cavalieri di Santiago (San Giacomo) e l'Ordine dei Cavalieri di Cristo.

Infine, va riportato che, quasi 500 anni dopo (nel 1804), il templarismo fu fatto "risorgere" come Antico e Sovrano Ordine Militare del Tempio di Gerusalemme da Bernard Raymond Fabré-Palaprat, al quale si rimanda per un approfondimento sugli ordini neo-templari.

Le accuse

Come si diceva, le accuse furono varie e diedero a tutta una serie di interpretazioni esoteriche nei secoli successivi:

  • I baci sulla bocca, sul ventre, sull'ano e sulla spina dorsale avrebbero potuto far parte di un rito iniziatico d'origine orientale, che ricordava la rivitalizzazione dei chakra, punti energetici secondo la dottrina indiana dei Tantra.

  • L'adorazione della testa (o immagine) di un uomo barbuto, noto come Bafometto (forse una storpiatura del nome di Maometto) si riferirebbe al culto di San Giovanni, vero Messia secondo alcuni gnostici, come i mandei. Secondo altri si tratterebbe del Mandylion, l'immagine di Gesù rimasta impressa sul velo della Santa Veronica (personaggio rappresentato nella sesta stazione della Via Crucis, ma mai citato da nessuno dei Vangeli) oppure la Sindone stessa, trovata dai T. e trasferita da essi in Europa occidentale.

  • Lo sputare sul crocefisso confermerebbe che i T. erano venuti a sapere che durante la crocifissione, Gesù era stato sostituito da qualcun altro, idea docetista già espressa dal maestro gnostico Basilide.

  • L'accusa di magia era collegata al fatto che i T. avessero praticato l'alchimia e seguito le dottrine della Cabala giudaica: quest'ipotesi fu proposta dal cabalista del `500, Cornelius Agrippa di Nettesheim.

Le leggende

Mai come nel caso dei T., dopo la loro scomparsa, si poté dare libero sfogo a tutta una serie di leggende, fatti curiosi o speculazioni (più o meno fantasiose), che riporto sommariamente. Si disse infatti che:

  • La flotta T., di stanza a La Rochelle, fosse sfuggita alla cattura, partendo, appena in tempo, per fare rotta sulla Scozia (o addirittura in America, secondo un altro autore), dove i T. avrebbero aiutato il re Robert I Bruce (1306-1329) a sconfiggere gli inglesi nella battaglia di Bannockburn del 1314.

  • Successivamente, per sfuggire all'Inquisizione, sempre i T. "scozzesi" avrebbero deciso di darsi una struttura di società segreta, la quale sarebbe stata progenitrice (addirittura senza soluzione di continuità!) del Rosacrocianesimo del XVII secolo o della Massoneria del XVIII secolo.

  • Per uno T. "scozzese" morto in battaglia in Lituania, Guglielmo di Saint Clair (diventato poi Sinclair), il suo omonimo discendente Sir William Sinclair avrebbe costruito (ufficialmente per la propria famiglia) una cappella commemorativa a Rosslyn (vicino ad Edimburgo) nel 1446, piena di riferimenti esoterici massonici (ante litteram) e con un fregio che richiama la pannocchia del mais, allora sconosciuta in Europa, ma non in America (vedi punto 1).

  • I T. avessero scavato nel sottosuolo del Tempio di Salomone, riportando alla luce misteriosi e compromettenti documenti sulle verità nascoste del Vangelo o addirittura avessero trovato l'Arca dell'Alleanza o perlomeno che sapessero la sua esatta ubicazione (Axum in Etiopia).

  • Avessero sponsorizzato la costruzione delle ardite cattedrali gotiche, come quella di Chartres, riempendole di simbologie mistiche, legate a culti segreti, come la venerazione di Maria Maddalena, "sposa" di Gesù ecc.

  • Avessero favorito la diffusione dei tarocchi, le carte da gioco, nascondendo nei loro complessi disegni un'intera sapienza iniziatica, da loro appresa in Terrasanta.

  • Avessero stipulato alleanze nascoste con i catari, perseguitati nello stesso periodo e che ambedue i gruppi conoscessero certi segreti, come la località della tomba di Gesù in Francia, il segreto del Graal ecc.

In ogni caso, ogni ulteriore approfondimento su questi argomenti esula dagli scopi di questa opera ed è sufficiente navigare in Internet per trovarvi ampio materiale.