Guglielmo di Occam (William of Ockham) (1280-1349) e occamismo

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William of Ockham

 

La vita

Guglielmo, famoso filosofo della scuola Scolastica, nacque a Ockham (nella contea di Surrey, nel sud-est dell'Inghilterra) nel 1280 ca. e studiò a Oxford nel 1305-1307 circa con Giovanni Duns Scoto (1265-1308), a Parigi nel 1310 ed infine frequentò la scuola di teologia a Oxford tra il 1316 ed il 1320.

Entrò da giovane nell'ordine francescano e verso il 1320 iniziò ad insegnare fisica aristotelica, teologia e logica all'Università di Parigi, ma nel 1323 diede le dimissioni per dedicarsi alla contesa tra filo papali (guelfi) e filo imperiali (ghibellini): egli si schierò con questi ultimi, pubblicando diversi libretti di denuncia sull'abuso di potere dei papi. Per questi egli fu convocato ad Avignone nel 1324 dalla curia papale, su ordine di Papa Giovanni XXII (1316-1334), assieme ad un gruppo di francescani spirituali, ma nel 1328 riuscì a fuggire con Michele di Cesena rifugiandosi a Pisa presso l'imperatore Ludovico IV il Bavaro.

G. s'inserì successivamente nella lotta per l'investitura dell'imperatore tra Giovanni XXII e lo stesso Ludovico e si schierò sulle posizioni ghibelline, entrando a Roma al seguito di Ludovico in compagnia di Michele di Cesena, Jean de Jandun e Ubertino da Casale. Successivamente, assieme al Jandun e a Marsilio da Padova, seguì l'imperatore al suo ritorno a Monaco di Baviera, dove rimase fino alla morte nel 1349 ca.

La filosofia

G. intervenne nella nota discussione, tipica della Scolastica, sugli "universali", che avevano infervorato duecento anni prima Roscellino e Abelardo e allineandosi più sul pensiero concettualistico (una rappresentazione mentale) del secondo, che sulla corrente nominalistica (un mero nome) del primo. Infatti per G., mentre le cose reali sono note mediante la conoscenza intuitiva, gli universali sono oggetti della conoscenza astratta, cioè della rappresentazione interna delle cose stesse nella mente, ossia sono i termini del processo di riflessione. Per questo la filosofia di G. fu definita anche terminista.

Un altro punto della filosofia di G. fu il tentativo di semplificare le dispute nella scuola Scolastica con il principio denominato "il rasoio di Ockham", cioè che non si dovevano ipotizzare entità inutili o complesse, se queste non erano state suffragate dall'esperienza empirica (entia non sunt multiplicanda sine necessitate).

G. tendeva ad applicare questi due princìpi (empirismo e rifiuto dell'astrazione) anche alla sua teologia, da cui deduceva che la povertà apostolica era stata confermata dal Nuovo Testamento, mentre il potere civile autonomo era convalidato dalla storia, quindi doveva esserci una rigida separazione tra stato potente e chiesa apostolica, anche se poi potevano collaborare insieme.

Le opere

Prima del 1328 le opere di G. furono essenzialmente di tipo filosofico, come i commenti all'Organon e alla Fisica di Aristotele, ma dopo quella data si moltiplicarono le opere di polemica contro il papato di Giovanni XXII, come il De dogmatibus papae Johannis XXII oppure il Compendium errorum papae Johannis XXII, o contro quello del suo successore, Papa Benedetto XII (1334-1342), come Tractatus contra Benedictum XII. Scrisse inoltre lavori sul rapporto tra stato e chiesa, come Breviloquium de potestate papae e De imperatorum et pontificum potestate.