Monofisismo (V-VII secolo) e le chiese orientali ortodosse

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Croce armena a Etchmiadzin

 

Dottrina eretica sviluppata da Eutiche, archimandrita (superiore) di un monastero con più di trecento monaci a Costantinopoli.

Dottrina

Nel 448, all'età di settant'anni, Eutiche scese in campo nella disputa teologica con Nestorio, ed in polemica con quest'ultimo, che affermava la presenza di due persone distinte (l'una divina e l'altra umana) nel Cristo incarnato, Eutiche ipotizzò che, prima dell'incarnazione, c'erano due nature, ma dopo una sola, quella divina, derivata dall'unione delle due nature stesse (ek duo physeon).

In questa maniera, Eutiche negò che la natura di Cristo fosse consustanziale alla nostra, fatto che, quindi, impedirebbe di redimerci attraverso di Lui. Detta dottrina fu definita monofisismo, ma secondo alcuni autori, Eutiche non ne fu il vero fondatore, che si deve probabilmente ricercare in San Cirillo d'Alessandria (376-444, Vescovo e Padre della Chiesa). Altri fanno risalire le prime credenze monofisite ad Apollinare di Laodicea.

La storia fino al Concilio di Calcedonia

La chiave di volta per la diffusione del m. fu il Concilio di Efeso dell'Agosto 449, presieduto da San Flaviano, Patriarca di Costantinopoli e fortemente voluto da Dioscoro, vescovo monofisita di Alessandria e successore di Cirillo: in questo Concilio, l'insegnamento di Eutiche venne dichiarato ortodosso.

Sfortunatamente l'intero andamento del Concilio fu palesemente falsato dal clima di terrore instaurato da Dioscoro e dai suoi monaci semianalfabeti violenti e fanatici, capeggiati da Barsumas furono destituiti i più importanti teologi antiocheni (Domno d'Antiochia, Eusebio di Dorileo, Iba d'Edessa e Teodoreto di Ciro), con l'accusa di nestorianesimo e perfino San Flaviano fu percosso, probabilmente da Barsumas, e morì alcuni giorni dopo, non si sa se per lo choc o per le percosse.

Ovviamente, il concilio si concluse con l'assoluzione di Eutiche e la scomunica di Flaviano e di Papa Leone I Magno (440-461), che definì questo sinodo come non un "concilium", bensì un "latrocinium" (brigantaggio)! Fu altresì ovvio che il Papa considerasse privo di validità qualsiasi decisione presa, ma in contrasto con il pensiero papale, l'imperatore Teodosio II (408-450) lo ritenne valido.

Tuttavia, dopo la morte di Teodosio nel 450, nel Concilio a Calcedonia, convocato nell'Ottobre 451 dall'imperatrice Pulcheria, fervente cattolica ortodossa, il monofisismo fu condannato e furono esiliati sia Dioscoro, che Eutiche.

Le chiese monofisite o orientali ortodosse oggigiorno

Il m. si sviluppò in molte parti dell'impero, ma soprattutto in quattro paesi: Egitto, Etiopia, Siria e Armenia. Oggigiorno dette chiese, ancora esistenti, si autodefiniscono orientali ortodosse (oppure ortodosse copte), creando indubbiamente un po' di confusione con le chiese ortodosse calcedonesi (quelle più universalmente conosciute oggi come ortodosse).

Egitto

Dopo che Dioscoro fu bandito, l'imperatore Marciano (450-457) fece eleggere al seggio d'Alessandria Proterio. Ma questi fu semplicemente ignorato dagli egiziani e successivamente assassinato nel 457.

Fu, invece, eletto a Patriarca d'Alessandria nel 457 (o 460), per acclamazione popolare, Timoteo Aeluro  (dal nome del gatto sacro agli antichi egizi), ma questo diede luogo alla creazione, nell'impero, di due fazioni contrapposte: i cattolici ortodossi, chiamati Melchiti, fedeli all'imperatore e il cui attuale capo è il Patriarca greco-ortodosso d'Alessandria (sito http://www.greekorthodox-alexandria.org/), e i monofisiti.

Aeluro, con l'aiuto dei monaci cristiani egiziani, denominati in arabo qubt (copti) dal greco (e)gýpt(ikos), fu il fondatore della Chiesa Egizia monofisita, detta appunto Chiesa Copta. Il tipo di monofisismo adottato dai Copti rifiutava il concetto espresso da Eutiche di fusione tra le due nature, divina e umana, di Gesù Cristo, per favorire un'unione come tra corpo e anima, denominata miafisismo.

Nel periodo 484-519, durante lo scisma acaciano, provocato dal patriarca di Costantinopoli, Acacio di Berea, il m. si rinforzò in Egitto, grazie soprattutto a Pietro Mongo, vescovo d'Alessandria e successore di Aeluro, che accettò l'Henoticon, il documento di compromesso (poi fallito) tra cattolici e monofisiti, voluto dall'imperatore Zenone (474-475 e 476-491).

La lotta con i bizantini fu tale negli anni successivi che i copti acclamarono gli arabi come liberatori, quando questi conquistarono l'Egitto nel 641. Tuttavia anche i mussulmani perseguitarono i copti, non tanto con i massacri, quanto con subdole ed atroci tecniche d'intimidazione, come la marchiatura a fuoco delle mani dei copti sotto il califfato degli Ommiadi (661-750) oppure l'obbligo di portare croci pesanti (2 kg.) intorno al collo, stabilito dai califfi della dinastia Abbasside (750-868). Solamente con la dinastia Fatimida (969-1171) i copti poterono liberamente esercitare la loro fede, ma in seguito, la situazione divenne sempre più tragica a causa delle persecuzioni e delle stragi sotto i Mamelucchi e i Turchi: fu rilevante che il numero dei vescovi fosse calato dai 168 del VI secolo ai soli 17 del XVII secolo. Il periodo buio finì finalmente con l'avvento al potere di Mehemet Ali, nel 1804, e con i protettorati inglese e francese.

Oggigiorno, escludendo l'Etiopia e l'Eritrea, i copti nel mondo sono circa 19 milioni, distribuiti in Egitto, Sudan, Uganda, Sud Africa, Australia, Nord America, Palestina e Kuwait. Un caso particolare è la Chiesa Ortodossa Britannica (sito: http://www.britishorthodox.org/), fondata nel 1866 dal vescovo "vagante" Jules Raymond Ferrette: ha poi fatto un suo percorso del tutto autonomo ed è rientrata solo nel 1994 nel seno del Patriarcato copto. L'attuale papa copto ortodosso, dal 1971, è Shenouda III (n. 1923), la lingua utilizzata nella liturgia è ancora il copto, ma l'uso dell'arabo è crescente.

 Il sito ufficiale della Chiesa Ortodossa Copta egiziana è http://www.copticpope.org

Curiosità: l'ex Segretario Generale delle Nazioni Unite, Boutros Boutros Ghali, è di religione copta.

Etiopia

L'Etiopia, che tradizionalmente fa risalire le proprie origini a San Filippo, fu cristianizzata, nel IV secolo, da San Frumenzio, diventato vescovo d'Axum nel 356. Le resistenze nei confronti della nuova religione furono elevate e solo nel VI secolo il Cristianesimo riprese vigore con l'arrivo dei "Nove Santi", monaci monofisiti giunti in Etiopia, probabilmente per sfuggire alle persecuzioni dei cattolici.

Dal 640, la Chiesa d'Etiopia fu assorbita da quella Copta egiziana e questa dipendenza rimase fino al 1948.

A causa delle minacce di invasioni mussulmane, nel XVII secolo, sotto il negus Susenyos, ci fu un'effimera unione con la Chiesa Cattolica, che durò solamente 11 anni (1621-1632). Fu comunque l'ultimo negus (poi imperatore) Hailé Selassié (Haylasellase I) (1892-1975, imperatore: 1930-1936 e 1941-1974) a riorganizzare la Chiesa d'Etiopia, affrancandola, come già detto, dalla Chiesa Copta egiziana nel 1948 e facendola diventare Chiesa di Stato nel 1955. Il primo patriarca fu Abune Basilios, eletto nel 1959 e seguito, nel 1971 da Abune Tewophilos, fatto assassinare segretamente, nel 1976, dalla giunta militare marxista, che fece eleggere il nuovo patriarca Abune Tekle Haymanot, e, alla sua morte nel 1988, Abune Merkorios, ma ambedue non furono riconosciuti dal sinodo della Chiesa Copta. Dopo la caduta del regime militare nel 1991, mentre veniva eletto, nel 1992 il nuovo patriarca Abune Paulos (n. 1935), il detronizzato Abune Merkerios andò in esilio, formando un sinodo dissidente, riconosciuto da alcune comunità in Nord America ed Europa.

La Chiesa, con una forte componente monastica, mantiene alcune usanze di chiara influenza ebraica, come la circoncisione, la festività settimanale di sabato, la suddivisione delle carni in pure ed impure, e soprattutto la presenza dell'Arca dell'Alleanza ad Axum, la cui autenticità ha fatto versare ultimamente fiumi di inchiostro senza peraltro dirimere questo affascinante enigma.

Oggi la Chiesa d'Etiopia (denominazione ufficiale, in inglese, Ethiopian Orthodox Tewahido Church) è la più grande delle chiese pre-calcedoniche e conta circa 36 milioni di fedeli in Etiopia e nel mondo. Sito ufficiale: http://www.ethiopianorthodox.org/. La parola Tehawido significa, in lingua Ge'ez "l'essere che si è fatto uno", allusione alla teologia monofisita.

Eritrea

La Chiesa Eritrea Ortodossa Tewahido è la più giovane delle chiese orientali ortdosse, essendo nata per decisione unilaterale nel 1993, dopo il raggiungimento dell'indipendenza dell'Eritrea dall'Etiopia. Nonostante sussistano ancora forti tensioni con la Chiesa d'Etiopia (che ha accettato con riluttanza lo status quo), le due chiese sono in comunione tra loro. L'attuale patriarca, dal 2004, è Abune Antonios (n. 1927), che gestisce un gruppo di circa due milioni di fedeli in Eritrea, Europa e Nord America. Il sito ufficiale della Chiesa d'Eritrea in Nord America è http://www.tewahdo.com/

Siria

Il monofisismo siriano fu fondato da Severo di Antiochia, patriarca tra il 512 ed il 518, ma nel Settembre 518, un sinodo, convocato dall'imperatore Giustino I (518-527), che desiderava la riunione con i cristiani occidentali, depose Severo ed iniziò una campagna di persecuzione nei confronti del m.: solo l'azione di Giovanni Bar Qursos, vescovo di Tella (in Siria), impedì la scomparsa del movimento per mancanza di nuovi sacerdoti. Infatti Bar Qursos, a suo rischio e pericolo, si mise ad ordinare quanti più preti monofisiti possibili su un vasto territorio corrispondente agli odierni Siria, Turchia, Libano, Iraq e Armenia.

Simile azione fu compiuta da Giacomo Baradeo, l'eroe del m. siriano, nominato al seggio di vescovo d'Edessa nel 542 con la protezione dell'imperatrice Teodora, moglie di Giustiniano. Baradeo fu il vero fondatore della Chiesa Nazionale Siriana o Chiesa Siriana Occidentale, chiamata in suo onore Giacobita.

Contrariamente che in Egitto, la Chiesa Siriana poté svilupparsi sotto le dinastie arabe almeno fino al XII secolo. Ma l'invasione di Tamerlano del 1380, le continue lotte interne, le persecuzioni da parte dei Turchi (durante la Prima Guerra Mondiale) portarono ad un rapido declino della Chiesa, che fu solo parzialmente compensata dall'unione, nella regione indiana del Kerala (o Malankara) con la Chiesa siro-malabita, d'origine nestoriana, clamorosamente riunitasi con i giacobiti (ex nemici) siriani nel 1603 pur di sopravvivere al tentativo portoghese di farla riassorbire dal Cattolicesimo: artefice di tale decisione fu il patriarca Thomas Parampil.

Oggigiorno il gruppo si denomina Chiesa Malankara Giacobita Siriaca Ortodossa ed il capo è Baselios Thomas I, che riferisce al patriarca Moran Mor Ignatius Zakka I Iwas (n. 1932). Questi, a sua volta, è l'attuale capo spirituale della Chiesa Siriaca (dicitura preferita a Siriana, che ricorda di più la nazione, che la lingua) Ortodossa, che usa, per l'appunto, la lingua siriaca (un dialetto aramaico) nella propria liturgia: al patriarca fanno riferimento circa quattro milioni di fedeli.

Il sito ufficiale è http://www.syrianorthodoxchurch.org mentre quello della Chiesa Malankara Giacobita Siriaca Ortodossa è http://www.jacobitesyrianchurch.org/.

Un altro gruppo, dalla denominazione molto simile, è la Chiesa Malankara Siriana Ortodossa, nota anche come Chiesa Indiana Ortodossa, nata da una scissione della Chiesa Malankara Giacobita Siriaca Ortodossa, quando, alla metà del XIX secolo, la chiesa fu interessata da un movimento di riforma sotto l'influenza della Chiesa Anglicana. Il gruppo mantiene, comunque, buoni rapporti con i cugini "giacobiti" e l'attuale metropolita è Mar Baselios Mar Thoma Didymos I. Il sito ufficiale è http://www.malankaraorthodoxsyrianchurch.com/.

Armenia

Il Cristianesimo in Armenia fu introdotto da San Gregorio l'Illuminatore (240-332) nel 314, anche se la data ufficialmente accettata è il 306, mentre un altro santo, Meshrob Mashdotz (354-440) diede alla nazione l'alfabeto armeno. La Chiesa Armena rimase fino al V secolo sotto l'influenza bizantina, ma durante il Concilio di Calcedonia del 451 gli armeni ruppero le relazioni, in quanto non condividevano la dottrina della doppia natura di Cristo.

Essi rifiutarono le decisioni del Concilio di Calcedonia più che altro per opportunità politica: infatti i nemici di sempre, i persiani, avevano aderito al nestorianesimo. L'attuale teologia della Chiesa Armena, in realtà ha accettato le due nature di Cristo, ma rigetta l'autorità del papa e la dottrina del purgatorio, pur mantenendo nella propria liturgia le preghiere per i morti.

I bizantini cercarono più volte di riportare l'Armenia al cattolicesimo e nel 591, l'imperatore Maurizio (582-602), dopo aver occupato parte del territorio, provocò una scissione interna, facendo nominare un patriarca fedele alla dottrina di Calcedonia.

Questa scissione non durò a lungo e nel 645 al sinodo armeno di Tvin furono condannate le decisioni di Calcedonia. In quegli anni, l'Armenia fu conquistata dagli arabi, che garantirono comunque una certa libertà religiosa, la quale permise alla Chiesa Armena di consolidarsi e svilupparsi.

Oggigiorno si calcola che vi siano circa 3.000.000 di fedeli armeni sparsi per il mondo [Armenia, Libano, Siria, Iran (dove gli armeni sono la comunità cristiana più grossa), Europa e Americhe, dove, solo in USA, i fedeli sono oltre 400.000], coordinati da due cattolicossati (da catholicos, patriarca) [Etchmiadzin, in Armenia, dove risiede l'attuale patriarca Karekin (o Garegin) II (n. 1951), e Antelias, in Libano, quest'ultima sede dell'antico cattolicossato di Cilicia, il cui catholicos è Aram I (n. 1947)] e due patriarcati [Gerusalemme (sito: http://www.armenian-patriarchate.org/) e Instanbul (sito web: http://www.lraper.org/main.aspx?Action=ChangeLanguage&Language=ENG)].

Il clero è formato da preti sposati e monaci celibi.

Il sito della Chiesa Apostolica Armena (da non confondere con la Chiesa Cattolica Armena, di rito orientale e riconosciuta dalla Chiesa Cattolica Romana) è http://www.armenianchurch.org/index.jsp, mentre il cattolicossato di Cilicia ha un proprio sito: http://www.armenianorthodoxchurch.org/