Zanchi, Girolamo (1516-1590)

Fare clic per visualizzare la foto

Girolamo Zanchi

 

Girolamo Zanchi nacque ad Alzano Lombardo (vicino a Bergamo), il 2 Febbraio 1516, da una famiglia di avvocati. Da giovane si dedicò a studi umanistici e teologici presso il monastero agostiniano di Santo Spirito a Bergamo, dove era entrato nel 1530, in seguito alla morte dei suoi genitori.

Nella primavera del 1541, Z. fu nominato predicatore nell'ordine dei Regolari Canonici Lateranensi e venne chiamato al convento di San Frediano a Lucca, dove diventò amico di Massimiliano Celso Martinengo e Celio Secondo Curione. Qui, Z. e Martinengo subirono l'influenza del nuovo priore Pietro Martire Vermigli, che li introdusse alle idee della Riforma, facendoli conoscere diversi riformatori svizzeri e tedeschi, ed ad una nuova maniera di approcciare lo studio delle Sacre Scritture. A Lucca Z. scrisse un commento alla Christianae religionis institutio di Calvino, con il titolo di Compendium praecipuorum capitum Docrinae Christianae.

Nel 1542, braccato dall'Inquisizione, Vermigli fuggì da Lucca, ma, in sua assenza, Z. e Martinengo continuano nella loro opera riformista ed insegnando rispettivamente teologia e greco antico. Tuttavia nel 1551, accusato da Girolamo Muzio (1490-1576) di aver predicato la giustificazione sola fide, anche Martinengo prese la via dell'esilio con l'intenzione di recarsi in Inghilterra. Si fermò invece a Ginevra, dove accettò l'offerta di Calvino e di Galeazzo Caracciolo di diventare il pastore della Chiesa degli Italiani in esilio.

Martinengo fu seguito nell'ottobre dello stesso 1551 da Z., che, da Alzano attraverso il passo di San Marco, si rifugiò in un primo momento a Chiavenna, nei Grigioni, e successivamente si trasferì a Ginevra. Durante il suo periodo svizzero, Z. entrò in contatto con diversi riformatori dell'epoca, come Wolfgang Musculus (nome umanistico di Wolfgang Müslin o Mäuslin) (1497-1563) a Berna, Pierre Viret (1511-1571) a Losanna, e i ginevrini Calvino e Théodore de Bèze.

Nel 1553, su raccomandazione di Curione, suo futuro suocero (ne sposò infatti, nello stesso anno, la figlia Violante), Z. venne invitato da Jakob Sturm (1489-1553), capo della Riforma calvinista a Strasburgo, a coprire il posto di professore di Sacre Scritture al collegio di San Tommaso, il cui rettore era il cugino Johann Sturm (1507-1589). Benché Z. fosse apprezzato nella sua attività, il suo soggiorno a Strasburgo fu alquanto tormentato, a causa dei tentativi del predicatore luterano Johannes Marbach (1521-1581) di riportare la città sotto l'influenza del luteranesimo.

Alla morte di Jakob Sturm pochi mesi dopo, Marbach, come nuovo capo della Riforma, pretese che tutti i docenti sottoscrivessero la Confessio Augustana, di chiara ispirazione luterana, che Z. si rifiutò di firmare, preferendo il dialogo con tutte le componenti del protestantesimo.

L'impasse venne momentaneamente superata dall'arrivo di Vermigli, in fuga dall'Inghilterra ridiventata cattolica sotto Maria Tudor, e a cui era stata offerta una cattedra al collegio di San Tommaso, sempre dietro accettazione della Confessio Augustana per iscritto. Vermigli la firmò per proforma e convinse Z. a fare altrettanto, ma Marbach, che aveva chiaramente capito di non essere riuscito a portare i due sulla strada del luteranesimo, fece loro una guerra di logoramento psicologico finché, nel 1556, Vermigli abbandonò Strasburgo per Zurigo, dove successe a Conrad Pellican (Pellicanus) (1478-1556), come professore d'ebraico. Z. rimase quindi solo a fronteggiare l'offensiva luterana, addolorato oltretutto dalla morte della moglie Violante nell'ottobre 1556 e dell'amico Martinengo nel 1557.

Nel 1561 Marbach riuscì finalmente a convincere un riluttante Johann Sturm a portare il caso di Z., e delle sue idee sulla Santa Cena e sulla predestinazione, davanti ai magistrati della città. Il riformatore di Alzano fu comunque prosciolto dall'accusa di eterodossia, ma l'ambiente per lui si era definitivamente guastato tant'è che, due anni dopo nell'estate 1563, Z. accettò la posizione di primo pastore nella parrocchia riformata di Chiavenna, in Valtellina (dal 1512 sotto il cantone protestante dei Grigioni), succedendo ad Agostino Mainardi.

Z. risedette a Chiavenna dal 1563 al 1567, ma, esasperato dai continui dissapori con il secondo pastore Simone Fiorillo e dall'irrequietezza dei gruppi settari, decise infine di accettare l'invito del principe Frederick III Palatino, detto il Pio (regnante: 1559-1576) di occuparsi della cattedra di teologia all'università di Heidelberg, dove si recò nell'inverno del 1568. A Heidelberg Z. iniziò a lavorare su una monumentale opera di teologia riformata: nel 1572 pubblicò il primo volume sulla Trinità, ed in seguito il secondo sulla teologia propriamente detta ed il terzo sulla creazione. Tuttavia quando era impegnato nella stesura del quarto volume sul peccato, la caduta e la legge, il 26 ottobre 1576 morì Frederick III, a cui successe il figlio Ludwig VI (regnante: 1576-1583), di fede luterana.

Z., dovette quindi abbandonare il progetto in corso e non lo riprese mai più. Oltretutto egli ritenne opportuno accettare l'ospitalità del secondogenito di Federick III, il calvinista Conte Palatino Johann Casimir (1543-1593), che aveva organizzato il Casimirianum, un asilo sicuro per i teologi calvinisti, a Neustadt-an-der-Haardt, nei suoi possedimenti del Pfalz-Lautern.  Nel 1583 morì Ludwig VI e il fratello Johann Casimir, reggente del trono del nipote minorenne Federick IV, detto il Giusto (regnante: 1583-1610), reintrodusse il calvinismo nel Palatinato. A Z. fu nuovamente offerta la cattedra a Heidelberg, ma egli, stanco e malato (sarebbe diventato cieco in poco tempo) declinò l'invito ed allora il principe reggente gli offrì generosamente una rendita a vita.

Nel 1585, all'età di 69 anni, Z. completò la sua De religione christiana fides, una confessione di fede per i suoi figli piccoli. Cinque anni più tardi, il 19 novembre 1590, egli morì durante una visita a Heidelberg, dove fu inumato nella chiesa dell'università.