Boehme (o Boehm, Böhme, Böhm, Behmen), Jacob (1575-1624) e behmenisti

Fare clic per visualizzare la foto

Jacob Boehme

 

Che un solo uomo possa aver influenzato il pensiero di famosissimi filosofi, scienziati, artisti, teologi e fondatori di movimenti religiosi-filosofici come:

  • George Fox (1624-1691),

  • Georg Johann Gichtel (1638-1710),

  • Isaac Newton (1642-1727),

  • Emmanuel Swedenborg (1688-1772),

  • Louis Claude de Saint Martin (1743-1803),  

  • William Blake (1757-1827),

  • Benedikt von Baader (1765-1841),

  • Georg Hegel (1770-1831),

  • Friedrich Schelling (1775-1854),

  • Arthur Schopenhauer (1788-1860),

  • Helena Blavatsky (1831-1891),

  • Eduard von Hartmann (1842-1906),

  • Friedrich Nietzsche (1844-1900),

  • Vladimir Soloviev (1853-1900),

  • Henri Bergson (1859-1941),

  • Rudolf Steiner (1861-1925),

  • Alfred North Whitehead (1861-1947),

  • Nikolaj Berdjaev (1874-1948),

  • Carl Jung (1875-1961),

  • Albert Schweitzer (1875-1965),

  • Paul Tillich (1886-1965) e

  • Martin Heiddeger (1889-1976),

oltre ad avere avuto un certo peso anche sul pensiero dei Rosacroce e sui rituali della Massoneria, a molti potrà sembrare difficilissimo. E se poi si sapesse che quell'unico uomo era un ciabattino, il personaggio assumerebbe i contorni della leggenda! Eppure quest'uomo è effettivamente vissuto a cavallo tra il XVI ed il XVII secolo e si chiamava Jacob Boehme.

La vita

Jacob Boehme (per le varie grafie del cognome vedi il titolo) nacque ad Altseidenberg, nella regione tedesca della Slesia, il, o intorno al, 24 aprile 1575 da una agiata famiglia di contadini. Su una sua effettiva carriera scolastica, gli autori non concordano, ed alcuni glissano strumentalmente su una (quasi certa) buona educazione presso la scuola locale, in maniera probabilmente da poter sottolineare ancora di più il carattere di "illuminazioni mistiche" spontanee alla base della sua opera letteraria. Sicuramente B. fu un appassionato autodidatta e lesse le opere dei famosi mistici tedeschi come i trecenteschi Eckhart e Tauler, e i cinquecenteschi Franck, Paracelso e Valentin Weigel (1533-1588), oltre a testi di teologia, astrologia e alchimia.

Comunque B. non frequentò l'università, ma neanche intraprese il mestiere del padre a causa del suo precario stato di salute: fu invece avviato alla professione di calzolaio nel 1590 ed in quest'attività si dimostrò molto abile e il suo business fiorì negli anni successivi. Finito l'apprendistato nel 1599, egli divenne maestro artigiano nella gilda della vicina cittadina di Görlitz, dove era andato ad abitare e dove si era sposato.

Negli anni successivi B. venne a contatto con molti intellettuali perseguitati, come il pastore mistico Martin Moller (m. ca. 1612), il quale, per stimolare i cristiani ad una vita spirituale più profonda, decise di fondare un gruppo, denominato Conventicola dei veri servi di Dio, cui B. aderì, partecipando con interesse alle riunioni e alle discussioni. Poco dopo, probabilmente nel 1600, B. ebbe un'esperienza mistica, riassunta nella sua famosa frase: Tutte le cose consistono in un Sì o in un No (vedi sotto).

Nel 1612 B. scrisse il suo primo trattato Die Morgenroete in Aufgang oder Aurora (Sale il rosseggiare della mattina ovvero Aurora), di cui una copia, fatto circolare l'anno dopo, pervenne alle autorità ecclesiastiche locali. Queste ultime, tra cui particolarmente accanito contro il calzolaio mistico fu il successore di Moller, il nuovo pastore Gregor Richter, accusarono B. di eresia e lo fecero imprigionare: egli fu liberato solo dopo che gli fu notificata la proibizione di scrivere altre opere, ma B. decise allora, a maggior ragione, di vendere la sua attività artigianale, per essere più libero di poter scrivere.

Infatti dal 1618 egli iniziò a scrivere altri trattati e la maggior parte dei suoi lavori si concentrò tra il 1619 ed il 1624, anno della sua morte. Alla pubblicazione del suo lavoro più popolare Weg zu Christo (la via a Cristo), una collezione di nove trattati dottrinali, B. e la sua famiglia furono espulsi da Görlitz nel marzo 1624. B. allora si recò a Dresda con la speranza di poter parlare con il principe elettore di Sassonia Johann Georg I (1611-1656), ma l'incontro gli fu rifiutato. Deluso ritornò a Görlitz, dove, dopo alcuni altri brevi viaggi, morì il 17 novembre 1624 all'età di 49 anni. Purtroppo anche dopo la morte, B. fu vittima di persecuzioni: la sua tomba, nei successivi mesi al suo decesso, fu profanata da facinorosi locali.

La dottrina

La dottrina di B. prende spunto da temi cari alle scuole dualistiche e gnostiche. Lo sviluppo del pensiero nelle opere di B. è alquanto complesso e spesso difficile da comprendere a prima vista, ma indubbiamente dotato di fascino.

Il punto principale è una visione dualistica della realtà (Tutte le cose consistono in un Sì o in un No): questa è, sia nella sua forma fisica sia in quella metafisica, un'entità vivente in una tensione continua a causa del dualismo tra l'affermazione e la negazione del potenziale evolutivo all'interno di questa unica entità. Questo concetto della tensione tra poli opposti in un'unica entità venne in seguito utilizzata da Jung per spiegare il dualismo della psiche, ad esempio introversione/estroversione, sentire/intuire etc.

Per quanto concerne Dio (o la Deità), B. credeva che la Deità non era misurabile e quindi non descrivibile: Dio Padre era una realtà primaria non manifesta, chiamata l'Abisso (Der Ungrund), un Niente che conteneva la potenzialità del Tutto. L'Abisso era caratterizzato dal desiderio di rivelarsi attraverso un processo d'introspezione Divina, o riflessione. Il desiderio di rivelarsi era identificato con il Figlio della Trinità, il processo di riflessione con lo Spirito Santo. Ma il tutto questo processo di riflessione necessitava di uno specchio divino, che B. chiamava Saggezza Vergine o Sophia, configurata quindi come il quarto principio della Deità e fondamentale giacché, proprio vedendo le proprie potenzialità nello specchio di Sophia, Dio Padre aveva espresso il desiderio di trasformare le potenzialità in realtà, scatenando quindi il processo della Creazione.

Particolare attenzione venne data da B. al concetto del male nel mondo, che derivava dal dualismo di Dio stesso, contenente sia il Male che il Bene. B. giustificava questa sconvolgente (per i contemporanei) presenza del Male in Dio, spiegando che se non ci fosse stato un principio contrario al Bene, non ci sarebbe stato né la Rivelazione di Dio né la Sua coscienza di Se Stesso. Partendo quindi da questo dualismo della natura Divina, B. ipotizzò che Dio avesse sette qualità primordiali, di cui tre rappresentavano la collera Divina e tre l'amore Divino. In mezzo il settimo, il fuoco Divino, che era il principio della vita.

L'angelo ribelle Lucifero si era infatuato solo delle qualità colleriche di Dio e, rifiutando quelle positive, si era opposto al cammino dall'oscurità alla luce, restando così totalmente malvagio e creando quindi il mondo materiale, un concetto questo simile a quello usato dagli gnostici per spiegare la figura del demiurgo.

Le opere

L'aspetto più stupefacente della vita di B. fu la sua ricca produzione letteraria, anche se la maggior parte delle sue opere non fu pubblicata, se non dopo il 1640. Egli scrisse almeno 29 trattati, la maggior parte, come già detto, scritta tra il 1619 ed il 1624, in tedesco, unica lingua che conosceva, disquisendo anche su molti temi caldi del momento, come ad esempio la predestinazione.

I Behmenisti

I seguaci di B., detti behmenisti, si diffusero ovviamente in Germania, dove l'erede spirituale di B. fu Abraham von Franckenberg (1593-1652), e in Olanda, dove Abraham Willemsz van Beyerland (1586/7-1648) provvide alla stampa dell'intera opera letteraria. Quest'ultimo influenzò il diplomatico Michel le Blon (1587-1658), responsabile della successiva diffusione degli scritti di B. in Svezia, dove interessarono la famosa regina Cristina (1626-1689), e in Inghilterra.

In quest'ultimo paese, dove per la verità, i suoi lavori circolavano già dagli anni '40 del XVII secolo, si svilupparono gruppi di seguaci del pensiero di B. Alcuni behmenisti inglesi si fusero in seguito con il movimento dei quaccheri, il cui fondatore, George Fox (anche lui un ex ciabattino!), era rimasto particolarmente colpito dal pensiero del "Calzolaio di Görlitz". Anche il familista reverendo James Pordage fu un suo accanito lettore. Assieme a Jane Leade, Pordage fondò la Società dei Filadelfi (The Philadelphian Society) nel 1670 proprio per promuovere un maggiore interesse nel pensiero di B.