Aconcio (alias Riccamati), Jacopo (o Giacomo) (ca. 1492-ca.1567)

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Jacopo Aconcio

 

L'umanista Jacopo (o Giacomo) Aconcio (che adottò anche lo pseudonimo di Riccamati), nato ad Ossana (Val di Sole, in provincia di Trento) verso il 1492, compì studi universitari di giurisprudenza e di fisica, diventando in seguito notaio in Trento, ma nel 1556 entrò al servizio, come segretario, del cardinale Cristoforo Madruzzo (1512-1578), referente imperiale a Milano.

Nel 1557 l'eclettico umanista trentino, noto anche come architetto militare e filosofo, aderì agli ideali luterani, ma poco dopo, a causa dell'attacco persecutorio della Chiesa Cattolica, lanciato dal Papa Paolo IV (1555-1559), dovette fuggire, con l'amico Francesco Betti, a Basilea. Qui pubblicò il suo trattato De Methodo, un metodo di ricerca per spiegare i problemi filosofici, intriso di razionalismo rinascimentale.

I due si trasferirono dapprima a Zurigo (fino all'autunno 1558), dove furono accolti favorevolmente da Johann Bullinger, grazie ad una lettera di presentazione di Celio Secondo Curione, e furono ospitati nella casa di Bernardino Ochino, e poi a Strasburgo e a Ginevra.

Nel 1559 A. si recò in Inghilterra dove incontrò i favori della regina Elisabetta I (1558-1603), che gli appaltò alcuni lavori di ingegneria militare e di bonifica. A Londra egli aderì alla Chiesa degli esuli spagnoli, dopo aver inutilmente tentato di far parte della Chiesa italiana e di quella francese, dalle quali venne respinto, dopo la scomunica per antitrinitarismo lanciata dall'Ecclesia Peregrinorum.

Nel 1564 tornò a Basilea, dove pubblicò nello stesso anno, o forse l'anno dopo, la sua opera più famosa, diventata popolarissima nell'ambiente protestante europeo e perciò tradotta in varie lingue, i Satanae Stratagemata (le astuzie di Satana), grido di protesta sia contro i metodi violenti dell'inquisizione cattolica che, dall'altra parte, contro il dogmatismo ortodosso, l'autoritarismo e le controversie di natura dogmatica delle Chiese riformate, causa principale d'intolleranza. Secondo A., per la salvezza erano necessarie solo alcune parti della Bibbia, quelle cioè scritte sotto la diretta ispirazione dello Spirito Santo, mentre risultavano del tutto inutili le interpretazioni speculative umane, presenti nella religione Cristiana. Questi temi, cari ad A., verranno ripresi nel secolo successivo da Arminio e dai suoi seguaci, detti Rimostranti.

A. morì a Londra nel 1567 circa.