Hus (o Huss), Jan (ca. 1369- 1415)

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Jan Hus

 

La vita

Jan Hus nacque nel 1369 ca. a Husinec, nella Boemia meridionale. Suo padre morì quando egli ancora giovane, perciò fu cresciuto dalla madre, e poi mandato a studiare all'università di Praga, dove H. frequentò con pieno successo i corsi di teologia e filosofia, studiando con Stanislao di Znojmo. Nel 1393 H. conseguì il titolo di Baccelliere in arti, nel 1396 la relativa laurea, nel 1400 fu ordinato sacerdote ed infine nel 1402 diventò decano dell'università di Praga.

Nello stesso tempo egli fu nominato predicatore nella Cappella di Betlemme, una comunità religiosa fondata nel 1391, per un auspicato ritorno all'originale Chiesa di Cristo e degli Apostoli, da Mathis di Janow, allievo, a sua volta, dei riformatori Jan Milic Kromerìz (fondatore della comunità "Nuova Gerusalemme") e Conrad Waldhouser.

Inoltre in quegli anni H. fu fortemente influenzato dagli scritti, tradotti in ceco, di John Wycliffe, il riformatore inglese, e riportati in patria da un gruppo di studenti boemi della facoltà di teologia di Oxford, recatisi in Inghilterra al seguito della principessa Anna di Boemia, promessa sposa a re Riccardo II d'Inghilterra (1377-1399).

Nel 1403 l'università di Praga condannò 45 tesi contenute negli scritti di Wycliffe: H., tuttavia, tradusse ugualmente il suo Trialogus in ceco e lo fece circolare in patria. Oltretutto egli era un eccellente predicatore e favoriva l'uso della lingua ceca, al posto del latino, e questo lo rese molto popolare presso i boemi che stavano sviluppando sempre più il senso di "nazione".

Nonostante le sue idee abbastanza eterodosse, fino al 1408, H. poté godere della protezione dell'arcivescovo di Praga, Zbynek (o Sbinko) von Hasenburg. In quell'anno l'alto prelato ricevette una lettera di Papa Gregorio XII (1406-1415), preoccupato del diffondersi delle idee di Wycliffe in Boemia, e soprattutto della possibilità che il re Venceslao IV, detto il Pigro (1378-1419), potesse mostrare simpatie verso esse.

Tutto ciò si complicò nel 1409 con la decisione del re stesso di favorire la componente ceca dell'università di Praga, di cui H. era il massimo esponente, permettendo ad essa di avere, nelle assemblee, tre voti, mentre alle altre nazionalità presenti in Boemia fu concesso solo un voto ciascuno. Questo portò ad una crisi senza precedenti: i docenti e studenti tedeschi (forse 20.000 persone) lasciarono Praga per emigrare a Lipsia o in zone a loro etnicamente più affini. Poiché Gregorio XII mostrò segni di voler intervenire nella complessa diatriba, re Venceslao proibì ogni contatto tra il clero locale ed il Papa: quest'ultimo reagì interdicendo Praga attraverso l'arcivescovo Zbynek.

La situazione, già così articolata, venne ulteriormente complicata dai vari interventi dei candidati Papi (non solo Gregorio XII, ma anche gli antipapi Benedetto XIII, Alessandro V e il suo successore Giovanni XXIII), che in quel momento nero per la Chiesa, si stavano scannando per il seggio pontificio. Infatti in una bolla del Dicembre 1409 l'antipapa Alessandro V proibì la predicazione in Boemia all'infuori dei luoghi consacrati e la diffusione degli scritti di Wycliffe. Contro questa decisione H., forte dell'appoggio del re, si appellò, inviando al successore di Alessandro, l'antipapa Giovanni XXIII, i suoi compagni di fede Stanislao di Znojmo e Stefano di Pàlec, ma Zbynek, oramai diventato suo nemico, lo bandì nel 1410: re Venceslao reagì molto male a questo affronto e fu probabilmente il mandante dell'assassinio dell'arcivescovo nel Settembre 1411.

Nel 1412 H. prese una posizione molto polemica, assieme all'amico Girolamo di Praga, nei confronti di Giovanni XXIII, il quale faceva vendere le indulgenze con lo scopo molto terreno di finanziare la guerra contro il papa Gregorio XII. Questa posizione critica scatenò la reazione di Giovanni XXIII con la scomunica del predicatore ceco. La bolla papale di scomunica fu bruciata in piazza durante una manifestazione popolare a Praga, ma tre seguaci di H. furono arrestati e decapitati per ordine del re, che mostrò quindi di aver ritirato l'appoggio a H. in quanto si dice il sovrano fosse stato indispettito dal suo atteggiamento: infatti anche Venceslao stesso avrebbe potuto usufruire delle entrate derivate dalla vendita delle indulgenze.

H., a questo punto, osteggiato da più parti e con un ordine papale di cattura sulla testa, pensò bene di lasciare Praga nel 1412, rifugiandosi nelle campagne della Boemia meridionale per predicare fra i contadini e scrivere le sue opere più importanti, come Interpretazione del credo, dei dieci comandamenti e della preghiera del Signore e Della simonia, in ceco e De ecclesia in latino.

Rientrato a Praga nel 1414, fu invitato dal re di Germania Sigismondo di Lussemburgo (sovrano dal 1410) a partecipare, munito di un salvacondotto, al Concilio di Costanza del 1415 per chiarire le sue idee. Purtroppo, essendosi recato a Costanza con l'amico fraterno Girolamo di Praga, H. fu proditoriamente arrestato, nonostante il salvacondotto, e minacciato di morte se non avesse ritrattato le sue idee ritenute eretiche. H. rimase coraggiosamente sulle sue posizioni e dichiarò che lo avrebbe fatto, se si fosse dimostrato che egli era in contrasto con le Sacre Scritture. H. fu quindi condannato per eresia e bruciato sul rogo il 6 Luglio 1415 e le sue ceneri gettate nel fiume Reno. La stessa sorte toccò a Girolamo di Praga l'anno successivo e perfino Wycliffe, morto oramai da 30 anni, fu condannato postumo per eresia, ma solo nel 1428 e dietro pressioni di Papa Martino V (1417-1431): il suo corpo fu riesumato e bruciato sul rogo e le ceneri sparse nel fiume Swift.

La condanna sul rogo di H., da parte del re tedesco Sigismondo, fu un colossale errore politico, che fece assurgere la figura di H. a martire della riforma in Boemia e del nazionalismo ceco. Già quattro anni dopo, nel 1419, le truppe hussite scatenarono una guerra che durò fino alla pace di Jihlava del 1436 e alla fondazione nel 1467 dell'Unione dei fratelli boemo-moravi.

Più recentemente, la figura di H. è stata riabilitata da Papa Giovanni Paolo II in un suo viaggio pastorale a Praga il 28 Aprile 1997.

La dottrina

Come si è già detto, H. fu fortemente influenzato dagli scritti di Wycliffe: nel suo testo De ecclesia H. riprese le idee del riformatore inglese in tema di predestinazione e di rifiuto dell'investitura divina del papato.

Un altro punto delle sua riforme fu l'utraquismo, cioè la Comunione offerta sotto la forma sia del pane che del vino (il termine deriva dal latino sub utraque specie), secondo il Vangelo di Giovanni (VI,54): Chi si ciba della mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. A dir la verità, la Chiesa dei primi secoli (fino al XII secolo) aveva praticato la Comunione sotto ambedue le forme e, ai tempi di H., anche le Chiese orientali lo facevano, ma successivamente era stata ristretta al solo officiante e abbandonata l'usanza per i fedeli a causa del rischio che qualcuno potesse versare, in maniera sacrilega, per terra il Sangue di Cristo.

Quest'usanza fu condannata dal Concilio di Costanza (1414-1417), ma la decisione scatenò le guerre hussite fino al Concilio di Basilea (1431-1439), dove fu permesso ai boemi di comunicarsi con ambedue le forme. Recentemente (2001) la Chiesa Cattolica ha accettato che anche i cattolici possono ricevere la Comunione sotto ambedue le forme.

Infine H. lottò contro le indulgenze, i pellegrinaggi, il ricorso all'intercessione dei santi e la venerazione delle reliquie, probabilmente in ciò influenzato dal pensiero delle comunità valdesi, esistenti all'epoca in Boemia ed in seguito assorbite dagli hussiti stessi.