Hofmann, Melchior (ca. 1495-1543)

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Melchior Hofmann

da U.Gastaldi: Storia dell'anabattismo

per gentile concessione della Claudiana editrice

La vita

Melchior Hofmann, l'ispiratore spirituale della dittatura anabattista di Münster, nacque a Schwäbisch Hall, nel Svevia (Germania meridionale) nel 1495 ca. da una modesta famiglia: non poté, infatti, ricevere altro che un'istruzione elementare e solo dopo, mentre svolgeva la sua professione di pellicciaio, si fece una cultura autodidatta in argomenti religiosi.

Come il futuro confratello Hans Denck, anche H. si appassionò di letture mistiche, come gli scritti di Johannes Tauler o, soprattutto, la Theologia Germanica, un popolare trattato mistico del 14° secolo, scritto a quanto sembra da un sacerdote dell'ordine teutonico, che consigliava la povertà di spirito e l'abbandono di se stessi a Dio come mezzo per poter partecipare alla Sua natura divina, attraverso il Suo amore.

Nel 1522 H. aderì entusiasticamente alla Riforma di Martin Lutero, dopo averne letti gli scritti. Unì quindi il proprio mestiere di commerciante pellicciaio a quello di predicatore luterano errante, viaggiando dal 1523 al 1529 in Livonia (l'attuale Estonia), Svezia e Danimarca.

In Livonia la sua predicazione suscitò vive polemiche, soprattutto a Dorpat (l'odierna Tartu), dove i suoi sermoni scatenarono una violenta campagna popolare contro le immagini sacre. Le autorità locali chiesero allora un esame dottrinale della sua attività di predicatore: H. ottenne l'approvazione sia dei teologi di Riga, sia di Lutero stesso dopo che H. si era recato a Wittenberg. Con tutti questi attestati H. tornò fiducioso a Dorpat nell'estate 1525, ma la contestazione del clero locale, per le sue idee escatologiche ed apocalittiche, riprese vigorosa. Si trasferì allora a Reval (Tallinn, la capitale dell'Estonia) in autunno, ma anche qui si alienò le simpatie del clero locale, a causa dei suoi feroci attacchi contro la mediocrità del livello morale della Chiesa locale.

H. fu quindi definitivamente espulso dalla Livonia, trasferendosi nel 1526 in Svezia: eppure anche qui non rinunciò allo spirito polemico, che già conteneva diversi punti cari alla dottrina anabattista, come il valore solo celebrativo della Comunione, la predicazione anche di laici, il rifiuto dell'imposizione dello stato in materia di fede. A questi si univa lo spirito apocalittico con la previsione della parusia (seconda venuta di Cristo) per il 1533. Fu per questo espulso dalla Svezia per ordine di re Gustavo Vasa (1523-1560) nel Gennaio 1527: nuovo trasloco, passando attraverso Lubecca, nella regione dello Schleswig-Holstein, allora parte del regno danese.

Qui, nonostante la benevolenza del re Federico I (1523-1533), si consumò lo strappo definitivo di H. con la Chiesa luterana, culminata in una sconfessione dell'operato di H., scritta da Lutero in persona ed in un confronto pubblico, che vide H. perdente, con i luterani a Flensburg nel 1529. Oramai ben pochi stati si resero disponibili ad accogliere quest'uomo, foriero di polemiche e tensioni, e perfino la piccola contea della Frisia Orientale [sotto il conte Enno II (1528-1540)], dove egli si era rifugiato, non si dimostrò un porto sicuro.

Fu allora, nel Giugno 1529, che H. migrò a Strasburgo, città presa d'esempio come fucina di nuove idee religiose e dotata di un sufficiente spirito di tolleranza per i radicali. Qui egli lavorò per sviluppare la sua dottrina spirituale ed apocalittica, scambiando pareri con lo spiritualista Caspar Schwenckfeld e pubblicando diversi libretti a sfondo profetico apocalittico. A Strasburgo H. venne a contatto con gli anabattisti Wilhelm Reublin e Pilgram Marpeck, dapprima perorando la loro causa presso il consiglio cittadino, poi convertendosi lui stesso all'anabattismo e facendosi ribattezzare.

Fu costretto, per questo motivo, ed anche per la sua personale interpretazione dell'Apocalisse, ad un ennesimo esilio nella primavera del 1530: decise di ritornare nella Frisia orientale, ad Emden, dove ebbe molto più successo della sua visita precedente e dove ribattezzò 300 persone, fondando una fiorente comunità anabattista. La particolare posizione geografica della Frisia orientale permise l'afflusso di radicali e dissidenti religiosi dalla Germania e dall'Olanda, soprattutto i sacramentari, che rifiutavano i sacramenti e la transustanziazione. La cosa preoccupò non poco le autorità locali che riuscirono a far espellere H., non prima che quest'ultimo passasse il testimone al suo collaboratore Jan Trijpmacher (m. 1530).

Nei tre anni seguenti H. viaggiò spesso in Germania, a Strasburgo (spesso in forma clandestina), e in Olanda (dove battezzò nel 1532 Jan Matthys, l'ideatore della dittatura anabattista di Münster), in particolare ad Amsterdam. Qui si consumò uno delle tante tragedie di cui è costellata la tormentata vicenda degli anabattisti: Trijpmacher e altri nove anabattisti furono processati, torturati e decapitati nel Dicembre 1530. Poiché, sotto le torture essi avevano rivelato molti particolari sull'organizzazione anabattista in zona, H. ordinò prudentemente agli adepti un arresto temporaneo (Stillstand) di tutte le attività religiose per due anni, come già aveva fatto Caspar Schwenckfeld nel 1526.

Successivamente H. visitò più volte Strasburgo e alla fine questi viaggi gli furono fatali: nella primavera 1533, l'anno da lui profetizzato per il ritorno di Cristo, egli si recò manifestamente nella città alsaziana ed anzi, poiché le autorità locali non lo avevano neppure ricercato all'inizio del suo soggiorno, fu lui stesso a provocare il suo arresto con la pubblicazione in Maggio di un opuscolo, Vom Schwert (La spada), contenente l'annuncio della parusia di Cristo e l'inizio del Suo regno a Strasburgo: H. stesso avrebbe assunto il ruolo del profeta Elia, nell'attesa del compimento di quanto predetto.

A quel punto il Consiglio di Strasburgo lo fece arrestare e sottoporre inizialmente ad un regime carcerario blando, mentre, nel frattempo, gli permise di partecipare al Sinodo Generale di Strasburgo nel Giugno 1533, dove H. ripeté le sue convinzioni, confutate con disprezzo da Bucero. Quest'ultimo gli consigliò ironicamente di tornare a fare il commerciante di pellicce!

L'instaurazione della dittatura anabattista di Münster nel Gennaio 1534 aggravò però la posizione di H., benché egli continuasse a respingere il millenarismo estremo di quella città e a insistere che Strasburgo fosse la città prescelta per l'inizio del Regno di Cristo. Furono gradualmente rese più severe le sue condizioni carcerarie: prima in una cella isolata senza carta per scrivere o libri, poi in una cella completamente sigillata con il poco cibo calato con una cesta da una botola sul soffitto. Ciononostante H. resistette in queste condizioni disumane per ben 10 anni, morendo infine nell'inverno 1543.

H. rimane una figura primaria nell'anabattismo del suo tempo, sia per aver operato un efficace proselitismo in Olanda e Germania settentrionale sia per aver insistito sull'aspetto millenaristico, dalla quale prese spunto la follia collettiva anabattista di Münster, alla quale, ironia della sorte, lo stesso H. sarebbe sopravvissuto per otto anni, sebbene incarcerato a Strasburgo.

La dottrina e le opere

H. scrisse un'abbondante serie di opuscoli per precisare il suo pensiero: i due capisaldi della sua dottrina anabattista furono la teoria della "carne celeste" ed il millenarismo. La teoria della carne celeste era basata su un concetto, di vago tenore docetico, che Cristo non si era incarnato nel corpo materiale nel grembo della madre, bensì aveva portato il suo corpo celeste per essere così immune dal peccato originale. Questa era una rielaborazione di un concetto, già espresso da gnostici del II secolo come Valentino e, soprattutto Apelle, e portato avanti nei secoli attraverso i Bogomili e i Catari e più recentemente da Schwenckfeld.

Per quanto concerne il millenarismo, H. espresse il proprio pensiero nell'opuscolo Auslegung der heimlichen Offenbarung Joannis (Esposizione della rivelazione segreta di Giovanni) del 1530, dove H., come un novello Gioacchino da Fiore, aveva diviso la storia della Chiesa in tre periodi: il primo dagli apostoli all'inizio del dominio dei papi, il secondo coincidente con il dominio secolare della Chiesa, il terzo in cui lo Spirito avrebbe preso il sopravvento sulla Scrittura.

Ma prima del nuovo avvento di Cristo, previsto per il 1533, due testimoni degli ultimi giorni sarebbero stati uccisi dai papisti e dai luterani e i turchi avrebbero distrutto la Gerusalemme spirituale.